Capitolo 39 - Para siempre.

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Set your dreams where nobody hides
Give your tears to the tide
No time
No time
There's no end, there is no goodbye
Disappear with night
No time.
[Wait, M83.]
~~~

"Smettila o ti faccio bere litri di mate senza zucchero!" urlò Paulo mentre lo rincorrevo per la sua casa di Córdoba.

Avevamo passato il mese appena trascorso girando il Brasile per la Copa America, in cui l'Argentina non aveva vinto. In ogni caso, Paulo era orgoglioso di sé stesso per aver segnato un goal davvero significativo, e per essere riuscito, finalmente, ad entrare in sintonia con i suoi compagni.

Avevamo deciso di restare un'altra settimana in Argentina, nella villetta che Paulo aveva comprato l'anno prima a Córdoba. Era una semplice casetta nei pressi del centro città, con una piccola piscina e un giardino appena fiorito. Quello era l'ultimo giorno, prima di tornare in Italia, e quel paese completamente opposto al mio mi sarebbe mancato infinitamente.

Inutile dire quanto mi fossi innamorata dell'America Latina in quel periodo. I suoi colori accesi e il sorriso delle persone mi avevano scaldato il cuore dal momento in cui ero uscita dall'aeroporto, ormai circa un mese prima. Era quasi triste pensare a come il tempo volasse, e a quanto le cose passino in fretta una volta che ci si affeziona e si fa l'abitudine a esse.

L'autunno argentino era abbastanza tiepido, ma il sole era ancora estremamente caldo rispetto all'Europa e riuscivamo a fare il bagno nella piscina riscaldata nonostante le temperature si stessero gradualmente abbassando.

In quel preciso momento, stavo ricorrendo Paulo per tutta la casa, dal momento che mi aveva buttata in piscina con i vestiti addosso. In fondo non ero per niente arrabbiata, ma era divertente vedere quanto lui si innervosisse a ogni passo che compivo con i vestiti gocciolanti. Sembrava mia nonna quando, da piccola, tornavo a casa dal parco sporca di terra e cominciavo a saltare sul divano.

"Va bene, propongo una tregua." dissi quando mi resi conto di avere il fiato e di essere ormai piegata sulle ginocchia.
La mia resistenza era veramente uno schifo in confronto a quella di Paulo, che stava continuando a correre con uno sguardo esageratamente sfidante.

"Ti arrendi così facilmente?" chiese, trattenendo una risatina strafottente,
"Per ora goditi la tua vittoria, ma sappi che non finisce qui." mormorai, mentre lui si avvicinò a me, e ci sedemmo sul divano l'uno accanto all'altra.

"Ti amo, lo sai?" chiese, prima di poggiare dolcemente le sue labbra sulle mie, senza lasciarmi il tempo di rispondere alla domanda. Mi limitai ad annuire, tra un bacio e l'altro e a sussurrare dei "ti amo" quasi inaudibili.

"Portami a fare un giro." dissi dopo aver passato l'ultima mezz'ora ad accarezzare i capelli di Paulo, disteso con la testa sul mio ventre.
"Ogni tuo desiderio è un ordine, vostra maestà." mi prese in giro, alzandosi e lasciandomi un bacio sulla fronte.

Mi rivestii con capi asciutti e Paulo mise una delle sue t-shirt non esattamente sobrie. Quella in questione aveva una stampa con delle catene e dei serpenti, tutto nei toni dell'oro su sfondo nero.

Io, dall'alto dei miei jeans e della mia maglietta bordeaux con le maniche a tre quarti, lo aspettai davanti alla porta di casa per una buona decina di minuti prima che si fosse pettinato e avesse scelto quale paio di scarpe indossare tra le tante.

Facemmo una semplice passeggiata per il centro, restando seduti su una panchina in Plaza San Martin con la vista su una splendida fontana e sul municipio della città che era di un color sabbia dalle mille sfumature.

Amavo come un secondo si fosse in mezzo ai grattacieli e come l'attimo dopo essi sparissero per lasciare spazio alle tipiche casette colorate e alle piazze decorate con il mosaico.

Era tutto talmente colorato da sembrare che gli occhi si incrociassero, e che i colori si fondessero in un arcobaleno. Per me, però, c'era comunque un colore che non avrei mai potuto confondere, una luce che nessuno sarebbe mai riuscito a spegnere. Ed era il ragazzo che camminava alla mia destra, con le dite intrecciate alle mie, mentre tornavamo a casa dopo aver preso una cena da asporto.

Il vento mi scompigliava i capelli, mentre il tramonto segnava la fine di un'altra giornata in quel paese che mi stava dando così tanto.

"Eres tan hermosa. Me muero de amor por ti." disse Paulo, una volta terminata la cena, che avevamo mangiato sul terrazzo.                                                         
"Yo también." risposi, prima che si buttasse letteralmente sulle mie labbra.

Il riflesso dei suoi occhi color ghiaccio era ben inciso nei miei verdi, e il suo sguardo era stranamente timido e meno sfacciato del solito. Sembrava volesse chiedermi il permesso di ciò che stava per fare, e mi sembrò strano vedere quel lampo di insicurezza negli occhi dell'uomo che amavo dopo essermi concessa a lui così tante volte.

Annuii una volta, come per dargli il mio consenso. Poi, inciampando l'uno nei piedi dell'altra pur di non interrompere il contatto, arrivammo alla camera da letto. Restammo intrappolati in quel bacio per minuti interi, come se la consapevolezza che quella sarebbe stata l'ultima notte in Argentina ci costringesse a non separarci mai. Come se il tempo pesasse su di noi, facendoci realizzare quanto quell'anno fosse passato in fretta, tra momenti felici e tristi.

Le mie mani erano dietro la nuca di Paulo, accarezzandogli i capelli. Le sue, invece, erano ancorate saldamente ai miei fianchi. Il suo petto abbronzato era in perfetto contrasto con la mia carnagione chiara, quasi bianca. Dalla finestra entravano raggi bassi, a causa dell'orario avanzato, che illuminano di striscio il viso del ragazzo che amavo alla follia.

Facemmo l'amore mille volte quella notte, non curanti del fatto che avremmo dovuto prendere un aereo la mattina dopo. Restammo svegli, assistendo al cambio tra sole e luna, mentre i nostri corpi si fondevano in uno solo più e più volte. Mentre i nostri gemiti risuonavano in quella casa non troppo grande, e i nostri sussurri sembravano urlare quanto ci amassimo.

In quel momento, seppi con certezza che non avrei mai più potuto provare amore se non per Paulo.

Seppi di non aver amato nessun altro nel modo folle e infinito in cui amavo lui, seppi di non poter fare a meno della sua presenza nella mia vita nemmeno un secondo.

Sentii dentro di me una conferma del fatto che lui sarebbe sempre stato la mia àncora.

Seppi che avrei potuto andare ovunque nel mondo, perché lui sarebbe sempre stato la mia casa.

Capii che non quest'ultima non era un insieme di muri e di mobili, ma due cuori.
Due cuori legati l'uno all'altro, indipendentemente dal futuro e dal luoghi in cui la vita ci avrebbe portato.

Le mie paure di potermi separare da lui, sparirono. Il mio bisogno di certezze svanì quando mi accorsi di non desiderare nulla di più.

Avevo ottenuto il lavoro dei miei sogni, nella mia città del cuore. Sempre in quella magica Torino, avevo conosciuto l'amore della mia vita. Avevo imparato a lasciarmi andare, a lasciare che il mio cuore fosse libero come lo ero io.

Ed ora, tra i baci di Paulo e le nostre pelli sudate e luccicanti, tra i nostri sguardi ricchi di emozioni e d'amore, mi sentii a casa.


Hello everybody!
Ho pianto tutte le mie lacrime scrivendo questo capitolo, capirete meglio tra qualche giorno il motivo, anche se molti di voi probabilmente avranno già indovinato.
Hope you enjoyed this chapter, and the story.
All the love. ♥️
Sofia.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Where stories live. Discover now