50. Smettere di pensare

7.8K 242 101
                                    

"Million reasons", Lady Gaga

"Ele. Non ho visto più molto Susan ultimamente. Prima andavi sempre da lei", affermò mia madre mentre beveva il suo caffè mattutino.

"Già, be' Susan è cambiata e... Ha detto cose che non doveva dire", risposi.

Lei sembrò alquanto sorpresa. "Che tipo di cose?", si informò.

Evitai di rispondere sotto gli occhi accusatori di mio fratello.

"Adesso è troppo impegnata con Tyler", commentò Marty. Jordy le mandò uno sguardo truce dall'altra parte del tavolo, ma lei non sembrò minimamente coglierlo.

"Non dire sciocchezze, Marty. Tua sorella non è il tipo che abbandona le amicizie per uno stupido ragazzo", replicò mia madre.

"Che cosa hai detto?", sibilai.

Jordy si alzò in fretta dal tavolo e mise le mani avanti. "Ha detto che Tyler le piace molto. Ora siediti"

"Mi pare di aver sentito qualcosa di diverso", stridetti.

"Che ti prende, sorellina?", si informò Marty con tono leggero, mentre addentava una fetta di torta al cioccolato.

Mi obbligai a rimettermi seduta. Non mi ero neanche accorta di essermi alzata. Tolsi le mani dal tavolo e gli diedi qualcosa da fare per non cedere al semplice nervosismo che avevo in quei giorni.

"Nulla di che. Un po' di pressione a scuola, tutto qui"

"Credevo che non ti desse poi così tanti problemi, sai. Soprattutto dopo la proposta del tuo professore di filosofia", continuò lei con un'espressione saccente che avrei soltanto voluto farle sparire da quel volto di perfezione dietro cui si trincerava.

"E dài, mamma", intervenne Jordy. "Sembra che lo fai apposta"

Lei lo ignorò completamente, come se non avesse affatto parlato. Quella mattina provavo un'odio nei confronti di mia madre che non avevo mai provato prima.

"Si, be', comunque sia... Devo informarvi che oggi vostro padre verrà qui", dichiarò con un tono di voce che lasciava chiaramente trapelare la sua falsissima indifferenza.

Jordy si allarmò all'istante. "Perché?", domandò con una mezza ironia.

"A quanto pare ha qualcosa da dirci", aggiunse.

"Del tipo?"

"Non ne ho idea, Ele. E' tuo padre, sai com'è fatto"

"Come è fatto", sbuffò Jordy sarcasticamente. "E' fatto male"

"Dovresti saperlo meglio tu, però. Te lo sei scelta da sola, e guarda com'è finita. Tre figli senza un padre", commentai con nonchalance.

Mia madre si portò una mano sul cuore e spalancò gli occhi. Poi mi mollò uno schiaffo in pieno viso. Mi portai una mano sulla guancia destra per lenire il dolore.

Ogni rumore nella stanza cessò, persino i respiri, per un breve istante. Marty alternò lo sguardo scioccato tra nostra madre e me, e Jordy abbassò la testa e si portò le mani davanti al viso.

Mia madre rimase in silenzio per qualche minuto, poi parlò con una sufficienza tale che volevo solo restituirle il dolore che mi aveva inflitto. E non solo quello fisico.

"Come ti permetti di dire queste cose in mia presenza?", strillò. "Che cosa ti ho insegnato?"

"Mi hai insegnato a reprimere i sentimenti e farmi rimanere in silenzio quando volevo solo parlare con qualcuno", sibilai guardandola negli occhi infuocati dalla rabbia.

Non mi toccare 2Where stories live. Discover now