Trentatré (❤)

6.7K 161 46
                                    

Non sono mai stata più stanca di così. Ho corso per trenta minuti senza sosta, forse anche di più dei giocatori. Mi fa male la gola, non ho smesso di urlare un secondo per farmi sentire dai miei ragazzi. Sì, ormai li considero i miei ragazzi perchè sul campo oggi ero io il loro allenatore. 

Mi hanno seguito alla lettera, ribaltando alcuni schemi esistenti per provare a fare qualcosa di nuovo. E i risultati si sono visti. 

Triplice fischio, allenamento finito.

I ragazzi sono in cerchio a centrocampo per fare allungamento e defaticamento muscolare, io sono in mezzo a loro che continuo a camminare avanti e indietro, esponendo le mie riflessioni e considerazioni su ciò che ho appena visto.

"Bene, ragazzi, ottimo lavoro. Siete stati molto bravi e avete seguito alla lettera le mie indicazioni, anche se erano diverse dagli schemi a cui siete abituati. Io non sono un allenatore e non ho la presunzione di saperne di più di Max che continua a dare una marcia in più a questa squadra. Ma da tifosa e appassionata di calcio, la prima cosa che si nota quando si guarda giocare la Juventus è la mancanza di uomini in area di rigore quando arriva il momento del cross e i pochi passaggi filtranti in verticale che ci permettono di avvicinarci all'area avversaria. Spero di essere stata all'altezza e, chi lo sa, magari qualcosa di buono l'ho fatto" concludo il mio discorso sedendomi al centro del cerchio formato dai bianconeri, mentre mister Allegri si avvicina a grandi falcate a me. 

"Olivia, sei stata molto all'altezza. Sai, non si nasce allenatori, lo si diventa. Hai carisma, passione, tanta intelligenza e visione di gioco. Mi piacerebbe che mi affiancassi sulla panchina se per te va bene, che cosa ne pensi?"

No, aspettate un attimo, cosa?

"Non potrei essere più onorata, grazie mister" sorrido e stringo la mano ad Allegri, mentre i ragazzi si avvicinano a me e mi abbracciano. E sinceramente non mi interessa nemmeno il fatto che siano tutti sudati e onestamente ben poco profumati, sono felice e nessuno può smontarmi questa giornata.

"Adesso tutti sotto alla doccia che siete inavvicinabili!" Tutti scoppiano a ridere sentendo le mie parole.

"Non è che tu emani Chanel n°5" Miralem si fa sentire sopra le risate, ricevendo uno schiaffo amichevole sul braccio da parte mia.

Mi accodo alla squadra per andare negli spogliatoi, ma mi sento tirare per un braccio e vengo scaraventata all'indietro, sbattendo contro un fisico muscoloso che riconoscerei tra mille.

"Dove credi di andare?" La voce di Federico si abbassa notevolmente, facendomi perdere il contatto con il mondo esterno. Siamo rimasti solo noi due in campo e sugli spalti non c'è più anima viva. 

"A lavarmi, puzzo come una capra" sorrido, spostandogli i capelli sudati che ricadono disordinati sulla sua fronte.

"Non mi interessa" si avvicina a me, sfiorando le labbra con le mie, ma senza baciarmi.

"Che cos'hai?" Lo vedo più spento del solito, normalmente non avrebbe problemi a baciarmi come se non ci fosse un domani.

"Niente, mi ecciti particolarmente quando sei autoritaria e non sono riuscito a concentrarmi per tutta la partitella" ammette, avvolgendo la mia vita con le sue braccia forti.

"Beh, ti ci dovrai abituare, caro Bernardeschi" mi mordo il labbro inferiore inchiodando i miei occhi nei suoi, riuscendomi quasi a specchiare in essi.

"Lo sai l'effetto che mi fai" sussurra, affondando la testa nell'incavo del mio collo lasciando una serie di baci bagnati su di esso, facendomi impazzire. Mi attira ancora di più a se' e riesco a sentire la sue erezione premere contro di me. Alzo una mano per infilarla tra i suoi capelli e tirarli leggermente, cosa che so che lo fa impazzire. In risposta ricevo un gemito soffocato alla base del mio collo, che vibra dentro di me. 

Fino alla fine || Federico Bernardeschi || [IN REVISIONE 👩🏼‍💻]Where stories live. Discover now