Cinquantacinque

3.8K 123 9
                                    

Torino, 9 maggio 2018

L'euforia di Milano ha finalmente cancellato i fantasmi di Cardiff e di Madrid dalle teste dei calciatori della Juventus. Rimarranno per sempre due partite maledette, con tanti dubbi e perché, ma non sono più un problema mentale. Il morale è alle stelle, la squadra ha portato a casa tre punti contro il Bologna pochi giorni fa e tra dieci giorni si concluderà il campionato. Mancano ancora due partite e, se la Juve pareggerà o vincerà contro la Roma, alzerà al cielo il settimo scudetto consecutivo. 

L'ultimo mese è stato difficile, pieno di alti e bassi, fatto di vittorie e di sconfitte, ma mi ha insegnato tutto quello che la Juventus può essere. Questo è stato il motore per scrivere la mia tesi di laurea che fortunatamente procede nel migliore dei modi. Stasera i ragazzi sono impegnati a Roma per la finale di Coppa Italia contro il Milan e non poter essere con loro mi spezza il cuore. La delusione della Champions League ha fatto aumentare drasticamente la voglia di vincere sia lo scudetto sia la Coppa Italia e so per certo che i ragazzi possono tornare a casa vittoriosi. 

Ho detto a Federico che non potevo andare a Roma con lui perché devo vedere il mio relatore, il quale deve leggere e correggere la mia tesi ormai quasi finita, ma non è tutta la verità. È vero, devo andare in università e parlare con il mio professore, ma c'è dell'altro che devo fare. In questi ultimi mesi sono successe talmente tante cose da farmi perdere il conto dei giorni, soprattutto il conto più importante: quello del ciclo. 

Che il ciclo mi arrivi in ritardo non è una novità. Da quando mi è venuto per la prima volta, non ha fatto che arrivare quando voleva senza farsi troppi problemi. Ho imparato a convivere con il mio corpo, il quale è fatto diversamente da quello di tutte le altre ragazze e gestisce il ciclo in maniera diversa. Per me è diventata la normalità aspettarlo per settimane, ci sono state volte in passato in cui non mi veniva per due mesi di fila. Una visita dal ginecologo può farmi solo bene, dato che stavolta il ciclo oltre a tardare ad arrivare, mi sta facendo patire le pene dell'inferno. 

L'unica persona fisicamente a Torino e con la quale posso parlare di mestruazioni, assorbenti e crampi addominali senza che le venga un infarto è Monica. Mi manca la mia amica e non vedo l'ora di passare un po' di tempo con lei, soprattutto per sapere tutti i retroscena sulla gravidanza in corso. 

La aspetto sotto casa sua dentro alla mia 500x e, complice il clima più estivo che primaverile, apro il tettuccio per far entrare i caldi raggi del sole. Per il momento non ho detto nulla a Federico, dato che non voglio allarmarlo in un periodo così delicato per quanto riguarda la sua vita professionale. 

Un rumore mi distrae dallo schermo del cellulare, con il quale stavo sbirciando le storie Instagram di calciatori ed influencer vari. Blocco il telefono e mi giro verso sinistra, vedendo Monica attraversare la strada per raggiungere la macchina. È sempre stata bellissima, con i capelli corvini, un sorriso smagliante e due occhi di un azzurro così intenso da farli sembrare quasi trasparenti, ma ora è meravigliosa. Ha un'espressione così felice in viso da farla camminare ad un metro da terra. La gravidanza deve portare questa felicità. 

"Liv, quanto tempo! Fatti abbracciare" apre lo sportello della macchina e riempie immediatamente l'abitacolo con la sua voce acuta. 

Ci scambiamo un abbraccio lungo una manciata di secondi, prendendoci tutto il tempo necessario per un saluto appropriato. Mi stacco da lei e rimango a guardarla con un sorriso sulle labbra, che lei ricambia. 

"Sei bellissima, Mo. Sei raggiante" dico sinceramente, scrutando ogni singolo dettaglio del suo viso. 

"Senti chi parla, tu sei sempre uno schianto" mi dà un leggera gomitata sul fianco con il braccio sinistro per poi sistemarsi sul sedile. 

Fino alla fine || Federico Bernardeschi || [IN REVISIONE 👩🏼‍💻]Onde as histórias ganham vida. Descobre agora