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I found solace in the strangest place,
way in the back of my mind.
I saw my life in a stranger's face.
And it was mine.
― Alive, Sia

▪︎

Mi paralizzai. Gli occhi incollati al pannello di controllo, il respiro fermo in gola. Se l'allarme anti-collisione fosse partito in quel momento non avrei saputo reagire. Il rombo del motore sfumò nel silenzio insieme ai ruggiti provenienti dall'esterno e le altre comunicazioni radio. Per qualche istante i miei sensi non colsero altro che la sua voce.

“Kaiden,” bisbigliai, o forse immaginai soltanto di farlo.

Il mio sguardo era aggrappato allo schermo delle comunicazioni nello stesso modo in cui avrei guardato lui negli occhi se ce l'avessi avuto di fronte.

“Ce la fai.”

La sua voce si propagò tutto attorno a me, in quel silenzio. Calma, ferma, ardente di un fuoco che soltanto il volo gli accendeva. Famigliare, rassicurante, tutto ciò che era sempre stato e di cui avevo bisogno. Mi stava parlando. Soltanto e indubbiamente a me. Una trasmissione privata tra il Novilunium e l'Alphard. C'era così tanto che gli volevo dire. Mi accigliai, consapevole di non avere molto tempo.

“Perchè sei qui?” riuscii a domandare, quasi fosse una supplica.

Dovevo saperlo. Tra tutte le cose, dovevo sapere perchè aveva scelto di tornare in guerra e di rischiare la vita, pur sapendo di star correndo tra le braccia del suo peggior demone. Rimasi in attesa in quell'istante fuori dal tempo, fissando il cielo grigio senza vederlo davvero.

“Ho retto una volta. Non riuscirei a reggere una seconda. Occhi aperti, Alphard.”

Un'ombra improvvisa oscurò il sole per un secondo e mi ripresi in tempo per vedere il Novilunium superarmi e sfrecciare di fronte a me, per poi mirare a un jet avversario che puntava verso di noi. Virai appena in tempo da sfiorare la nuvola di fuoco e solo allora mi resi conto di quanto mi fossi allontanata dal fulcro del campo aereo: in realtà molto meno di quello che avevo immaginato. Ero sicura che fosse passato un tempo lunghissimo da quando Kaiden si era collegato, invece era successo tutto nel giro di un minuto.

Guardai il Novilunium allontanarsi in velocità verso il campo di battaglia, poi un sorriso si allargò sul mio volto. Spinsi la manetta al massimo e mi ritrovai schiacciata contro il sedile mentre acceleravo verso la mischia. I rumori si riaccesero e questa volta riuscii a seguire le comunicazioni chiaramente.

“Eccoti Alphard, dov'eri finita?” la voce di Aryan si diffuse nel mio casco e dal radar lo trovai al mio fianco.

“Sono sempre stata qui, Falcon. Forza, abbiamo una guerra da vincere.”

“Gruppo di tre in avvicinamento a ore sei!” mi avvertì all'improvviso.

Sbirciai nello specchietto retrovisore e il mio sguardo si fermò su tre musi minacciosi che s'ingrandivano man mano. Strinsi la cloche.

“Pronto a evadere, al mio segnale.”

“Roger.”

Spostai lo sguardo sull'indicatore di velocità e sul radar, lanciando di tanto in tanto delle occhiate allo specchietto retrovisore. Un'immagine del Novilunium mi lampeggiò brevemente davanti agli occhi, sostituendo i tre avversari. Troppo lenta. Ti avrei presa. Riprova. Questa volta non avrei avuto altri tentativi. Accelerai appena, respirai.

“Ora!”

Tirai la cloche. Ricercai i caccia con lo sguardo e non li persi finchè non mi ritrovai in posizione d'attacco, al fianco di Aryan. A quel punto non ebbi esitazione. Il mio pollice affondò il tasto sulla cloche che liberava i missili e la struttura tremolò appena. Fu tutto molto veloce. Vidi di sfuggita un paio di testate - una proveniente da me e una dal Blue Falcon - collidere inevitabilmente con due dei caccia. Il primo esplose, al secondo si spezzò un'ala e di conseguenza collassò contro il terzo. Non seppi cos'accadde dopo, dovetti salire di quota per evitare la nuvola e i detriti.

KalopsiaWhere stories live. Discover now