Capitolo 6 - Espectacular.

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When the night has come
And the land is dark
And the moon is the only light we'll see
No I won't be afraid, no I won't be afraid
Just as long as you stand, stand by me
So darlin', darlin', stand by me, oh stand by me
Oh stand by me, stand by me
If the sky that we look upon
Should tumble and fall
Or the mountains should crumble to the sea
I won't cry, I won't cry, no I won't shed a tear
Just as long as you stand, stand by me.
[Stand by me, Ben E. King.]
~~~
Camminammo per dieci minuti prima di arrivare all'auto di Paulo, che tirò giù i sedili anteriori e prese a frugare nel baule, tornando nell'abitacolo con una bottiglia di Coca Cola, un pacco di biscotti e una coperta enorme, poi sentii il mio sedile diventare caldo:
"Paulo?"
"Si nena?" rispose lui, mentre apriva i biscotti
"C'è una sigaretta che sta per farci andare a fuoco sotto al mio sedile oppure i tuoi sedili sono magici?" chiesi con voce un po' spaventata.
Lui scoppiò in una sonora risata:
"Ho i sedili riscaldati. Davvero non hai mai vista una macchina con i sedili così?" mi chiese continuando a ridere di gusto,
"No, mio padre ha un'Audi e mia madre una Punto. Sai com'è, noi comuni mortali normalmente non ce ne andiamo in giro su una Lamborghini." dissi, facendogli l'occhiolino.
"Domani mi ringrazierai per aver dormito al caldo, e non essere diventata di ghiaccio." sorrise ironicamente.

Mangiammo un paio di biscotti e poi telefonai a mia madre fingendo fosse tutto normale, misi in carica il cellulare con il power bank, presi una delle mie salviette struccanti dalla borsa e rimossi il trucco, tolsi gli stivaletti e il capotto e mi stesi sui sedili dell'auto di Paulo, che erano più comodi del mio divano e del mio letto messi insieme. Si avvicinò a me, mi baciò, e poi mi diede un bacio sui capelli sussurrando:
"Buenas noches nena."
"Notte." gli sorrisi, accarezzandogli dolcemente i capelli.
Pochi minuti mi addormentai ancora con il sorriso stampato sulle labbra, per via di quella giornata quasi surreale.

Sentii qualcuno accarezzarmi i capelli, e quando aprii gli occhi vidi il braccio di Paulo che mi cingeva la vita, e con l'altra mano stava accarezzando la mia folta chioma color cioccolato. Mi sedetti sul sedile, che era ancora caldo, e sorrisi a Paulo:
"Sono le sei del mattino, non volevo svegliarti nena, anche perché io amo dormire, però non volevo farti perdere anche l'alba, abbiamo già perso il tramonto ieri." mi disse continuando ad accarezzarmi i capelli,
"Grazie, per avermi svegliata. Sarei rimasta troppo male se mi fossi persa l'alba."
Mi diede un bacio sulla guancia, ma lo sorpresi girandomi e posando le mie labbra sulle sue, e una volta che ci staccammo l'uno dall'altra lui prese a baciarmi dolcemente il collo.
I baci sul collo erano i miei preferiti, da sempre.
Mi facevano impazzire, erano la cosa più bella del mondo.

Aprii il parasole dell'auto, che conteneva un piccolo specchio, e presi la mini spazzola che avevo sempre in borsa e mi spazzolai i capelli leggermente mossi, che poi raccolsi in una mezza coda, misi un filo di mascara, mente Paulo mi guardava incredulo, per qualche motivo:
"Hai anche un vestito aderente e delle scarpe tacco dodici in quella borsa? Stai tirando fuori il mondo." rise, e io risi per la sua battuta un po' volgare, ma non ero il tipo di ragazza che si offendeva o si scandalizzava per quelle battute, anche perché molto spesso ero io stessa la prima a farle,
"Non mi piace essere impreparata ma, purtroppo per te, niente vestito." scherzai, facendogli la linguaccia, e lui scoppiò a ridere unendosi a me.

Misi gli stivaletti e presi il telefono dalla borsa, per controllare le notifiche, e solo in quel momento mi ricordai che era sabato, e avrei quindi dovuto passare la mattinata con Mel e Leo per pranzare insieme, come di consueto. Paulo notò la mia espressione e non poté evitare di sorridere, l'avrei fatto anche io:
"Estas bien nena?"
"Ho combinato una casino, Mel mi ucciderà e Leo non vorrà mai più avere nulla a che fare con me." dissi, in modo platealmente tragicomico,
"Cosa hai fatto di grave?" mi chiese Paulo, immaginando il peggio vista la sua espressione,
"Dovevamo pranzare fuori e passare la mattinata insieme ma io sono qui. Non intendo che vorrei essere altrove, anzi, però loro mi odieranno."
Paulo stava per parlare quando alzai la mano per bloccarlo, e telefonai a Melissa:
"Dimmi che non stai per darmi buca."chiese, probabilmente già consapevole della mia risposta,
"Paulo mi ha portata a Savona, non tornerò per pranzo, avrei dovuto dirtelo, lo so."
"Okay divertiti." sbuffò, fredda, e poi riattaccò senza darmi il tempo per ribattere.
Melissa odiava i ritardi, e le disdette dell'ultimo secondo, perciò ero abituata alle sue scenate, visto che la puntualità non era il mio forte.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Where stories live. Discover now