Quarantuno

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Torino, 17 settembre 2017

Il ritorno da Barcellona è stato abbastanza traumatico per alcuni ragazzi. Non si aspettavano di certo una batosta del genere, nonostante giocare contro i blaugrana non sia propriamente una passeggiata di salute.

Federico non l'ha presa tanto male; certo, è deluso, ma non appena ci siamo visti al suo ritorno mi ha trattata come mai prima d'ora. Aveva una luce particolare negli occhi, come se non mi vedesse da secoli, mi ha stretta forte a se e non mi ha lasciata andare per tutta la notte.

Amo i nostri momenti di tranquillità dove possiamo dare sfogo a tutto il nostro amore. Lui è il mio porto sicuro e non mi sono mai sentita così a mio agio come tra le sue braccia.

Giovedì ho un esame, l'unico che riuscirò a dare in questa sessione di settembre, e non ho intenzione di uscire dall'università con un voto inferiore al 30. Mi dispiace solo non poter andare a vedere la partita contro la Fiorentina, ma lo studio è più importante.

"Che palle, non ho voglia di andare a giocare oggi, sono stanco" borbotta Federico con il viso contro il cuscino.

Non lo biasimo: sono le sei di mattina e ieri sera abbiamo fatto tutto tranne dormire, nemmeno io sono molto in forma.

"Lo so ma ti devi muovere, tra un'ora avete il treno che vi porta a Reggio Emilia, avete i minuti contati!" Cerco di smuoverlo dal letto sedendomi in fianco a lui accarezzandogli i capelli.

"Vieni anche tu" mugugna, aprendo leggermente gli occhi ancora assonnati.

"Non posso, amore" sussurro avvicinandomi al suo viso per lasciargli un dolce bacio sulla guancia.

"Ridimmelo" sorride chiudendo nuovamente gli occhi, che riapre subito dopo inquadrandomi nel suo campo visivo.

È l'uomo più bello che io abbia mai visto in tutta la mia vita.

"Amore" ripeto ad un tono di voce più basso rispetto a prima. "Amore, alza quel meraviglioso culo sodo e vestiti, non puoi andarci nudo a giocare" puntualizzo, dato che stanotte non si è preoccupato di mettersi qualcosa addosso dopo aver fatto l'amore.

"Va bene, capo" si toglie il lenzuolo di dosso, in modo da lasciare il suo corpo statuario completamente nudo davanti ai miei occhi. Rimango per un attimo impietrita ad ammirare i suoi muscoli contrarsi mentre si alza e si dirige in bagno.

"Chiudi la bocca che entrano le mosche" scherza, lanciandomi un cuscino per farmi rinsavire.

"Cretino, è colpa tua" sussurro e grazie a Dio non mi ha sentito, altrimenti me lo avrebbe rinfacciato per sempre.

"Tornate stasera?" Lo abbraccio da dietro mentre si lava i denti a torso nudo davanti allo specchio. Annuisce e accenna una risposta non capibile a causa del dentifricio che ha in bocca. Lui posa una mano sulla mia, che si trova sui suoi addominali, e la accarezza dolcemente, guardandomi negli occhi attraverso lo specchio.

"A proposito di stasera, devo chiederti una cosa" Federico si gira verso di me e prende le mie minuscole mani nelle sue.

"Cosa? Non farmi venire l'ansia" taglio corto, volendo che arrivi al punto in fretta.

"Venite a cena con me stasera?" Mi domanda e non posso fare a meno di ridacchiare sentendo le sue parole.

"Cos'è, adesso mi dai del voi?" Quello che era iniziato come un sorriso si è trasformato in una vera e propria risata.

"Intendevo te e Corrado." Il tono di voce utilizzato dal mio ragazzo è talmente neutro che mi fa venire i brividi.

Come può chiedermi una cosa così importante in questo modo così calmo? Non sono psicologicamente pronta, avrei avuto bisogno di un mese di tempo per ritenermi in grado di affrontare questo passo.

Fino alla fine || Federico Bernardeschi || [IN REVISIONE 👩🏼‍💻]Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz