Quarantaquattro

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Torino, 23 ottobre 2017

In questi ultimi giorni mi sono buttata a capofitto nel mio lavoro, sia il progetto universitario sia quello sulla panchina juventina. Da quando ho visto Veronica baciare Federico è come se i miei sentimenti si siano spenti, come se niente mi potesse toccare. Federico mi ha rubato il cuore per tre mesi e poi lo ha distrutto nel giro di un secondo.

Essere il secondo di Allegri sicuramente non mi aiuta a stargli lontano, questo è certo, ma lo tratto esattamente come tutti gli altri, come se fosse semplicemente un calciatore della Juventus, nulla di più.

Mercoledì scorso i ragazzi hanno giocato la partita di Champions League contro lo Sporting Lisbona vinta 2-1 all'Allianz Stadium grazie ai gol di Miralem e Mario. Loro due e Paulo sono stati molto importanti in queste settimane, non mi hanno praticamente mai lasciata sola, cercavano in tutti i modi di farmi sorridere e ci sono riusciti.

Gli unici momenti di solitudine li ho vissuti ieri e oggi perché i ragazzi hanno avuto la trasferta a Udine, che hanno vinto 6-2 con una straordinaria goleada. Miralem ha segnato l'ultimo gol bianconero al novantesimo, ha tirato una sassata da fuori area con il suo destro che mi ha fatta quasi ribaltare dal divano. Quello è assolutamente il colpo che preferisco, tutte le volte che calcia così mi alzo in piedi con le mani sul viso e il cuore che batte a mille.

I ragazzi sono stati fantastici perché la partita è iniziata male, eravamo sotto di un gol e poi abbiamo pareggiato, ma alla fine la vera grinta della Juventus è venuta fuori.

Sono sotto al portico di casa Pjanic, sempre ospite del mio migliore amico, dato che papà è ancora in America. L'ennesima sigaretta della giornata sta quasi finendo tra il mio indice e medio della mano sinistra mentre mi godo la vista straordinaria su Torino che posso apprezzare da qui.

In quest'ultima settimana ho ripreso a fumare: un vizio orribile che avevo ai tempi del liceo ma che poi sono riuscita a togliermi con non poca fatica. Il giorno dopo aver visto Federico e Veronica insieme sono entrata in una tabaccheria in centro e ho comprato un pacchetto di Camel blu. Senza neanche accorgermene sono tornata indietro a tanti anni fa, quando mi accendevo una sigaretta ogni volta che mi sentivo sola e le pressioni di mia madre diventavano insostenibili.

La vibrazione del mio cellulare mi riporta alla realtà. È papà. Non lo sento da giorni perché era sempre impegnato con il suo lavoro e ci siamo scambiati soltanto qualche breve messaggio, ma ora ha avviato una video chiamata.

È arrivato il momento della verità.

"Pulce come stai?" Rivedere il sorriso di mio padre fa tornare il buonumore anche a me.

"Ciao papi, tutto okay" rispondo, nel modo più spensierato possibile.

"Che è successo?" Incredibile: non posso nascondergli niente.

"Papi devo dirti una cosa importante" sospiro, come per buttare fuori tutta l'ansia e raccontare a mio padre quello che si è perso in queste settimane.

"Federico, immagino..."

"Ci siamo lasciati."

Breve e conciso. Sono inutili i giri di parole.

"Cosa?" Mio padre è sorpreso, spalanca la bocca e per poco non gli cade il cellulare dalle mani.

"Hai capito bene. È tornato con Veronica" aggiungo con un tono di voce neutro, come se la cosa non mi toccasse per niente.

"Amore, ne avete parlato?"

"Non c'è niente da dire, prima mi paragona a quella stronza e poi lo trovo che si sbaciucchiano allegramente finita la partita" alzo le spalle, mordicchiandomi senza sosta il labbro inferiore.

Fino alla fine || Federico Bernardeschi || [IN REVISIONE 👩🏼‍💻]Where stories live. Discover now