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"There's a room where
the light won't find you.
Holding hands while the walls
come tumbling down.
When they do,
I'll be right behind you."
― Everybody wants to rule the world, Lorde

Un colpo improvviso mi destò dal sonno e spalancai gli occhi nel buio. I miei sensi si svegliarono in modo brusco e percepii il riverbero propagarsi nelle pareti, i vetri tremarono appena. Un boom sonico. Nel cuore della notte?

Non ero l'unica ad essersi svegliata. Sentii qualcuna rigirarsi nel letto, ma nessuna parve allarmarsi. E pian piano tornai a udire il sommesso brontolio dei respiri addormentati.

Il mio cuore però batteva forte. Sapevo che non sarei riuscita a riprendere sonno facilmente, la mia mente già correva veloce calcolando decine di ipotesi. Avevo iniziato a domandarmi se avrei sentito altri boom sonici. Ma perchè proprio a quell'ora? Non era mai successo prima. Allungai un braccio al mio orologio appoggiato sul comodino e accesi il quadrante. Erano quasi le cinque. Poi tornai a nascondere il braccio sotto la coperta protettiva. Non c'era alcun motivo perchè dei caccia si alzassero in volo a quell'ora. Nessuno aveva mai decollato così presto e, da quel che sapevo, nulla del genere era in programma. Rabbrividii. Era l'alba, decretai che ufficialmente non avrei più dormito.

Mi sollevai a sedere e mi avvolsi la coperta sottile sulle spalle, come un mantello, poi infilai i piedi infreddoliti direttamente negli stivali accanto al letto e mi alzai in piedi. Sgusciai fuori dal dormitorio cercando di non far rumore. Ripercorsi il corridoio immerso nel silenzio verso le scale, salii ai piani superiori e mi arrampicai fino al tetto come avevo fatto molte volte, anche se mai a quell'ora.

Una volta lassù mi strinsi nel mio mantello e mi avvicinai al bordo, guardando verso Est. I miei occhi si ritrovarono incollati al cielo. Un timido alone del colore dell'ambra colorava una striscia di orizzonte per poi perdersi in un blu intenso e sempre più scuro verso l'alto. Appena all'inizio di quell'oscurità, una sottilissima falce di luna bianca e brillante era l'unica cosa a illuminare il ricordo della notte fuggevole. Un soffio di brezza mi smosse i capelli e la coperta ondulò alle mie spalle.

Cominciò come un ronzio lontano per poi diventare man mano più vicino e riconoscibile da un orecchio abituato. Avrei potuto capirlo anche a occhi chiusi che erano tre, con due rombanti motori a turboventola ciascuno.

Attraversarono il cielo in formazione proprio di fronte alla mia visuale, trapassando la falce di luna come una freccia scoccata da un arco e continuarono verso Nord fino a sparire sulle montagne nere. Li seguii con lo sguardo finchè non potei nemmeno più udirli.

Non riuscivo a capire. Non ero riuscita a riconoscere se fossero dell'Arma o meno, ma non era suonato alcun allarme bombardamento quindi scartai le opzioni peggiori. Però non riuscivo a scrollarmi di dosso uno strano presentimento. In qualche modo mi ritrovai ad associare quell'evento alle sparizioni di Kaiden. Sentivo che stava succedendo qualcosa di cui molti di noi erano ancora all'oscuro e la cosa mi dava un senso di inquietudine.

Tornai a osservare la brumosa alba ambrata e la luna argentea. Comunque quel giorno avrei rivisto Kaiden e magari avrei scoperto qualcosa.

In realtà non avevo alcuna voglia di ripassare tutte le armi. Odiavo quel tipo di studio e odiavo quell'esame, ma comunque mi ritrovai ad ascoltare Kaiden in silenzio e con attenzione mentre mi mostrava tutto ciò che mi serviva per superare l'esame.

Non ne avevo parlato a nessuno di quel che avevo visto quel mattino. Alla fine ero tornata nel dormitorio e mi ero rimessa a letto prima che chiunque potesse sospettare qualcosa. L'immagine di quell'alba e quel passaggio non programmato dei tre caccia mi affascinava e turbava allo stesso tempo e continuava a lampeggiarmi davanti agli occhi. Mi coglieva in modo casuale e improvviso. E per qualche istante mi ritrovavo sul tetto, al freddo, intrappolata nella mia mente.

KalopsiaWhere stories live. Discover now