Capitolo 34 - Aeropuertos.

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Make sure to keep my distance,
Say I love you when you're not listening,
How long, 'til we call this love, love, love?
[Distance, Christina Perri.]
~~~

Due settimane dopo.

Quella mattina mi svegliai particolarmente malinconica: da lì a poche ore Paulo sarebbe partito per l'Argentina, per fare due settimane di allenamento con la sua Nazionale.

Cercavo di mostrarmi felice, in fondo non era molto tempo e non volevo compromettere la sua visione del calcio. In realtà, dentro di me c'era una lotta all'ultimo sangue tra i miei sentimenti e ciò che era giusto per Paulo.

"Buongiorno princesa." mi salutò Paulo quando mi stropicciai gli occhi, per poi lasciargli un bacio sulle labbra.

Tutto ciò mi sarebbe mancato da morire.

Capii che non sarebbe stato solo un bacio quando Paulo mi cinse i fianchi e poi si mise a cavalcioni su di me. Gli accarezzai il viso per poi far scivolare la mia mano sul suo petto scolpito.
Senza preavviso, Paulo mi tolse il pigiama, che era una sua maglietta.

Quando entrò in me, strinsi forte le lenzuola candide, mentre le nostre lingue non perdevano il contatto. Le sue spinte erano lente, quasi avessimo bisogno di fermare il tempo, e imprimere nella nostra mente ogni singolo dettaglio dell'altro.

Quella volta fare l'amore con lui mi sembrò ancora più romantico e ricco di sentimento. Raggiunsi il culmine mentre ci confessavamo, per l'ennesima volta, quanto ci amassimo.

Due ore dopo, ci stavamo dirigendo verso l'aeroporto di Torino, con Paulo che guidava silenziosamente. Alicia sarebbe partita con lui, perciò in macchina c'era anche lei.

Senza che avessi il tempo di rendermene conto, parcheggiammo fuori dall'aeroporto. Paulo scaricò le valigie, e ci dirigemmo verso l'ingresso.

Accompagnai il mio ragazzo e sua madre fino ai controlli, dopo di che non mi fu più permesso seguirli. Quando capii che il momento fosse arrivato, dovetti deglutire più volte per non piangere. Nonostante si trattasse di relativamente poco tempo, non ero mai stata lontana da Paulo per così tanto tempo.

Salutai prima Alicia, che si lasciò scappare una lacrima, ma mi strinse a sé.
"Ci vediamo presto, Martina. Grazie per tutto quello che fai per lui." sussurrò, per poi staccarsi dall'abbraccio.
Mi limitai a sorriderle e assicurarle che ci saremmo viste presto.

Quando mi trovai davanti a Paulo lo guardai negli occhi per una manciata di secondi, prima di stringerlo forte a me. Quei due occhi color ghiaccio mi sarebbero mancati da morire.

"Ti amo, due settimane passano in fretta." mi rassicurò,
"Ti amo anch'io. Ti amo, ti amo, ti amo."
"Sempre, ti amerò sempre."
Dopo avermi detto quest'ultima frase, ci baciammo. Fu un bacio dolce e assaporato fino all'ultimo secondo, quando Paulo dovette andare per non perdere il volo.

Lo guardai allontanarsi, con Alicia al suo fianco. Quando fu abbastanza lontano, mi accorsi di una lacrima calda che scendeva indisturbata sulla mia guancia.
Prima di entrare nell'ascensore che li avrebbe portati al gate, Paulo si giro un'ultima volta verso di me, e mi mimò un "ti amo" con le labbra. Mi limitai a rispondergli con un "anch'io" e a mandargli un bacio con la mano.
Poi, le porte dell'ascensore si chiusero, e capii che non avevo più nulla da fare in quell'aeroporto.

Uscii dall'edificio e mi diressi verso la macchina di Paulo, che avrei usato io in quelle due settimane. Nonostante i miei sforzi, appena chiusi la portiera la prima di tante lacrime iniziò a bagnarmi il viso. Rimasi lì, piangendo, per quelli che mi parvero giorni. In realtà furono pochi minuti, ma a volte fa bene sfogarsi e io, in quel momento, ne avevo davvero bisogno. Ero sotto stress per il lavoro e la laurea, e la partenza di Paulo era stata la ciliegina sulla torta.

Proprio durante quei minuti, un violento temporale si abbatté su Torino, facendomi sorridere: amavo la pioggia alla follia. Ma in quel momento fu come se il cielo stesse piangendo con me e, per quanto stupido possa sembrare, mi sentii meno sola.

Quel pomeriggio avevo in programma di vedere Mel e Leo, perciò guidai fino a casa del mio amico, dove ci saremmo trovati. Avevo spiegato loro che Paulo sarebbe partito, perciò li avevo avvertiti che il mio umore non sarebbe stato dei migliori.

Arrivai a casa di Leo, che mi salutò con un abbraccio, mentre Mel era già occupata ai fornelli come fosse a casa sua. Grazie a lei, però, mangiai un piatto di pasta decente, a differenza di quelli scotti che cucinavo io.

Nel pomeriggio guardammo un film, di cui non ricordo il titolo, ma che era era comico. Quindi, insieme ai miei amici, mi tirò un po' su il morale.

Quella sera, come successe per tutte le serate successive, Paulo mi chiamò su FaceTime.
"Ciao amore." lo salutai,
"Ti manco, princesa?" chiese a brucia pelo,
"Molto modesto da parte tua. Si mi manchi." ammisi,
"Mi manchi anche tu. Qui è autunno e fa un freddo cane. Però sono in un bell'hotel, in centro a Buenos Aires."
Disse, prendendo in mano il telefono e avvicinandolo al suo viso. Solo in quel momento notai delle occhiaie spaventose sotto i suoi occhi, e mi chiesi se c'entrassero qualcosa  con gli incubi di cui mi aveva parlato Alicia.
"Hai dormito un po'? Il jet lag ti avrà distrutto." dissi, cercando di rimanere il più vaga possibile.
"Ho cercato di dormire per tutto il volo ma non sono riuscito a chiudere occhio.
"So dei tuoi incubi." dissi solo, incapace di tenere quel segreto per un secondo di più.
"Cosa? Io... io davvero non... non ho mai voluto mentirti. Te l'ha detto mia madre?"
"Sì, mi dispiace di non avertene parlato prima. E mi dispiace per aver tirato fuori l'argomento adesso, avrei preferito di gran lunga parlarne faccia a faccia." dissi, senza alzare gli occhi e incrociare il suo sguardo.
"Non preoccuparti, sono stato io a tenertelo nascosto. Immagino che sia il momento di dirti tutto. Da quando mio padre è morto ho iniziato ad avere sempre lo stesso incubo: io che correvo in campo e lui che era sempre davanti a me. Lo rincorrevo fino ad essergli vicinissimo, ma proprio in quel momento lui spariva. A quindici anni ho smesso di giocare per un po', ogni volta che mettevo piede in campo mi veniva in mente il mio incubo. Ho provato ad andare da uno psicologo, ma non mi ha aiutato per niente, quindi mi sono semplicemente arreso all'idea di non dormire. L'unica persona con cui riuscissi a chiudere occhio era mia madre, ma quando mi sono trasferito in Italia è stato davvero complicato. Spesso svegliavo mia madre nel bel mezzo della notte. Anche quando stavo con Antonella non sono mai riuscito ad evitare gli incubi. Poi sei arrivata tu. Non so spiegare perché, ma quando dormo con te non li ho. È per questo che non te ne ho mai parlato. Pensavo di non farti preoccupare, ma ho sbagliato. Mi dispiace, mi amor." concluse il suo monologo continuando a fissare un punto oltre il telefono, mentre io ora guardavo i suoi occhi.

"Ehi, non hai niente per cui sentirti in colpa, okay? Capisco quanto sia difficile per te, e non nego che avrei voluto saperlo, ma solo per starti vicino. È un peso che voglio condividere con te, ma capisco che ti servisse tempo per poterne parlare. E ti ringrazio per esserti aperto con me e avermene parlato."

Lui annuì e io sorrisi leggermente.

"E quando li sarà notte, qui sarà giorno. Quindi se non riesci a dormire, voglio che mi chiami. Promesso?"
"Va bene, mi amor, te lo prometto. Ora devo andare ad allenarmi, ci sentiamo dopo, vale?"
"Vale, te amo." dissi, mentre lui si aprì in un sorriso.
"Yo también." detto ciò, gli mandai un bacio con la mano e poi chiusi la chiamata.

Rimasi per una decina di minuti a guardare il vuoto, seduta sul divano del nostro appartamento. La televisione stava trasmettendo un qualche programma di cui non sapevo niente, la lavastoviglie era accesa e fuori la pioggia continuava a cadere indisturbata.

Andai verso la cabina armadio e indossai una felpa di Paulo, inspirandone profondamente il profumo. Fatto ciò, andai a in camera e mi sdraiai nel letto, pronta per addormentarmi. Ma non prima di aver pensato a due occhi color ghiaccio.

Hello everybody!
In questi giorni vorrei pubblicare tantissimo per potermi mettere in linea con il tempo reale e quindi ambientare i capitoli a luglio, in questo caso. Spero di riuscirci, soprattutto perché sono in vacanza e non ho molto tempo.
Love you all. ♥️
Sofia.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Onde as histórias ganham vida. Descobre agora