Capitolo 38 - Hola, papá.

1.9K 59 1
                                    

I'm like a son that was raised without a father
I'm like a mother barely keeping it together
Oh, I'm still alive
Am I bleeding, am I bleeding from the storm?
Just shine a light into the wreckage, so far away, away
[Still breathing, Green Day.]
~~~

"Buongiorno, mi amor." mi salutò Paulo con un bacio sulla guancia appena entrato in cucina.

Era l'ultimo giorno che avremmo passato a Laguna Larga, e mi ero davvero innamorata di quel luogo così diverso da quelli a cui ero abituata.

In quei giorni Paulo mi aveva mostrato la scuola dove andava, il campetto dove si allenava, il parco malconcio dove lo portavano a giocare i suoi fratelli quando era piccolo e l'officina dove lavorava suo padre.

Mi sembrava davvero un salto in una qualunque telenovela sudamericana ambientata nei primi anni del Novecento.
Ogni singolo dettaglio, dai profumi ai colori era diverso da qualunque altro.

In ogni caso, quel giorno saremmo partiti per Buenos Aires, dove si sarebbe incontrata la nazionale Argentina per poi partire per il Brasile, dove invece si sarebbe tenuta la Copa America.

Avrei passato i momenti in cui Paulo si allenava con sua mamma o con sua cugina Carlota, che sapevo avere un anno in più di me.

"C'è un ultimo posto in cui voglio portarti." mi disse Paulo, quando fummo pronti per uscire.
"Andiamo, uomo dalle mille sorprese." risi, e lui con me.

Mi portò in un piccolissimo cimitero, con circa cento lapidi al massimo.
Appena entrammo capii al volo, e dovetti ingoiare più volte a vuoto per evitare che le emozioni prendessero il sopravvento su di me.

Arrivammo proprio davanti alla lapide che mi aspettavo: Adolfo Dybala.
La foto lo ritraeva circa a quarant'anni, sorridente e con una felpa dell'Instituto, la squadra dove giocava Paulo prima di andare in Italia.

Paulo si sedette davanti alla lapide, con un sorriso malinconico in viso.
"Hola papá, cómo estás? Ci manchi, ci manchi moltissimo. Guastavo, Mariano e mamma stanno bene, so che è la prima cosa che vorresti sapere. Anche io sto bene." sorrise, ma i suoi occhi lucidi tradivano quella corazza che si era creato.

Mi sistemai meglio accanto a lui e intrecciai le nostre dita, stringendo forte le sue e accarezzando il dorso della sua mano con il pollice.

"Ho una novità per te, papà. Ho trovato l'amore. Probabilmente l'ultima volta che sono venuto qui ti ho parlato di Antonella, ma non è di lei che ti voglio parlare ora. Si chiama Martina, e l'ho conosciuta in Italia. Pensa papà, l'ho incontrata perché ho trovato il suo cellulare nel cesso di una squallida discoteca a Torino. Niente a che vedere con quando tu e mamma andavate a ballare in piazza a Córdoba con i vostri amici, ma alla fine anche i locali non sono così male. È esattamente qui, accanto a me, adesso. È bellissima, la amo da impazzire. De verdad, me muero de amor por ella.
Sai papà, credo che ti piacerebbe. Andreste proprio d'accordo, sì sì. Vi immagino bere il mate e mi immagino te che le spieghi che non deve mettere lo zucchero. Ho provato a dirglielo così tante volte, ma lei è più testarda di me." disse Paulo, accennando una risatina.

Sentir parlare di me da Paulo, e vivere quel momento con lui fece nascere in me un sentimento ancora più forte dell'amore. Uno di quei sentimenti che tutti gli scrittori provano a descrivere, con mille aggettivi e tante parole. La verità è che, puoi leggere quanti libri vuoi su questo sentimento, ma finché non lo provi non lo capirai mai fino in fondo.

"Amo questo lato del suo carattere. È così forte. È uno spirito libero. Non è come la mamma, che viveva solo per la famiglia. Martina è libera, di essere chi vuole, di andare dove vuole, con chi vuole. Non mi metterò mai in mezzo alla sua libertà, come lei non lo farà mai con me. È libera come lo sono io. Siamo liberi, papà. Ed è la cosa più bella del mondo."

Al sentire quelle parole mi scoppiò il cuore di gioia.

"Vorrei continuare a parlarti di quanto stia cambiando la mia vita, ma ho un aereo da prendere, papà. Spero che, ovunque tu sia, tu stia bene e sia felice. Ti voglio bene. Ah, e mi manchi tanto, manchi a tutti noi. E ricordati, papà, che un giorno ci rivedremo." sorrise malinconico, asciugando una lacrima che stava rigando la sua guancia.

Rimasi immobile, incapace di parlare o di pensare. Quella scena mi aveva spiazzata, e non avevo mai visto Paulo piangere.
Perciò, quando si alzò da terra, mi limitai a seguirlo. Una volta fuori dal cimitero si sedette su una panchina di un azzurro sbiadito, e io mi sistemai accanto a lui.

"Ehi..." sussurrai piano, "Sarebbe fiero di te. Lo so che è difficile crederci, ma una parte di lui è sempre con te. È sempre qui." dissi, appoggiando una mano sul suo petto, all'altezza del cuore.

"Non venivo qui da tanto, non volevo più venire. Ma tu... tu mi hai dato la forza per tornare qui. Per non nascondere la parte di me che ancora soffre per questo."
"È normale che tu soffra, era tuo padre, Paulo. Non devi nemmeno pensare di nascondere una parte così grande di te." sorrisi leggermente, accarezzandogli la guancia.
"Se sapessi cosa mi fai. Mi hai reso felice, come non lo ero da anni. Ti amo, mi amor. E ti amerò sempre."
"Ti amo anch'io, ti amo dal primo momento che ti ho visto. Una parte di me sapeva già di essere legata a te."

Paulo non rispose, si limitò a baciarmi. Un bacio svelto e ricco di passione, e forse anche di tanto dolore. Dolore che dopo anni era riuscito a esternare. E io non avrei potuto essere più fiera di lui.

Ci alzammo solo una decina di minuti dopo, e tornammo verso la piccola casa di Paulo per prendere le valigie e dirigerci alla fermata del pullman. Infatti non volevo prendere un altro taxi: volevo solo fare un viaggio in pullman come qualsiasi persona normale. Comprare un biglietto da pochi euro e non spendere un patrimonio. Volevo che io e Paulo vivessimo un piccolo momento da ragazzi normali, invece che da stipendio di Paulo Dybala.

Il bus che prendemmo era l'unico del giorno che passava da Laguna Larga. Salimmo al volo, dopo aver chiuso e lasciato quella villetta giallo acceso, e ammetto di aver dimenticato lì un pezzo del mio cuore.




Hello everybody!
Scusate per il super ritardo, ma ci ho messo tantissimo a scrivere questo capitolo.
Hope you like it.
All the love. ♥️
Sofia.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Where stories live. Discover now