Epigolo.

2.8K 77 2
                                    

Due anni dopo.

I raggi del caldo sole argentino che si riflettevano sul mio viso mi comunicavano l'inizio di un nuovo giorno. Mi alzai dal letto, e andai in bagno per lavarmi il viso. Sciolsi i capelli, che ora mi arrivavano alle spalle invece che fino in fondo alla schiena, e li pettinai con cura.

Quel giorno avrei dovuto scrivere un articolo importante di Lifestyle, motivo per cui mi ero svegliata così presto.

Scesi le scale della nostra villa a Córdoba, e trovai Paulo seduto sul tappeto, con in braccio nostra figlia.

Esattamente, due anni prima, durante la nostra ultima notte di vacanza in Argentina, io e Paulo avevamo fatto l'amore infinite volte ed io, per combinazione, quella mattina mi ero scordata di prendere la pillola. Così, ad Aprile dell'anno successivo era nata Alba.

Alba Celia Dybala Rivetti.

Aveva ormai due anni e mezzo, ed era davvero una bellissima bambina. Aveva gli occhi di Paulo e i miei capelli. La pelle abbronzata come la sua, e il carattere che era un perfetto mix dei nostri.

La amavamo con tutta la nostra anima. Vedere ciò a cui il nostro amore era stato in grado di dare vita mi riempiva il cuore ogni giorno.

Mi sedetti sulle scale per osservare gli amori della mia vita che giocavano. Alba indossava una maglietta della Juventus, con dietro il numero dieci e sopra il suo nome. Mentre Paulo le stava dicendo cose incomprensibili in spagnolo.

Infatti, Alba stava crescendo bilingue, e la sua vocina squillante e allegra passava dall'italiano allo spagnolo in un battibaleno.

"Non tirare il telecomando in testa a papà, mi amor." mormorò Paulo, togliendole l'oggetto dalle mani.
"Papà papà papà." continuò a dire Alba, tastando la faccia del mio bellissimo fidanzato.

"Buongiorno monella!" esclamai, avvicinandomi ai due.
"Mamma! Papà dato leche."

Probabilmente voleva dire che Paulo le avesse dato il latte per colazione, ma confondeva spesso le due lingue, il che mi richiedeva un grande sforzo mentale per comprenderla.

"Davvero? Papà ti ha fatto la colazione?" chiesi, fingendomi sorpresa.
"Si si. Mamma guarda!" disse, riprendendo a tirare il telecomando in testa a Paulo.
"No amore, non si fa! Così fai la bua a papà, e tu non vuoi far piangere papà, vero?"
"No no, io tanto bene a mamma e papà." bisbigliò, buttandosi tra le braccia di Paulo.

"Buongiorno mi amor." mi salutò Paulo, appena Alba ricominciò a gattonare e camminare traballante sul tappeto.
"Giorno. Si è svegliata stanotte? Dormivo talmente bene che non mi sono accorta di nulla, per una volta." dissi, mentre lui iniziò a lasciarmi dei teneri baci sul collo.
"Si è svegliata solo una volta, ci ho pensato io, non preoccuparti princesa." sorrise lui, circondandomi la vita con le braccia e avvicinandomi ancora di più al suo corpo.

Ci baciammo lentamente, senza interrompere il contatto tra i nostri sguardi. Intanto, Alba continuava a giocare con un libro che aveva preso dal ripiano più basso della libreria lì accanto.

I suoi occhi color ghiaccio scrutavano attentamente le pagine del libro, mentre sentivo lo sguardo di Paulo su di me.

"Cosa c'è?" gli chiesi in un sussurro, alzando lo sguardo su di lui.
"Sei davvero una madre perfetta, e ti amo. Ti amo tantissimo, princesa." mormorò sulle mie labbra, per poi riprendere a baciarmi.
"Ti amo anche io."

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Where stories live. Discover now