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And when the dust is settled down
you'll be all alone thinking, how?
― Only One, The Score

Giunta all'hangar degli armamenti, smontai dall'Alphard saltando giù dalla scaletta. Tutti i portoni scorrevoli che circondavano il perimetro della struttura erano aperti e da ogni lato si affacciavano i cacciabombardieri in attesa di essere armati.

Ancora prima che avessi il tempo di guardarmi attorno, mi ritrovai davanti a una giovane donna con l'uniforme da pilota, doveva avere una decina di anni più di me. Non appena incontrò il mio sguardo, sorrise.

“Sei Valyrie, giusto?” mi chiese con praticità.

“Sì.”

“Bene, l'aereo puoi lasciarlo a noi e te lo riportiamo al parcheggio, non devi preoccuparti. Sai già cosa verrà caricato?”

Annuii, “Sì.”

“Guarda, per sicurezza ti lascio le schede,” mi porse un plico di fogli. “Trovi la distinzione tra missili da aria-ad-aria e bombe da aria-a-terra, anche se questa volta vi serviranno soprattutto i primi.”

Annuii ancora una volta, “Grazie.”

Poi mi si avvicinò di un passo e mi strofinò un braccio, stringendo le labbra e guardandomi con un barlume di compassione. Per quanto fosse gentile con me e per quanto avessi voluto mostrarle la mia riconoscenza, non riuscii a sforzare nemmeno un sorriso. Sentivo ancora gli occhi punzecchiare, le palpebre pesanti e un nodo alla gola. Tirai su dal naso.

“Ti serve un'uniforme nuova,” mi disse senza lasciarmi andare.

Deglutii, “Immagino di sì.”

“Vieni, ti accompagno a prenderla.”

Ringraziai ancora una volta e la seguii attraverso l'hangar, passando tra tecnici, piloti, jet e testate missilistiche, senza soffermare lo sguardo su nulla in particolare, per poi approdare in un grande magazzino. Non ero mai entrata in quell'hangar prima d'allora e potei consolidare che fosse il più grande in cui fossi mai stata.

“Dovrebbero essercene alcune di riserva,” spiegò la donna, guidandomi tra file di scaffali. “Quelle ufficiali per la nuova generazione non sono ancora arrivate, in effetti non è mai successo che...” si interruppe, “Be', ma questo te l'avranno già detto in molti.”

Non trovai nulla da dire e rimasi in silenzio.

“Ah, ecco qui!” si fermò all'improvviso davanti a un armadio e aprì un'anta, rivelando una serie di uniformi grigie appese.

Dopo averle studiate brevemente, mi lanciò un'occhiata dalla testa ai piedi.

“Hmm, sì. Questa dovrebbe andare,” ne estrasse una e, dopo averla piegata, me la passò.

Per qualche istante mi fermai a osservare quel grigio che contraddistingueva i piloti esperti e tutt'a un tratto mi sentii oppressa dalla responsabilità. Io non ero ancora un pilota esperto, non ero pronta per vestire quel colore. Era diventato quasi un sogno, dentro di me, ma non era così che avevo intenzione di realizzarlo. Sfiorai quel tessuto ruvido così stranamente familiare e, inevitabile come un'ombra, mi balenò in mente Kaiden. Distolsi lo sguardo.

“Andrà bene,” assicurai.

“Senz'altro.”

Presi un respiro profondo, poi senza preavviso mi diede un leggero colpo con il braccio.

“Hey.”

Alzai la testa e vidi che mi stava sorridendo.

“Siamo in molti a conoscere la tua storia. Sappiamo quel che hai fatto durante il test di smistamento. Sappiamo che sei riuscita ad avviare un jet senza esserci mai salita prima e che ti prospetti come uno dei migliori piloti che l'Arma abbia mai visto, indipendentemente da chi sia o non sia stato tuo nonno. Comunque andranno le cose, non permettere a nessuna carogna di farti abbassare la testa. Ricordati chi sei.”

KalopsiaWhere stories live. Discover now