23. Non lasciarmi andare

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         "All by my self", Glee Cast Cover

"Qual'è il nocciolo della questione, Ele?", domandò mia madre, con una punta di fastidio nella voce. 

"In effetti, non lo capisco neanche io. Non capisco perché ci siamo riuniti tutti a questo tavolo. Mi sembra che la conversazione avuta mesi fa avesse chiarito tutti i dubbi. Tu hai det... ", cominciò mio padre.

Strinsi i pugni sotto il tavolo, sentendo l'impulso di alzarmi e scaraventare tutto a terra. La cosa che mi fece infuriare è che pronunciò quelle parole come se stesse recitando la preghiera prima di andare a dormire.

Non credo gli desse il peso che meritavano.

Stava incolpando Tyler di aver detto a tutti che sua figlia aveva subito violenze sessuali, eppure ne parlava come se stesse bevendo un bicchier d'acqua.

"Ma la volete smettere tutti!", urlò Marty all'improvviso. Saltai sulla sedia per la paura, e mia madre spalancò gli occhi.

"Volete lasciarli parlare?! Siamo qui per questo, risolvere la situazione, quindi ora state tutti zitti e ascoltate come sono andate le cose veramente! E dopo, voglio vedere quanti di voi osano ancora mettere bocca! Dovreste solo ringraziarlo, questo ragazzo!", sbraitò, e si girò verso Tyler.

Sul suo viso nacque un sorriso curioso, e si girò verso di me, per avere la conferma che fossi stata io a raccontarle tutto.

"Beh, allora spiegate... ", dichiarò mia madre a mento alto.

Lanciai un'occhiata di sfuggita a Tyler, cercando in lui qualcosa che mi desse la forza di cominciare. 

"Okay, allora... ". Cercai le parole adatte nella mia testa. Forse avevo un repertorio speciale intitolato "Passato" per questo genere di situazioni.

"Partiamo dall'inizio. I primi giorni di giugno, poco prima della fine della scuola, si è sparsa la voce. La scuola vi ha chiamato per dirvelo, e ne abbiamo parlato. Dentro di me, però, avevo una certezza. L'unica persona con la quale ne avevo mai parlato era Tyler, quindi... beh, ho praticamente dato per scontato che fosse stato lui. Non vedevo un'altra soluzione", ammisi.

"Perché non c'era un'altra soluzione. Motivo per il quale non capisco perché ne stiamo discutendo ancora ed ancora. Abbiamo fatto questo discorso anche troppe volte per i miei gusti", ribadì mio padre, chiaramente urtato.

Aprii la bocca per dire qualcosa, ma nessun suono uscì dalle mie labbra.

"Papà, puoi lasciarla finire, per favore?", domandò Marty gentilmente.

Alzai lo sguardo e incontrai gli occhi di Tyler.

Il verde dei suoi occhi quella sera era più cupo del solito. Ultimamente brillavano quando eravamo insieme, e la cosa mi riempiva il cuore. Ma stasera sembrava turbato, confuso. Eppure cercò comunque di sorridermi.

"È vero, papà, non c'era un'altra soluzione. Anzi, probabilmente c'era, ma noi non la vedevamo. E onestamente, non la vediamo neanche adesso. Ma la certezza che avevo prima non è più la stessa. Adesso so che Tyler non ha sparso la voce, ed è per questo che sono tornata alla Signal", conclusi, sentendo una sicurezza che non sapevo neppure di provare.

Vagai con lo sguardo nel perimetro del tavolo. Mia madre stava cercando di elaborare le mie parole, mentre mio padre sembrava ancora convinto che tutto quello fosse completamente inutile.

"Quindi, non sei stato tu a dire tutto?", chiese infine mia madre.

Tyler scosse la testa, ma non disse nulla.

"Hai detto che non vedete la soluzione neanche ora, Ele. Come fai ad essere completamente certa che non sia stato lui?", si intromise Jordy, cercando evidentemente di trovare un motivo per far andare le cose nel modo peggiore.

Non mi toccare 2Where stories live. Discover now