Capitolo 10 - Presentaciones.

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Imagine a world like that
Imagine a world like that
We go like up 'til I'm 'sleep on your chest
Love how my face fits so good in your neck
Why can't you imagine a world like that?
Imagine a world.
[Imagine, Ariana Grande.]
~~~

Restammo abbracciati a lungo, non avrei voluto essere da nessun'altra parte.

"Cosa è successo?" chiese, con un filo di voce, ma chiaramente preoccupato,
"Nulla, ho chiamato Lisa su FaceTime e poi mi sono sentita in colpa per essere assente per lei in questo momento. Io l'età che ha lei l'ho vissuta di merda, e anche se per lei è il contrario mi piacerebbe esserci sempre per lei." gli spiegai, ricominciando a piangere.
"Io invece volevo darti una buona notizia: il mister ci lascia liberi da domani, perché non andiamo dai tuoi con un giorno di anticipo?" chiese, tenendomi la mano,
"Facciamogli una sorpresa." sorrisi leggermente, e poi Paulo mi prese in braccio, iniziando a baciarmi.

Eravamo andati oltre il semplice piacersi.

Nonostante io fossi una persona estremamente timida e riflessiva, con Paulo ero sicura.

Le sue mani finirono sotto la mia felpa, sul mio seno, sulla mia schiena, facendomi infuocare.
In poco tempo, ci trovammo solo con la biancheria, per poi togliere anche quella.
"Sei sicura?" sussurrò Paulo tra un bacio e l'altro, 
"Si. Ce l'hai un..." non mi lasciò il tempo di finire, perché riprese a baciarmi, per poi sollevarmi con forza e farmi finire sotto di lui.
"Ti voglio dal primo bacio che ci siamo dati." disse, la voce instabile e affannata,
"Lo vuoi anche tu?" chiese poi, osservando i nostri corpi pronti a fondersi in uno solo.
Annui, ma a lui non bastava,
"Dillo." sussurrò
"Sì. Lo voglio anche io." dissi, con voce roca, ma convinta.

Cercò qualcosa nella tasca dei pantaloni, e mi venne da ridere quando vidi un preservativo: era davvero uno che li aveva sempre nella tasca dei pantaloni?!

Sorrisi, e quando Paulo mi diede la certezza di essere protetti e i nostri corpi si unirono, formando un corpo solo, mi sentii esplodere.

Terminammo grifando affannati l'uno il nome dell'altra, e Paulo si sdraiò accanto a me, abbracciandomi forte.

Il giorno seguente saremmo partiti presto, per evitare di trovare traffico, perciò preparai la valigia.
Mi aveva sempre fatta stare male il fatto di dover preparare la valigia per tornare a casa mia: la trovavo una cosa tristissima.
Tuttavia gli unici vestiti che avevo lasciato appartenevano al periodo compreso tra i 14 e i 18 anni, e ora mi stavano estremamente striminziti.
D'altronde dopo tutti quegli anni sentivo molto più "casa" il mio appartamento a Torino, piuttosto che la casa dei miei genitori.

Quella sera dormii a casa di Paulo:
"Cosa devo portare?" mi chiese, guardando confuso l'enorme cabina armadio,
"Nulla di che, ce l'hai un maglione con la renna?" scoppiammo a ridere, "Boh, prendi qualcosa di elegante per il cenone e il pranzo del venticinque. Non intendo il completo con il papillon, bastano dei pantaloni, anche dei jeans... non lo so Paulo, sto andando in ansia a vedere tutti questi vestiti, prendi quello che metteresti per Natale in argentina." dissi, parlando velocemente, e dandogli un bacio veloce,
"Ah quindi costume? Il Natale in Argentina è in piena estate." scoppiò a ridere, e poi prese dei vestiti e li buttò a caso in un borsone nero.
Lo guardai storto, per poi svuotare il borsone, ripiegare i vestiti e disporli in modo ordinato. Lui alzò gli occhi al cielo, e poi fissò il grande orologio bianco:
"Cosa mangiamo?" chiese, con lo stesso tono che avevo io da piccola quando lo chiedevo a mia madre,
"Mc Donald's? Pizza? Roba... sana?"
"Decisamente pizza." sorrise.

Indossai una sua felpa e ordinammo la pizza e la mangiammo stravaccati sul divano guardando Breaking Bad, che io non avevo mai visto, e che doveva essere una serie bellissima, secondo Paulo. Ammetto che mi prese molto la trama, ma avendo visto solo pochi episodi non avrei saputo dirne un'opinione.
"Te gusta?" chiese Paulo, appoggiando sul pavimento i cartoni della pizza, ormai vuoti,
"Mucho." mi limitai a rispondergli, perché ero troppo concentrata a guardare le nostre dita intrecciate; lui se ne accorse, mi diede un bacio, e poi lo appoggiai la mia testa sulla sua spalla, lasciando che il suo profumo fresco invadesse le mie narici.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora