43. Doppio disastro

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"Bird set free" Sia

"Troppo corto".

Mi spogliai velocemente e indossai il quinto della lista che Marty aveva preparato per me. Alzai le braccia e feci un giro su me stessa.

"Troppo corto"

"Sai dire solo 'Troppo corto'? Hai detto la stessa cosa di tutti i vestiti precedenti!", esclamai spalancando gli occhi verso di lei, stesa sul mio letto ad osservarmi come se fossi ad un colloquio di lavoro.

"Perché erano tutti troppo corti", affermò semplicemente.

Alzai gli occhi al cielo e gli diedi le spalle mentre mi infilavo l'ultimo vestito, sperando che non disprezzasse anche questo. "Qual è la tua concezione di corto, scusa?"

"Quel tipo di vestito facilmente levabile. Basta un attimo e Tyler si insinua nell... "

"Okay, ho capito". Mi girai e sorrisi forzatamente, alzando le braccia per darle la visuale intera. Cercai di andare oltre quello che stava cercando di insinuare. Insomma... non è che mi facesse stare bene pensare  una cosa del genere. Ma non volevo turbarla con le mie paranoie, quindi preferii non farglielo notare, perché sapevo che non l'avesse detto con cattive intenzioni. "Questo?"

"Si". I suoi occhi scorrerono dalla mia testa fino ai piedi. Poi finalmente la vidi annuire. "Si. Può andar bene"

"Troppo corto". Jordy apparve all'improvviso e si appoggiò di fianco all'uscio della porta, sistemandosi gli occhiali da vista che portava per studiare le sue materie incomprensibili sugli occhi con un gesto rapido della mano.

"Non ti ci mettere anche tu"

"Non è poi così tanto corto", osservò Marty.

"E' troppo corto, Ele. Non uscirai di casa così. E' già tanto che la mamma abbia deciso di sospendere la tua punizione"

"E di chi è la colpa della mia punizione?", rimarcai posandomi le mani sui fianchi ed inclinando la testa.

"Tua e delle tue folli uscite serali, in cui non si sa quello che fai"

Non riuscii a nascondere la frustrazione. Perché diavolo non si fidava e basta? Ero sua sorella, cavolo! "Stavamo solo studiando, Jor. Te l'ho già detto"

"Se lo dici tu ". Sparì dalla mia visuale con neanche troppa enfasi, non lasciandomi neanche il tempo di replicare. Dio, quanto era frustrante!

Se prima fosse piacevole sapere che si preoccupasse per me, e che a volte mi faceva pressione solo per il mio bene, in quel momento era così snervante. Volevo solo che mio fratello accettasse le mie scelte di vita e che le rispettasse come io facevo con lui. Ero stufa marcia della sua iperprotettività nei miei confronti.

"Non ascoltarlo, sorellina. Questo è il migliore". Marty si alzò dal letto e mi sorrise alzando i pollici in su. Mi fece l'occhiolino dando un ultimo sguardo al mio vestito nero quasi fino al ginocchio, con le maniche lunghe e delle piccole e tenere decorazioni floreali sulla parte inferiore della gonna.

"Buona fortuna per la tua uscita a quattro". Detto questo uscì dalla stanza e qualche secondo dopo chiuse la porta della sua, attaccata a quella di Jordy in fondo al corridoio.

Mi guardai un'ultima volta allo specchio prima di scendere e prendere la borsa. Ci infilai il telefono e le chiavi di casa e, una volta all'ingresso al piano di sotto, afferrai la giacca dall'appendiabiti.

"Sei splendida, amica mia. Dove le hai tirate fuori quelle gambe assassine?", esclamò Susan una volta in macchina. Provò anche a fischiare per dimostrare la sua approvazione, ma uscì solo un suono strozzato.

Non mi toccare 2Where stories live. Discover now