Trentasei

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Torino, 18 agosto 2017

È quasi mezzanotte e non riesco a dormire. Sono sveglia dalle otto di stamattina, eppure la mia mente si rifiuta di rilassarsi e lasciarmi riposare per alcune ore. Per non restare a contemplare il soffitto della camera da letto di Federico ho optato per fare qualcosa di produttivo e mettermi al computer a lavorare.

Sono in salone, con le cuffiette per non disturbare il mio campione che domani avrà la prima partita di campionato e deve essere fresco e riposato.

Sto guardando gli highlights del Cagliari della passata stagione per essere totalmente preparata alla squadra che affronterà domani la mia Juventus al suo esordio in questa nuova Serie A.

È vero, sulla carta siamo più forti, ma nel calcio non si può mai stare tranquilli.
Niente è scontato.
Mai.

"Che ci fai ancora in piedi?" Due braccia mi avvolgono da dietro e quasi mi viene un infarto, non avendo sentito minimamente Federico entrare nella stanza.

"Cristo santo, mi vuoi uccidere?" Mi giro di soprassalto con il cuore in gola, dando uno schiaffo al bicipite scoperto dell'attaccante.

"Mai, piccola mia, non volevo spaventarti." Poggia il mento sulla mia testa e lascia un dolce bacio tra i miei capelli, mentre sistemo le mie mani sui suoi avambracci tatuati. "Cos'è sta roba?" Guarda il video in pausa sul computer, aggrottando le sopracciglia.

"Gli highlights del Cagliari dell'anno scorso" rispondo, annotandomi un paio di schemi di gioco adottati dalla squadra sarda.

"Direi che è ora di andare a dormire, vieni a letto con me" chiude il computer sul tavolo e fa girare la sedia con una sola mano, in modo che io sia davanti a lui e mi possa guardare negli occhi. "Andrà tutto bene, guardami" mi prende le mani nelle sue e se le porta alle labbra, lasciando piccoli baci sul dorso; si inginocchia davanti alla sedia per essere alla mia stessa altezza e continua il suo discorso. "Sei brava, non hai bisogno di questa roba, i numeri contano solo in matematica, non nel calcio, fidati di me. E tu sei una donna con i controcazzi, a volte mi fai più paura tu di Max, perciò rilassati, okay?"

Mi mordo il labbro perché rimango stupita ogni volta che Federico mi dimostra la sua intelligenza e dolcezza. Sa sempre tirarmi su il morale, riesce a farmi credere in me stessa quando vedo solo buio attorno a me.

"Come posso meritarmi un ragazzo perfetto come te?" Mi sporgo leggermente, liberandomi dalla sua presa e gli prendo il viso tra le mani, in modo da avvicinarlo al mio. Lentamente faccio incontrare le nostre labbra che si assaggiano con movimenti dolci, ma esperti.

"Andiamo, amore" Federico si alza e mi prende per mano per portarmi in camera da letto.

"Ridillo" sorrido e alzo lo sguardo, pregandolo con gli occhi di chiamarmi nuovamente con quella parola, che detta dalla sua bocca mi piace così tanto.

"Amore" sussurra con il suo tono di voce basso e roco: cosa che sa benissimo che mi fa manda fuori di testa.

In quel momento abbasso gli occhi e mi concentro per qualche istante sulle nostre mani: non avevo mai fatto caso che gli spazi tra le mie dita potessero combaciare così perfettamente con qualcuno.


***


Torino, 19 agosto 2017

Non mi sembra vero.
Sono qui.
All'Allianz Stadium.

Fino alla fine || Federico Bernardeschi || [IN REVISIONE 👩🏼‍💻]Where stories live. Discover now