Mare in tempesta

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È incredibile quanto una canzone riesca a farmi ricordare le tue mani sul mio petto, un graffio e ti sentivo, sentivo. E mi sentivo tua. Non che sia cambiato qualcosa, solo che ti vorrei qui, con le tue mani su di me e le tue labbra sul mio collo. Ho paura di non sentirle più, di dover star senza i tuoi occhi, senza il tuo calore, senza te. Anche se sono andato via io sento che una parte di me è ancora lì, in quegli abbracci assaporati a lungo. Volevo stringerti forte ma avevo paura di stritolarti. Inizialmente succedeva, me lo dicevi tu, dalle strette al naso rosso per la troppa imprudenza, poi ho iniziato a ripetermi che dovevo contenermi, sennò sai come ti avrei stretto forte alla stazione? Avevo paura di spremerti e di far uscire più lacrime del dovuto, ti ho già detto che quello non era un addio mentre mi bagnavi il naso. Ora che sono distante e la cosa che non è cambiata è il naso bagnato dalle lacrime, ma spero che questa avventura serva. Non solo per me, sia chiaro, sei la più bella avventura che io abbia mai deciso di intraprendere, col mare in tempesta hai voluto comunque restare a galla per me e io quando stavo con te a volte ti portavo a riva, altre mi facevi andare in apnea. Eppure ci sono stato tante volte in apnea, ma con te non avevo paura. Anche se sott'acqua gli occhi bruciano io ti vedevo, e mi sentivo al sicuro. Ora mi sento su una zattera, ti vedo sott'acqua e non posso raggiungerti, guardo l'orizzonte e vedo il mare in tempesta, anche se ho deciso di spiegare le vele tu resti con me... sei speciale, nessuno lo ha mai fatto

Diario CondivisoWhere stories live. Discover now