17. Messo in ridicolo

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                "Hurt", Christina Aguilera

Alzo di tanto in tanto lo sguardo dal mio piatto, ed ogni singola volta mi maledico per averlo fatto. A volte incontro lo sguardo di Marty, altre volte invece, quello di Jordy, e non faccio mai in tempo a distoglierlo prima che se ne accorga.
Tuttavia, continua a rimanere in silenzio, ed a me sta più che bene.

Ad un certo punto, Marty allunga la mano nel vuoto, e fa finta di toccare qualcosa, che è evidente non esista.

"Cavolo... ", commenta sottovoce, mentre continua a fare quel gesto strano.

"Che cosa stai facendo?", le chiedo, quasi ridendo.

"Riesco a toccare la tensione che c'è in questa stanza. È così densa... ", sussurra, e poi smette immediatamente, e mi guarda come se fossi stupida.
Abbasso lo sguardo, e Jordy sospira.

"E dovrei essere io la dodicenne qui. Tu", si riferisce a Jordy, indicandolo vistosamente.

"Tu hai ventidue anni, e tu nei hai diciassette. Eppure sembro io l'unica normale qui dentro, e voi due i bambini", ci rimprovera, mentre punta il dito prima verso di lui, e poi verso di me.

Quando vede che nessuno dei due vuole parlare, sbuffa sonoramente.
"Mi state facendo sentire fuori luogo. Volete dire qualcosa? Perché siete tutti così silenziosi?", domanda frustrata.

Prendo un profondo respiro, e mi giro sorridente verso mio fratello.
"Mi dai uno strappo a scuola?", domando.

Si gira verso di me, e dire che mi guarda male è dire poco.
"Pensavo che quel compito fosse riservato esclusivamente al tuo ragazzo che, per inciso, è quello che ti ha rovinato la vita", ribatte con tono di sfida, e tutti i miei tentativi di essere gentile vanno a farsi benedire.

"Oh, capisco... ", sussurra Marty fingendosi pensierosa.

"Questa faida è nata a causa del bel ragazzo dagli occhi verdi... Beh, Jordy, sai che ti voglio bene, ma direi che non puoi proprio competere con... Tyler? Mi pare si chiamasse così, si", ammette scuotendo la testa.

"Che cosa hai detto?", urliamo in coro io e mio fratello.

"Insomma, l'avete visto? Sembra uscito da una copertina di Vogue!", esclama sognante, e per poco non mi strozzo con l'acqua.

"Ma che diavolo stai dicendo?", domando a mia sorella stridula, tra un colpo di tosse ed un altro.

"Perfetto, ho due sorelle che hanno perso la testa per un deficiente... ", sussurra Jordy.

"Non lo conosci, Jor, smettila di saltare a conclusioni affrettate", dico scettica.

"Ma stai scherzando? Non eri tu quella che fino a una settimana fa lo odiava? Che ha cambiato scuola per non vederlo più? E poi, come diavolo ti è saltato in mente di tornare alla Signal?", domanda incredulo.

"Non sai nulla di questa storia", ribatto, e mi alzo immediatamente dallo sgabello della cucina, avviandomi verso scuola a piedi.

Lo sento urlare dietro di me:
"Allora spiegami!"






"Che schifo", commento togliendomi i guanti in fretta e buttandoli nel cestino accanto al nostro banco.

"Andiamo, è divertente, no? Praticamente quello che hai visto è il tuo intestino, solo... in formato un po' più piccolo", risponde sorridente, mentre richiude nel sacchetto la rana che abbiamo appena vivisezionato.

"Non capisco come possano piacerti queste cose". Prendo i miei libri dal banco ed esco dall'aula, seguita da Susan.

"Oh, ed io non capisco come possa piacerti studiare quello che hanno detto filosofi morti secoli fa", ribatte con tono di sfida.

Non mi toccare 2Where stories live. Discover now