Capitolo 32 - Dos corazones en un hogar.

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Love you forever and forever
Love you with all my heart
Love you whenever we're together
Love you when we're apart.
[I will, The Beatles.]
~~~

Un mese dopo.

"Buen dia mi amor." disse Paulo, prima di darmi un ultimo bacio e sparire in bagno. La sera prima eravamo andati allo stadio dove avevo assistito all'eliminazione della Juve dalla Champions per mano dell'Ajax. Devo dire che fu abbastanza doloroso, e lo fu ancora di più per Paulo. Quell'anno ci aveva creduto con tutto sé stesso, nonostante non stata la sua stagione migliore.

Quel giorno dovevo lavorare, perciò mi vestii e feci colazione di fretta. Salutai Paulo con un bacio e uscii di casa per dirigermi verso La Repubblica.
Il giorno prima ero andata a pagare la mia prima bolletta per l'appartamento di Paulo, dato che l'avevo praticamente obbligato a farmi contribuire alle spese, e ed ero davvero soddisfatta di poterlo fare.

Camminai a passo spedito per via Roma finché non mi trovai davanti al mio posto di lavoro. Devo ammettere che gestire tutto stava diventando complicato, soprattutto dato che stavo per laurearmi, ma era tanto faticoso quanto gratificante vedere i risultati dei miei sforzi, sia in ambito lavorativo che universitario.

Salii le scale del giornale salutando chiunque vedessi, e finalmente mi rinchiusi nel mio ufficio dove trovai una pila di articoli da leggere e perfezionare. In più, dovevo anche scriverne due entro la fine di quella settimana. La quantità di lavoro era davvero grande e cresceva sempre di più con il passare del tempo, ma ero follemente innamorata del mio impiego. In più vedere la mia passione e il sogno di una vita essere la realtà quotidiana era davvero appagante.

Accesi il computer e cominciai a lavorare, mangiando solo un tramezzino per pranzo. La giornata passò senza troppe cerimonie, e prima che potessi rendermene conto ero di nuovo sotto quella che ora sentivo casa mia, ovvero l'appartamento mio e di Paulo.
Entrai in casa stanca dopo quella giornata ma incredibilmente felice, e trovai Paulo sul divano con in mano un libro. Non era tipo da libri, ma vedere quella scena fu davvero un qualcosa che porterò per sempre nel cuore. Il libro che stava leggendo era Cime Tempestose, il mio preferito. Non mi aveva sentita entrare, perciò ne approfittai per restare ad osservarlo come se il mondo fosse completamente buio e lui fosse l'unica lanterna.
Un paio di minuti dopo notò la mia presenza e venne a salutarmi con un bacio a fior di labbra. Mi raccontò di aver trascorso la giornata a casa e di aver trovato il mio libro sul comodino. Disse di non essere riuscito a trattenere la curiosità, ed io ne fui immensamente felice.

Amavo quel lato del carattere di Paulo, l'essere sempre un po' bambino, curioso e spensierato nonostante tutto. Questo non significa che fosse una persona superficiale o frivola, ma aveva un modo di affrontare le piccole e le grandi cose che a volte mi lasciava davvero spiazzata in modo positivo: riusciva a trovare il bello in ogni singolo fatto, e quando non c'era se lo inventava lui.

"Comunque secondo me non è scritto in italiano, sarà una forma di latino semplificato." mormorò aggrottando le sopracciglia con fare confuso,
"È solo scritto in un registro più alto, sai non tutti si esprimono tra parolacce e una media di trenta parole in tutto." dissi, ed entrambi scoppiammo a ridere.
"Voglio portarti a fare un giro, va bene o sei stanca?" chiese Paulo interrompendo le nostre risate,
"Mi riposerò da morta." cinguettai dirigendomi verso la cabina armadio dove avrei preso i vestiti che avrei indossato quella sera. Presi un paio di jeans e una camicetta nera, avevo passato tutto il giorno in vestito e tacchi alti e non ne potevo davvero più. Una delle poche cose che non sopportavo di quello che ora il mio lavoro, era il doversi vestire perlopiù eleganti.

Volevo uscire e distrarmi un po' da tutta la pressione causata dalla laurea e dal lavoro, perciò sperai con tutta me stessa che quella serata fosse semplice e rilassante. Presto la mia mente si ritrovò catapultata nel salotto del nostro appartamento, con Paulo davanti a me già pronto per uscire. Indossava un paio di jeans neri, come sempre, e un maglioncino verde scuro, accompagnati da un giubbotto leggero di pelle nera. Era impeccabile, nonostante fosse vestito davvero semplicemente. Devo ammettere che lo preferivo molto più nelle vesti di un ragazzo di venticinque anni che nel vestito elegante della società che, per quanto gli conferisse un aspetto serio, professionale e anche attraente, lo faceva sembrare più spento e triste.

Sólo tú y yo. || Paulo Dybala. Where stories live. Discover now