Capitolo 15 - Inseguridades.

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The lights go out and I can't be saved
Tides that I tried to swim against
Have brought me down upon my knees
Oh I beg, I beg and plead, singing
Come out of the things unsaid
Shoot an apple off my head and a
Trouble that can't be named
A tiger's waiting to be tamed, singing
You are, you are
[Clocks, Coldplay.]
~~~

Lo guardai preparare il caffé, per me, e il mate, per lui, mentre ero seduta sul divano guardando la televisione.

La mia mente non riusciva a pensare ad altro se non a quella frase: "Buen día, amor."

Continuava a risuonarmi in testa e, a differenza di altri pensieri, quello non avrei mai voluto scacciarlo.

Paulo mi raggiunse svelto con le due bevande fumanti in mano e due crêpes, che probabilmente erano venute bene solo dopo numerosi tentativi, a giudicare dall'odore di bruciato che proveniva dalla cucina.

"Mi mancava questa tue dote di cuoco, vuoi spiegarmi come cuocere le due o tre crêpes che hanno rischiato di farci morire carbonizzati poco fa?" lo presi in giro, come mio solito,
"Basta chiamarsi Paulo Dybala e non saper cucinare, però dimmi se c'è troppo dulce de leche o se va bene." poi si fermò a riflettere, "Dovrei iscrivermi a un corso di cucina." disse, convinto.
"No amor," dissi facendogli l'occhiolino, usando lo stesso appellativo che mi aveva dato lui prima, "non ti iscriverai a nessun corso di cucina. Ti proibisco di metterti in ridicolo, primo perché saresti imbarazzante, e secondo perché non ti lascerò fare una cosa che possa compromettere la tua reputazione di calciatore e ragazzo serio." sentenziai sghignazzando, e rise anche lui.

Passammo la mattinata io studiando, e Paulo giocando non so quante partite a Fifa.

Poi pranzammo, io con un hamburger gigante che avevo quasi completamente bruciato, mentre Paulo con una bistecca striminzita e l'insalata perché doveva stare leggero per gli allenamenti del pomeriggio.

Mi salutò con un bacio quando uscii per andare ad allenarsi, ed io mi stravaccai sul divano con un pacchetto di patatine e il mio fedele libro di Inglese da quattrocento pagine da studiare per l'esame successivo all'università.

Passai quel pomeriggio, di studio solitario, in modo strano: sentendo la mancanza di Paulo.

Dopo cinque capitoli da quaranta pagine ciascuno i miei neuroni chiedevano pietà, perciò pensai di far trovare la cena a Paulo, che avrebbe gradito il gesto avendo fatto un pomeriggio intero di allenamenti sotto la neve.
Decisi di ordinare del cibo argentino, sapendo che avrebbe reso molto felice Paulo.

Poi alzai il riscaldamento del bagno, in modo che potesse scaldarsi anche una volta uscito dalla doccia.

Mi sentii molto una mamma o una moglie, dipende dai punti di vista, ma avrei fatto questo e molto altro per il bene di Paulo.

A pensarci bene, Paulo era ancora tanto, forse troppo giovane per la vita ed il successo che aveva.

Ma, a differenza di altri calciatori giovani, non si era montato la testa, né viveva in un lusso esageratamente sfrenato.

Ultimamente, nonostante anche io fossi ancora tanto giovane, mi sentivo più matura e più donna.

Mancava ancora poco meno di un'ora all'arrivo di Paulo, perciò andai nel "mio" bagno, ovvero quello con la vasca, che avevo invaso di miei prodotti eliminando alcune confezioni vuote di latte detergente di Dior, che dovevano essere appartenute ad Antonella in passato.

Durante il tragitto  dall'armadietto del bagno al cestino, avevo guardato quei barattolini come se potessero uccidermi, e se Paulo avesse visto quella scena mi avrebbe presa in giro per giorni.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Where stories live. Discover now