un fan attraente pt.2

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Dovrei credergli? È davvero la verità quella che dice? Nel panico e pieno di dubbi prendo la testa tra le mani. Cosa devo fare? Perdonarlo o restare a distanza nonostante il dolore della lontananza da lui?

Sono in un limbo in cui non riesco a muovermi. Tutto nero intorno a me cammino sun un filo davvero sottile pronto a rompersi quando meno me lo aspetto. Se cado... Cosa succederà?

"Shoto..." Mi riporta alla realtà il mio amico, mi giro di scatto verso di lui notando un'espressione preoccupata sul suo volto.

Tolgo le cuffie e stacco il cellulare dal computer alzandomi "grazie, ora devo andare" esco con passo veloce e non appena fuori corro per scaricarmi da questa scelta difficile.

Devo rinfrescarmi le idee e l'unico modo che conosco è correndo o cantando.

Dopo un po' di tempo mi ritrovo seduto sulla nostra panchina, dove ci siamo baciati la prima volta. Quel ricordo, che ora viene etichettato nostalgico, mi fa scendere delle lacrime sul viso.

Voglio stare con lui, mi manca il toccarlo, il suo sorriso, i suoi baci, i suoi abbracci, il suo viso, i suoi occhi...

Mi manca lui.

Stanco della giornata torno a casa buttandomi sul letto e cadendo in un sonno profondo.

La sveglia suona interrompendo improvvisamente e brutalmente il mio sogno, che tra parentesi non ricordo più. "Nuovo giorno nuovi pro-" mi fermo realizzando che questa frase è solo un modo per me di andare avanti ma che non mi aiuta veramente.

Mi aiutava stare con Izuku.

Realizzo anche che oggi è l'ultimo giorno degli incontri ravvicinati e devo anche sbrigarmi.

Corro verso l'hotel che avevamo affittato anche l'altra volta e trovo ad aspettarmi il menager e quel ragazzo che aveva arredato la stanza. Li saluto e loro salutano me, tutti insieme saliamo ma il menager nel tragitto mi prende in disparte.

"Ho sentito che ti sei lasciato con il ragazzo" dice mentre camminiamo verso l'ascensore.

"Tu prova a parlarne un'altra volta e ti giuro che te ne pentirai, se prima avevi anche un briciolo di chance per essere perdonato, ora te lo scordi. Sei un pezzo di... Lasciamo perdere o finisco per licenziarti" lo minaccio visibilmente incazzato.

Rimane sorpreso e si ferma mentre io invece continuo ad andare e raggiungo il ragazzo dello staff.

"Prima o poi mi lascerà solo la scelta di licenziarlo" dico senza pensare di averlo annunciato ad alta voce. "Non essere cattivo con lui." Mi risponde il ragazzo entrando nell'ascensore "a lui tu piaci e, diciamo, che è solo geloso" si gira per guardarmi.

"Non per questo lo autorizza a infilare il coltello nella piaga, sa quanto ci sto male per quanto è accaduto e continua imperterrito a parlarne" mi irrito nel ripensare alla conversazione avuta qualche minuto fa.

"Beh posso dire che so come possa sentirsi il menager. Ha una sorta di attrazione non ricambiata per te e per questo si sente triste. Ma so anche come possa sentirti tu, un amore che viene spezzato da un "tradimento" non deve esse semplice da sopportare. Scommetto che ogni giorno ci pensi." L'ascensore si ferma e le porte si aprono, mentre lui esce e si dirige verso la stanza io rimango sorpreso da ciò che ha detto.

Quando le porte si stanno per chiudere mi risveglio dai miei pensieri e esco fuori in un balzo per poi dirigermi verso la stanza.

Risistemiamo di nuovo tutta la stanza e poco dopo il menager entra sbattendo la porta, ci giriamo tutti notando che ha l'affanno.

"Sei venuto su facendo le scale? Sei pazzo!" Gli dice al ragazzo con cui sono stato a parlare.

"Zitto" fa un gesto con la mano per zittirlo "e tu" indica ora me avvicinandosi piano piano "tu sei solo un ragazzo che ha tutto e non deve sudare per nulla per ottenere ciò che vuole."

Una Strana SensazioneOù les histoires vivent. Découvrez maintenant