Capitolo 1 - Martina.

7.2K 106 4
                                    

Now that I've lost everything to you
You say you want to start something new
And it's breaking my heart you're leaving
Baby, I'm grieving
But if you want to leave, take good care
Hope you have a lot of nice things to wear
But then a lot of nice things turn bad out there
Oh baby baby it's a wild world
It's hard to get by just upon a smile
Oh baby baby it's a wild world
I'll always remember you like a child, girl.
[Wild world, Cat Stevens.]
~~~

La sveglia suonava nonostante io l'avessi già rimandata un paio di volte, perciò la rimandai ancora finché alla quarta volta mi decisi ad alzarmi dal letto in tutto il mio splendore mattutino; che consisteva nel mio pigiama con gli orsetti, i capelli racconlti in una cipolla, come la chiamo io, ed un mega felpone rubato a mio padre.
Mi diressi svelta verso la cucina del mio piccolo appartamento, cercando di organizzare ciò che avrei dovuto affrontare durante la giornata in università.

Mi ero trasferita a Torino tre anni prima, ed ora ero al quarto anno di università in scienze della comunicazione, la facoltà che avevo scelto per inseguire il mio grande sogno: diventare una giornalista, e in un futuro, capo redattrice di un importante giornale.
Mi mancavano sei mesi per laurearmi, e non potevo essere più felice.

Dopo aver bevuto il mio caffè, indossato un paio di jeans ed un maglione per proteggermi dal freddo dicembrino torinese ed essermi truccata molto semplicemente, mi infilai il cappotto e presi le cuffiette per poi dirigermi verso la fermata del tram.

Arrivai in università e passai la giornata, e giorni seguenti, in biblioteca a studiare nel tempo tra una lezione e l'altra.

Giovedì mattina però, la mia migliore amica Melissa, che conoscevo dai tempi delle medie, e che come me viveva a Torino, mi informò che ci sarebbe stata una festa sabato sera che non potevo assolutamente perdermi al Global, una discoteca in centro.

Finalmente la sera tanto attesa arrivò, e mi preparai insieme a Melissa, che insistette per un numero di ore che mi parve interminabile perché io mettessi i tacchi. Non aveva tutti i torti, dato il mio metro e sessanta appena accennato, ma i miei fedelissimi anfibi neri avrebbero fatto la loro figura sotto al vestito bordeaux a maniche lunghe che avevo scelto di indossare. Non ci mettemmo molto ad essere pronte: un velo di trucco ed una mezza coda, e fuori dalla porta.
Ci passò a pendere un nostro amico, quindi almeno per quella sera, niente autobus né tram.

Arrivammo al locale, che come mi aspettavo era caldissimo per via delle troppe persone, ed iniziammo a ballare, liberandoci da qualsiasi pensiero, almeno per qualche ora.

A metà serata ero già completamente ubriaca, e non ci volle molto prima di vedermi costretta a correre in bagno e vomitare tutto.
Non reggevo bene l'alcool e iniziavo ad essere brilla dopo due birre.
Melissa mi seguii ed io, dopo essere stata malissimo, fui riaccompagnata a casa da lei e Leonardo, che ci aveva accompagnate anche prima.
Appena entrata in casa corsi verso il letto, senza cambiarmi ne togliermi le scarpe, e caddi in un sonno sereno e profondo.

Un raggio di sole si infilò nelle fessure delle mie tapparelle e mi costrinse ad aprire gli occhi.
Cercai di ricordare ciò che era successo la sera prima, ma ottenni scarsi risultati, quindi mi diressi all'ingresso del mio appartamento per cercare la mia borsa e il mio cellulare, ma non li trovai.
Feci una doccia e indossai dei leggings e una felpa dell'adidas, e corsi a casa di Melissa, convinta che avesse lei le mie cose. Sfortunatamente, ci rendemmo conto che li avevo persi. Melissa telefonò al locale per chiedere se avessero trovato le mie cose, ma niente.
Ipotesi più plausibile, qualcuno li aveva rubati. Ipotesi quasi surreale, di lì a poco mi avrebbero telefonato dicendomi di aver trovato le mie cose nel bagno di una discoteca.
Non ci speravo molto, ma quel pomeriggio il telefono di Melissa prese a vibrare.
La chiamata era dal mio numero di cellulare, quindi risposi io.
"Pronto?"
"Pronto, sei Martina? Credo di avere il tuo telefono, che ho trovato ieri sera al Global." chiese un ragazzo dalla forte cadenza sudamericana.
"Si, sono io. È il mio telefono. Dove vengo a prenderlo?"
"Ci incontriamo davanti alla discoteca?"
"Sarò lì tra dieci minuti."
Salutai Melissa e corsi a prendere il tram.

Mi sarei aspettata di trovare chiunque, ma non lui.
Non il mio idolo, non quello che consideravo un fenomeno.
Paulo Dybala.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora