In un castello

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Una campanellina suonò ripetutamente per richiamare qualcuno. Attendendo con pazienza nella camera da letto, l'uomo seduto sul bordo del letto incrociò le dita delle sue mani rimanendo in silenzio.

"Mi cercava signore?" Un ragazzo dai capelli ricci e verdi si avvicina velocemente per poi fermarsi alla porta.

Senza dire una parola l'uomo seduto fece segno al ragazzo di sedersi al suo fianco dando pacche sulle morbide coperte che ricoprivano un immenso letto matrimoniale.

Il ragazzo subito, vedendo il gesto, si precipitò verso di lui e si sedette.

L'uomo prese il volto del suo servo e lo girò per far si che i loro occhi si scontrassero. Restarono ad osservarsi e ammirare i fantastici tratti dell'altro. L'uomo si perse nel volto del ragazzo e ogni cosa su cui posava lo sguardo aveva l'esigenza di toccarla come se avesse paura che non fosse reale.

Prima i capelli, morbidi come le coperte di quel letto, poi le guance ricoperte di lentiggini che ai suoi occhi sembravano stelle in un cielo sereno. Infine gli occhi verdi come due smeraldi e per ultimo ma non per importanza le sue labbra.

Le sue labbra erano sottili ma morbide pronte a qualsiasi cosa volesse il suo signore.

"Ho un ordine per te" disse l'uomo osservando ancora le labbra dell'altro.

"Si signore?"

Sentendo quella parola mollò le labbra del suo fedelissimo servo per girarsi e incupirsi. "Ti ho già detto tante volte che non mi devi chiamare così" disse.

"Ha ragione... Mi scusi Todoroki" con movimento fulmineo si alzò per inginocchiarsi a terra e con la testa china verso il basso.

"Alzati" disse Todoroki "Hai la possibilità di uscire e andare in città oggi." Sentendo queste bellissime parole il servo alzò di scatto la testa e con in faccia un'esperienza sorpresa e felice "Davvero? Posso andare in città?"

Todoroki annuì girando la testa per guardarlo dritto negli occhi. "A una sola condizione" continuò "dovrai tornare indenne o giuro su tutto ciò che per me è di più sacro che farò a mezzi chiunque cercherà solo di sfiorarti. Capito?" Il ragazzo annuì e Todoroki gli diede il permesso di andare.

"Ah! Todoroki, lei mi aveva detto che aveva un ordine per me." Disse il ragazzo prima di uscire dalla camera da letto "Era solo una richiesta ma non ha alcuna importanza. Ora va e mi raccomando Izuku." gli spiegò Todoroki.

Il ragazzo uscì di gran fretta urlando "grazie Todoroki!" Si diresse verso la sua camera per vestirsi in modo decente ed uscì ringraziando ancora a gran voce Todoroki.

Intanto Todoroki si alzò e si mise il suo mantello per poi affacciarsi sul balcone ancora in ombra per osservare il giovane ragazzo che si avviava in città. Con un sospiro di tristezza abbassa la testa. Cosa gli stava capitando? Perché era così triste?

Domande a cui lui non sapeva dare risposte.

Perso nella sua riflessione allungò la mano verso la luce ma dovette ritrarla subito sentendola bruciare.

"Maledetto sole..." Sospirò di nuovo prima di rientrare in camera.

Izuku, nel frattempo, arrivò all'ingresso della città, si accorse che non era molto distante dalla casa eppure Todoroki non gli aveva mai concesso di uscire.

Il ragazzo si esaltò nel vedere tante persone in un posto solo che facevano compere o semplicemente per parlare con altre persone. Con la felicità nel cuore per aver visto finalmente la città com'era subito dopo un momento di tristezza e solitudine lo colpirono.

Si sentiva solo nonostante le persone che lo circondavano. Si girò per tornare al castello ma qualcuno lo bloccò prendendolo per un braccio.

Voltò la testa per guardare in faccia l'uomo, aveva capelli biondi con profondi occhi rossi che sembrava che scrutassero l'anima di Izuku. "Dove vai ragazzo? Vieni a divertirti con noi" e intanto altri due uomini si affiancarono.

Una Strana SensazioneWhere stories live. Discover now