Cinquantadue

6.3K 159 35
                                    

Torino, 22 febbraio 2018

Sono davanti all'università da circa mezz'ora senza sapere cosa fare. Il mio ultimo esame di economia aziendale inizierà tra quaranta minuti ed io mi ritrovo davanti all'edificio a ripercorrere mentalmente il mio percorso universitario. Mi tremano leggermente le gambe, ho sempre saputo cosa fare ogni giorno tutte le volte che mi svegliavo la mattina, ma rendermi conto che da domani non avrò più un obiettivo un po' mi spaventa. Da domani non ci saranno più esami, notti insonni, sessioni interminabili, addormentarsi con il libro in grembo. Da domani rimarrà da scrivere soltanto la tesi, poi la fine. Il raggiungimento di un traguardo.

Penso a quando ho iniziato, tre anni fa, quando tutto mi sembrava che andasse bene: i miei genitori erano ancora insieme, vivevamo tutti e tre sotto allo stesso tetto, avevo un fidanzato che credevo mi amasse e una migliore amica alla quale avrei affidato – sbagliandomi di grosso – la mia vita.

Ora è tutto cambiato: dietro all'università non vedo una cappa di smog come succedeva a Milano, ma ammiro le montagne che sembrano ergersi a protezione di questa meravigliosa città che ormai chiamo casa. Papà ha trovato una nuova compagna di vita che sembra tenere veramente a lui, non lo vedevo così felice e spensierato con una donna da quando ero molto piccola. A me interessa solo vederlo sorridere e stare bene, non importa con chi.

Il cambiamento più notevole è stato il mio: sono uscita dal mio guscio ed ora faccio compagnia a Max Allegri sulla panchina della mia sola ed unica squadra del cuore, ho un ragazzo stupendo che amo e che mi ama a sua volta.

Faccio alcuni passi salendo le scale che portano al portone principale dell'università di Torino. Un brivido di agitazione si impossessa per un attimo del mio corpo: mi succede ogni volta, a qualsiasi esame. Non importa quanto io sia preparata, alla fine c'è sempre un momento in cui mi lascio trasportare dalla paura di fallire. È umano tenersi aggrappati a tutti i sentimenti della vita, compresa la paura, perché nessuno è invincibile e avere paura è sintomo di umanità.

"Oli, sei pronta?" mi domanda Ludovica mentre entrambe ci fumiamo una sigaretta in cima alle scale per stemperare la tensione.

"Come sempre, tu?" le rispondo dopo aver fatto un tiro dalla mia Camel blu.

"Prontissima. Ti rendi conto che questo sarà il nostro ultimo esame?" sento la sua voce alzarsi di un'ottava nel finire la frase, a dimostrazione della felicità di abbandonare questo luogo per sempre.

"Non posso crederci, davvero, mi sembra ieri aver dato lingua inglese 1" ridacchio sbuffando fuori il fumo verso l'alto.

"Oddio, io l'ho dovuto dare tre volte. In inglese faccio cagare" commenta la napoletana scatenando la mia risata, interrotta soltanto dalla vibrazione del mio cellulare nella tasca posteriore dei jeans.

"Scusami, Ludo. È Fede" la informo allontanandomi leggermente dalla mia compagna per parlare in tranquillità con il mio ragazzo.

"Pronto?"

"Amore, sei già in università?"

"Sì, sono uscita presto stamattina"

"Mi potevi svegliare" la sua voce diventa improvvisamente simile a quella di un bambino di tre anni al quale hanno rubato il suo giocattolo preferito.

"Mi dispiaceva. Eri così bello mentre dormivi..."

"Non cercare scuse. Quando finisci?"

"Alle 11 dovrei essere fuori, se riesco anche prima" lo informo dopo aver fatto l'ultimo tiro di sigaretta.

Fino alla fine || Federico Bernardeschi || [IN REVISIONE 👩🏼‍💻]Where stories live. Discover now