Capitolo 16 - Te amo.

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Ho voluto mettere una foto di Paulo e Oriana perché li amo e questo capitolo mi ricorda molto loro.

I'm gonna take a little time
A little time to look around me
I've got nowhere left to hide
It looks like love has finally found me
In my life there's been heartache and pain
I don't know if I can face it again
Can't stop now, I've traveled so far
To change this lonely life
I wanna know what love is
I want you to show me
I wanna feel what love is
I know you can show me.
[I Wanna Know What Love Is, Foreigner.]

Camminammo con le mani intrecciate per i portici di via Roma, quasi vuoti a causa dell'orario.
Ci addentrammo in una via secondaria, e poco dopo entrammo al cinema.

Dopo quasi dieci minuti di indecisione su che film vedere, avevo convinto Paulo a fare testa o croce: se fosse uscita testa avrei scelto io, se fosse uscita croce avrebbe scelto lui.
La fortuna fu dalla mia parte, e io ringraziai l'universo per non avermi costretta a vedere un film sugli zombie, di cui Paulo continuava a fissare la locandina con occhi sognanti.

"Così non è valido, hai barato." disse Paulo, con il tono di un bambino,
"Devi trovare una scusa a tutti i costi? Accetta la sconfitta mister orgoglio." gli dissi fiera,
"Avrò la mia rivincita." promise, con aria furba,
"Io non ci giurerei troppo se fossi in te." cercai di smontare il suo orgoglio, poiché avevo capito cosa intendesse con quella frase,
"Ne parliamo a casa." sussurrò sorridendo e sedendosi cercando di non far cadere i popcorn.

Avevo scelto un film americano, un giallo, in modo che Paulo non si annoiasse troppo, e che io non morissi di paura come facevo ogni volta che sceglieva lui cosa vedere.

Quando il film finí, Paulo mi chiese se mi andasse di fare una passeggiata e ci incamminammo per il centro di Torino, arrivando in piazza San Carlo, da sempre uno dei miei posti preferiti.

Trovammo un bar aperto, così decidemmo di entrare e prendere una cioccolata calda per riscaldarci.

Usciti dal bar trovammo un freddo pungente ad aspettarci, ma avevo sempre amato l'inverno, perciò non mi diede particolare fastidio.

"Posso portarti in un posto?" mi chiese Paulo, con gli occhi carichi di speranza,
"Certo." risposi semplicemente, avvicinandomi a lui per baciarlo,
"Solo se non sei stanca, però. Se non vuoi torniamo a casa."
"Sei tu quello che ha fatto otto ore di allenamento oggi, dovrei farti io questa domanda. Comunque non sono stanca, e poi ora mi hai incuriosito, quindi portami in questo posto misterioso." sentenziai convinta.

Camminammo mano nella mano per quasi venti minuti, e notai che ci stavamo allontanando sempre di più dal centro.

Arrivammo su un lungo Po un po' periferico, e deserto, ma da cui si scorgeva, sull'altro lato, tutta la città illuminata. Si vedevano gli alti palazzi impotenti del centro, e in lontananza i blocchi di palazzi della periferia. Si scorgeva la Mole illuminata e si sentiva qualsiasi rumore, a causa della calma di quel piccolo paradiso. La colonna sonora erano i rumori delle macchine che sfrecciavano per la città.

"Ti piace?" chiese Paulo, con la voce ridotta a un sussurro,
"È bellissimo. Come hai trovato questo posto?"
"Appena arrivato a Torino sentivo molto la mancanza di Palermo, e sopratutto sentivo la pressione di una grande squadra. Per i primi sei mesi fu molto difficile per me, anche se ora non potrei essere più felice. In ogni caso, spesso sentivo di voler isolarmi e pensare, perciò facevo delle camminate lunghissime da solo. Una sera sono arrivato qui un po' per caso, e mi è piaciuto tantissimo questo posto, al punto che ora ci vengo ogni volta che ho un po' di tempo." confessò sorridendo, con gli occhi che brillavano nonostante l'oscurità della notte.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Where stories live. Discover now