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"I dare you to close your eyes
and see all the colors in disguise.
Running into the night,
the earth is shaking and
I see a light."
― Yellow Light, Of Monsters and Men

Quel mattino sulla Base aleggiava un bianco velo di nebbia. Il cielo era appena roseo dell'aurora mentre la neve sulle cime più alte dell'abbraccio di monti a Nord rifletteva un arancione acceso. La visibilità sulle piste era comunque piuttosto bassa. Sarebbero passate settimane prima che avessi avuto la possibilità di volare da solista in quelle condizioni.

Avevo lasciato il quartier generale insieme a Kaiden Westfall e ora lo seguivo in silenzio attraverso le vie di rullaggio deserte, diretti verso il parcheggio dove avremmo preso il mio primo aeroplano.

Non ero certa di che emozioni stessi provando. L'idea di volare era elettrizzante, certo, ma camminando in silenzio nella nebbia, con lo sguardo incollato alle montagne arancioni, tutto ciò che provavo era una profonda quiete. Ripensavo alle parole di Kaiden, aveva detto che quando sarei stata pronta, non avrei sentito altro che tranquillità e sicurezza. E in quel momento ero sicura di avere abbastanza conoscenze da mettermi ai comandi. Tutte le altre emozioni avevo cercato di reprimerle ed eliminarle il più possibile.

Imboccammo una pista lungo la quale erano allineate decine di C-3 uno di fianco all'altro fino all'orizzonte, come un esercito di falchi di metallo addormentati che brillavano alla debole luce del mattino. Erano tutti uguali, con i tettucci a bolla abbassati e ricoperti di condensa. Mi si strinse lo stomaco per un istante, ma fu molto breve. Kaiden rallentò il passo e mi si affiancò.

"Come ti senti?" fu la prima volta che aprì bocca, forse la prima volta che prese in considerazione la mia presenza e all'improvviso parve studiarmi.

Non mi voltai, scorrevo i C-3 con lo sguardo. "Sono tranquilla."

"È importante che tu mi dica la verità."

Mi voltai allora a guardarlo, vagamente infastidita dalla sua apparente poca fiducia nelle mie parole, e incontrai i suoi occhi scuri che tagliavano la foschia.

"Sono tranquilla," ribadii con decisione.

Lui sollevò leggermente le sopracciglia, poi tornò a guardare davanti a sè.

"Molto bene."

Mi permisi di osservarlo ancora un attimo. Mi sembrava più sereno del solito, il suo viso pallido aveva un colorito più rosato, forse per il freddo o forse per uno scherzo delle luci dell'alba.

"E tu?" chiesi prima che potesse dire altro.

Si voltò a guardarmi di scatto, gli occhi pieni di sorpresa e confusione. "Mh?"

"Tu come ti senti?"

Rimase inizialmente perplesso e io desiderai all'improvviso di sparire dentro l'asfalto, poi corrugò appena la fronte.

"Sono io a fare domande qui, Valyrie Wade."

Non aggiunsi nulla e tornai a guardare le montagne, decisa a restarmene zitta per il resto del tempo. Era strano, per un attimo mi ero convinta che mi avrebbe risposto. Mi convinsi del fatto che se fossimo stati nel retro dell'hangar mi avrebbe risposto. Mi chiesi come sarei mai riuscita a trovare il coraggio di chiedergli se avesse origini nordiche. Non potevo semplicemente chiederlo. Poi riprese, trascinandomi fuori dai miei pensieri.

"Hai ottenuto un ottimo punteggio all'esame, quindi sembrerebbe che tu sia pronta a volare. Nonostante ciò sono obbligato a verificare che tu non abbia imbrogliato, pertanto: interrogazione a sorpresa."

KalopsiaWhere stories live. Discover now