Epilogo

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Torino, 20 luglio 2018

Chi l'avrebbe mai detto che avrei festeggiato la mia laurea ed il mio ventitreesimo compleanno a casa di Miralem Pjanic, con tutti i calciatori della Juventus e le loro famiglie, con mio padre e la sua nuova compagna, i miei amici dell'università ed il mio ragazzo? Sembra tutto una fantasia, ma è la realtà.

Ne sono successe di cose in quest'ultimo anno. Mi ricordo quando io e mio papà siamo saliti su un treno a Milano Centrale e siamo venuti qui a Torino con le valige piene di speranze e scappando da quella che era la nostra quotidianità verso il vuoto. Avevamo il cuore ammaccato, siamo corsi via da un inferno che non potevamo sopportare un giorno di più. Abbiamo detto addio a tutto quello che conoscevamo e ci siamo spinti oltre, siamo cresciuti un po' insieme. 

Ha sacrificato tutto per me, è sempre stato la mia roccia e so che ci sarà sempre in ogni passo che deciderò di compiere - magari sbagliando a volte - ma sempre pronto a sorreggermi e consolarmi quando cadrò. Devo tutto a papà, mi ha insegnato a vivere, a portare rispetto a tutti, a parlare con il prossimo nello stesso modo in cui mi piacerebbe che gli altri parlino con me. E di questo gli sarà eternamente grata. 

La vita non è stata clemente con lui ma vederlo ora abbracciato a Barbara è forse la ricompensa che stava aspettando da tempo. Ha avuto la forza di ricominciare da capo dopo un matrimonio fallimentare e, come spesso accade, è stata la scelta migliore che potesse fare. Ha gli occhi innamorati, che luccicano ogni volta che posa lo sguardo su Barbara che non è da meno. Vedo le loro occhiate complici, di chi ci tiene davvero ad una persona. 

"Pulce, sono così fiero di te" dice soddisfatto quando si trova davanti a me.

Mi rifugio tra le sue braccia e mi lascio stringere da quelle braccia che hanno sempre saputo come accompagnarmi finora. Barbara osserva la scena al nostro fianco, non volendo interrompere un momento così famigliare e questa è una tra le tante qualità che apprezzo di questa donna: sa perfettamente quando intromettersi ma soprattutto sa quando è meglio farsi da parte. 

"Grazie papi, è stato un anno duro ma ce l'abbiamo fatta" mormoro con le sue mani sulle mie guance e vedendo nei suoi occhi una scintilla di orgoglio e commozione. "Barbara, vieni qui" la richiamo io, vedendo il suo sorriso poco distante da noi.

Non se lo fa ripetere due volte ed anche lei mi stringe in un abbraccio veloce ma che è il più materno che io abbia mai ricevuto in vita mia. Nemmeno la mia vera madre mi ha mai abbracciata in questo modo, e forse è stato giusto così.

"Sei una ragazza speciale, Olivia. Meriti il meglio" mi accarezza una guancia e ci lascia un bacio sopra, il tutto sempre accompagnato dal bel sorriso che la caratterizza. 

"Grazie, Barbara. Sono davvero contenta che voi due vi siate trovati, siete una coppia bellissima" aggiungo vedendoli vicino, entrambi spensierati. 

"Pulce, non essere triste, mi raccomando" conclude mio papà baciandomi la fronte.

Si allontanano da me, ritornando a chiacchierare con i genitori di Edoardo e Ludovica, che si sono laureati con me un mesetto fa. Mio padre ha un braccio attorno alla schiena da Barbara e nella mia testa penso che entrambi si meritino la felicità, l'amore e tutto ciò di bello che la vita possa offrir loro. 

Mi siedo sulla sedia a dondolo in un angolo dell'immenso giardino di Miralem e, come un riflesso incondizionato, mi poso una mano sulla pancia. Abbasso gli occhi e guardo le mie dita muoversi impercettibilmente ad accarezzare quello che sarebbe potuto essere ma che ora non c'è più. Mi lascio andare ad un sospiro mentre sento gli occhi inumidirsi sempre di più.

Qualche giorno dopo la mia proclamazione di laurea, ho ricevuto la notizia più brutta che una donna - una mamma - possa sentire in vita sua. Il mio bambino - o come lo chiamavo io, il mio fagiolino - non è stato abbastanza forte da sopravvivere. Il dottore ha spiegato a me e a Federico che purtroppo era un'eventualità molto probabile dati i problemi che ho avuto in passato, in più lo stress degli ultimi mesi non ha aiutato la mia situazione. 

Fino alla fine || Federico Bernardeschi || [IN REVISIONE 👩🏼‍💻]Where stories live. Discover now