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Maybe won't you take it back,
say you were tryna make me laugh.
And nothing has to change today.
― i love you, Billie Eilish

Abbassò lo sguardo, insicuro, cercando una risposta per terra.

“Wow, uhm,” si schiarì la voce. “Io non... Ho bisogno di un secondo.”

Respirai profondamente, in silenzio. Non avevo paura. Avevo detto la veritá pura e semplice, conoscendo la sua situazione. Qualunque fosse stata la sua risposta, mi dissi, lo avrei capito. Intravidi di sfuggita una scintilla di panico sul suo volto.

“Tu... ne sei proprio sicura?”

Aprii la bocca per rispondere, senza sapere veramente cosa dire, ma lui mi fermò prima.

“Certo che sei sicura, domanda stupida,” scosse la testa. Strinse la mascella, mi guardò. “Perchè?”

Ancora una volta non seppi cosa dire. Vacillò, spostò il peso da una gamba all'altra.

“Perchè io?” specificò.

Guardai a terra e lui riprese, la voce insicura. Sentivo i suoi occhi pesare su di me.

“Non sono attraente. Ho un pessimo carattere e una personalità ben poco piacevole,” deglutì. “Non capisco cosa qualcuno possa provare per me.”

Sentii una stretta al cuore e mi accigliai leggermente. Se solo avesse potuto vedere quel che vedevo io...

“Vuoi sapere perchè?” lo guardai.

“Sì,” mi parve sicuro.

Allora persi lo sguardo alle sue spalle, andando ancora una volta a scavare nella mia mente, per riportare alla luce tutto ciò che lo riguardava e che mi rendeva vulnerabile. Glielo donai su un palmo di mano.

“Quando sono arrivata all'Arma sembrava che tutti ce l'avessero con me, all'inizio. Poi sei arrivato tu ed era come se ai tuoi occhi fossi trasparente. Eri sempre serio e silenzioso e non facevi altro che il tuo dovere e la cosa mi ha incuriosito. Eri chiuso e avevi un qualcosa di misterioso che a tratti mi ricordava di me stessa, nonostante ancora non sapessi di avere discendenze e che tu fossi del Nord. Ho cominciato a studiarti, mi chiedevo spesso cosa ti passasse per la testa, ero convinta che avessi molto dentro. Poi abbiamo inziato a parlare, quel giorno nell'hangar, e mi sono resa conto che avevo ragione: eri come avevo immaginato e ancora di più. Mi accorgevo di capirti e pian piano mi sono resa conto che siamo più simili di quanto credessi. Penso che la tua personalità sia tutt'altro che spiacevole, forse perchè riesco a capirla. Trovo magnifico il tuo modo di pensare e ragionare e di essere. Quello che provo va al di là delle apparenze,” alla fine lo guardai. “Nessun altro è come te.”

Raccolse le mie parole lentamente, una dopo l'altra, incredulo e colto alla sprovvista. Spostò ancora una volta il peso da una gamba all'altra. Cercò di dire qualcosa, poi si schiarì la voce. Distolse lo sguardo, poi mi guardò di nuovo.

“Io non pensavo...” deglutì, “Non pensavo di essere misterioso.”

Sorrisi appena e all'inizio ricambiò, ma forse solo per riflesso, perchè scomparve in fretta e si ritrovò a fissare il vuoto con aria spenta, mentre altri pensieri sembravano prendersi possesso di lui. Osservandolo con attenzione mi accorsi che avevo già visto quell'oscurità nei suoi occhi. Soltanto una volta. Mi domandai che cosa stesse per succedere, poi la battaglia che lo affliggeva dall'interno parve assalirlo all'improvviso. Scosse la testa.

“Perchè l'hai fatto?” sussurrò.

Non capii la domanda. Non ero nemmeno così sicura che si fosse riovlto a me. Tutt'a un tratto si voltò di spalle, passandosi una mano sul volto.

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