un mondo parallelo.

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Tra poco inizia il mio nuovo lavoro part-time, sono così eccitato e ansioso.

Il mio lavoro questa volta è il baby Sitter e spero vivamente che non sia come tutti i lavori precedenti che ho provato.

Ho provato a fare il dog sitter e andava molto bene, almeno all'inizio, poi sono cominciati i disastri. Il mio solito carattere impacciato e goffo mi ha fatto perdere il lavoro.

Poi ho provato con i lavori da giardino. Ho sempre avuto il pollice verde ma il problema in quel caso non ero io ma chi mi chiedeva cose assurde. Ho sempre specificato che mi sarei occupato di piante ma gli altri mi hanno sempre scambiato per un giardiniere e mi hanno chiesto di passare per tutto il giardino il tagliaerba.

Infine sono passato a pulire le case dei miei clienti, un po' come una casalinga. Anche qui nessun problema ma pian piano aumentavano le cose da fare e qualche volta si riferivano a me come una sorta di maggiordomo. Inutile dire che ho lasciato perdere.

Ora sono diretto in un asilo nido per il mio primo giorno di baby Sitter. Una donna è venuta da me ed era disperata mi ha chiesto se potevo prendere due bambini e portarli a casa per poi occuparmi di loro.

Uno si chiama Bakugo e uno Shoto. Non li ha ancora visti ma i loro nomi penso che siano davvero carini.

Entro nell'asilo e chiedo alla signora al bancone appena all'entrata di poter prendere questi due ragazzini. Le porgo la delega "aspetti solo un secondo" mi dice lei.

Poco dopo la vedo sbucare dall'angolo seguita da due bambini davvero tanto simpatici e carini.

Appena mi vedono cambiano espressione: il ragazzino con i capelli bicolori rimane apatico mentre l'altro a una faccia... Schiafata, sembra.

"Ciao, io mi chiamo Izuku. La vostra mamma mi ha detto di occuparmi di vuoi perché lei è occupata per il lavoro."

"Io sono Shoto." Mi comunica il bimbo dai capelli bicolore.

"Io ti odio invece" mi dice l'altro.

"Tu dovresti essere bakugo quindi" dico a bassa voce tra me e me.

"Bene ora che abbiamo fatto conoscenza che ne dite di andare a casa?"

Entrambi annuiscono non cambiando mai espressione. Shoto mi prende un dito mentre Bakugo non vuole avere nessun tipo di contatto. Usciamo e salutiamo la signora al bancone che si era goduta tutto lo spettacolo.

"Signore Izuku, ha detto che la mamma è occupata ma quando torna?" Chiede gentilmente e educatamente Shoto.

"La vostra mamma mi ha detto che sarebbe tornata di sera" mi giro verso bakugo "sicuro che non vuoi prendere la mia mano?"

Scorbutico scuote la testa imbroncciandosi e incrociando le braccia. "Ti sto così antipatico?" Chiedo dispiaciuto. Sbuffando, il ragazzino allunga la mano e prende la mia.

Sorrido ma neanche il tempo di godermi la scena che siamo già arrivati a casa della signora.

"Eccoci arrivati" sussurro. Afferro la copia di chiavi che precedentemente mi aveva dato la madre di questi due angioletti e apro la porta.

Mi trovo davanti una casa bel ordinata e perfettamente pulita.

I bambini si dividono, Bakugo va verso la cucina lamentandosi mentre Shoto si dirige il salotto mettendosi seduto sul divano e aprendo lo zaino tirando fuori il necessario per i compiti.

Da quanto ho capito Bakugo è quel bambino che fa sempre guai quindi prima vado da lui.

"Cosa cerchi?" Chiedo vedendolo sull'isola della cucina intento ad aprire il pensile soprastante.

"Ho fame" dice semplicemente. "Aspetta che ti aiuto" gli apro il pensile e lui senza nessun problema prende i biscotti. "Vieni in salotto con me per fare compagnia a Shoto?"

Annuisce contento nell'aver ottenuto ciò che voleva.

Entrambi ci dirigiamo verso il divano. Shoto appena vede Kacchan con la busta dei biscotti si arrabbia "quelli sono miei!" Si lamenta.

"E quali sono quelli di Bakugo?" Chiedo subito per evitare litigi "quelli a forma di dinosauro, quelli a forma di stella sono miei!" Dispiaciuto vado dritto in cucina a prendere l'altra busta di biscotti e la porto al bulletto.

"Prima o poi dovrai andartene e io ti farò andare via prima" dice Bakugo con cattiveria.

"Perché vuoi che mi licenziano?"

"Perché ti odio!" E corre via probabilmente in camera sua.

"Fa sempre così?" Chiedo a Shoto che tranquillamente sta facendo i compiti. Annuisce silenziosamente. Butto lo sguardo verso il quaderno notando che aveva difficoltà a risolvere un paio di operazioni.

"Hey" lo richiamo, alza la testa trovando me che gli faccio vedere le dita della mano. "L'operazione dice che se a 10 ne togli 4..." Chiudo quattro dita "il risultato è?" Lui conta le mia dita e risponde entusiasta "6!"

Ridacchio congratulandomi con lui. Fa quello che ho fatto io per l'altra operazione che è 4+6 rendendosi conto che gli ho dato un consiglio ottimo. "Quindi questo è 10" afferma scrivendolo.

"Siamo diventati ottimi matematici!" Gli sorrido, lui invece mi guarda serio per un attimo per poi distogliere lo sguardo per mettere tutto nel suo zainetto. "Vado a vedere Bakugo come sta" scende dal divano prendendo lo zaino e dirigendosi verso la loro cameretta.

"Come farò" impreco.

Dopo un po' di tempo ritornano. "Signor Izuku ci scusi." Dice Shoto che dopo aver detto ciò si gira verso Bakugo e gli dà una bottarella al braccio.

"Si ecco... Quello che ha detto lui."

Con lo sguardo basso ma arrabbiato. "Shoto posso parlarti un attimo?" Chiedo, gentilmente annuisce e lo prendo da parte.

"Vedo che sei molto affezionato a Bakugo..." C'è un minuto di silenzio poi lui ride. "No, anzi, non lo sopporto mai" ridacchia ancora un po' "solo io capisco meglio le situazioni." Ritorna piano piano serio.

"Ok". Passiamo la giornata in chiacchiere per conoscerci meglio e ho scoperto che Shoto è adottato e che ha questo sguardo un po' apatico per motivi suoi personali. Bakugo invece è sempre così schifato di tutto e arrabbiato per il semplice fatto che è il suo comportamento.

Arriva la signora che saluta i suoi bambini "mamma lo sai che il signor Izuku mi ha dato un consiglio per le operazioni?" "Davvero?" Con voce dolce si riferisce a Shoto. Si avvicina a me per passarmi dei soldi. "No signora non li accetto, sono stato bene con i suoi bambini che per un attimo mi sono anche scordato che stavo lavorando. È anche un giorno di prova quindi li tenga lei"

La signora mi fa un sorriso "ragazzi come te ce ne sono assai pochi." Faccio un inchino restituendo anche la copia delle chiavi di casa e mi dirigo verso la porta. "Aspetta" mi ferma "potrei avere ancora bisogno di un baby Sitter come te. Mi lasceresti il tuo numero?" Annuisco dettandole il numero di telefono.

"Grazie ancora" mi riferisce

"Grazie a lei per avermi fatto conoscere i suoi ragazzi" mi inchino ancora e saluto Shoto e Bakugo. Esco dalla porta chiudendola alle mie spalle.

Mi incammino nel vialetto pensando:

Forse è sempre stato questo il mio lavoro.

Da YouDontSayMyName
~al prossimo capitolo~

Una Strana SensazioneWhere stories live. Discover now