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"You can be my guiding light.
Keep me company in the night,
that's all I need.
All I want is for you to stay
a little longer now."
― The Ocean, Mike Perry

Rimasi immobile dov'ero, accanto alla vetrinetta con i resti dell'incidente. Kaiden Westfall rispecchiava la mia posizione a poco più di un metro da me. La luce soffusa e opaca di quella piccola stanza sembrava rendenderlo all'improvviso il Kaiden tenebroso e nordico che avevo sempre immagianto fosse.

Senza nemmeno accorgersene era saltato a piè pari oltre il muro più alto e spesso che avessi mai eretto a protezione della mia famiglia, del mio passato e dei miei ricordi più intimi. Si era insinuato, inevitabile come un'ombra, senza smuovere nemmeno un sassolino della mia parete. E adesso non sapevo cosa fare.

Tutti i ricordi della mia infanzia con mio nonno Gennady riaffiorarono di colpo, un'ondata dolceamara e opprimente che avevo sempre tenuto al sicuro sul margine dell'oblio. Era tutto ciò che mi ricordava chi fossi davvero, rinchiuso e segregato da quando avevo messo piede nell'Arma, e che Kaiden aveva riportato alla luce con la stessa fluidità con cui pilotava.

Ero cresciuta con le storie di Noortown e volevo dirglielo, nonno Gennady mi aveva sempre parlato dei nordici e volevo dirglielo, volevo dirgli che avrei sempre voluto visitare il Nord e che avevo percepito fin dall'inizio quali fossero le sue origini.

Volevo chiedergli se le storie che mi erano state raccontate fossero vere. Le ricordavo ancora a memoria e ci credevo. Avevo sempre creduto fortemente a quelle storie, perchè mi fidavo di mio nonno. Nessuno, a parte lui, mi aveva mai capita.

"Va... tutto bene?"

La sua voce esitante mi riportò alla realtà e mi resi conto di avere gli occhi appannati. Mi domandai allora se lo avesse notato e se quella che avevo sentito fosse preoccupazione, ma sì, certo che lo aveva notato. Sbattei le palpebre per scacciare le lacrime. Mi fidavo di mio nonno, ma come potevo fidarmi di lui? Cosa sarebbe successo se l'Arma avesse scoperto che mio nonno era in realtà sopravvissuto ed era scappato per condurre una vita normale? Eppure, riflettei, Kaiden non era una persona qualunque. Era lui stesso del Nord. E si era fidato di me a sufficienza da rivelarmelo. Alzai lo sguardo su di lui. Si era fidato di me.

"Posso lasciarti da sola se..."

"No," scattai in avanti con un braccio proteso come per afferrarlo e impedirgli di andarsene, ma lui non si mosse e la mia mano rimase sola nell'aria polverosa in mezzo a noi.

Mi riportai il braccio al fianco senza tanti complimenti e continuai a guardarlo negli occhi. Sapeva benissimo che avevo qualcosa da dirgli, lo capivo dal suo sguardo paziente, in attesa. Forse non avrei avuto altre occasioni. Parlare sarebbe stato un azzardo, un rischio ancora più grande. Era lì di fronte a me, dovevo soltanto aprire la bocca e mettere le parole in fila. Dirglielo o non dirglielo? Ci provai.

"Ho sentito molto parlare del Nord."

Lo vidi sollevare le sopracciglia, dimostrando una curiosità spontanea e delicata, "Davvero?"

Mi si aprì un sorriso sulle labbra che non riuscii a evitare.

"Sì, uhm," tornai seria.

Tutta la sua attenzione era indirizzata verso di me, i suoi occhi erano fissi nei miei, il silenzio era carico di qualcosa che non riuscivo a spiegare. Lui si era fidato di me. E io dovevo dirgli la verità. Aprii la bocca, ma non fece in tempo a uscire nemmeno un suono.

KalopsiaWhere stories live. Discover now