30. Sorrideva sempre

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  "Someone you loved", Lewis Capaldi

"Che posso fare?", domandai. Speravo non cogliesse l'ansia, mista a malevola curiosità nella mia voce. Mi sorrise flebilmente e si incamminò verso la cucina. La seguii.

"Loro sono Hannah e Faylin", mi presentò le due donne, intente a chiacchierare tra di loro.
Immaginai fossero le mogli degli uomini seduti a tavola, i vicini di casa. Porsi la mano ad entrambe.

"Ci pensiamo noi, qui. Andate pure a sedervi, e grazie del lavoro", le ringraziò Joyce. Mi sembrava un drastico tentativo di riuscire a parlare da sola con me faccia a faccia, ma cercai di non pensarci e feci finta di nulla.

"Allora... ". Si guardò intorno, cercando darmi qualcosa per tenermi occupata. Mi porse una ciotola di vetro ricolma di foglie d'insalata e pomodori tagliati a fettine.

"Puoi condirli per me? Le mie mani non funzionano più come una volta", osservò addolorata.

'Quando doveva prendere in braccio la nipotina di almeno venti chili funzionavano anche fin troppo bene', pensai tra me e me.
Sorrisi ed afferrai il sale e l'olio che mi porse.

"Quindi... Ti piace Atlanta?", domandò concisa. Apprezzai i suoi tentativi di non andare diretta al punto. Insomma, la nonna di Tyler mi piaceva, si vedeva che era una brava persona. E mi dispiaceva molto per la sua perdita, per quella della sua famiglia. Ma da quando l'avevo conosciuta solo poche ore fa, mi sembrava troppo... troppo diffidente. Ma non riuscivo a capire se lo fosse nei miei confronti, in quelli di Tyler, o di noi due insieme.

"Si. Ecco, non mi fa proprio impazzire. A Denver non nevica quasi mai, e non fa così freddo per la maggior parte dell'anno. Non ci sono abituata. Ma la neve mi piace, in un certo senso".

Si sedette su uno degli sgabelli della cucina.
Ieri era forse troppo buio, ma notai solo ora che i suoi occhi erano azzurri, esattamente come quelli della signora May. I suoi erano indubbiamente più stanchi e segnati dall'età, ma non sembrava avere più di ottanta anni.
I capelli grigi invece erano tagliati corti, ma erano molto folti. Intravidi solo pochi tratti dei lineamenti di Tyler, e la stessa cosa della madre. Sembrava che Annabeth assomigliasse di più a Joyce. Forse la signora May aveva preso dal padre.

"Sei nata e cresciuta a Denver?", domandò.

"Si, in effetti. Sono uscita poche volte dal paese, tutte con la mia famiglia. Alcuni anni fa, ormai", osservai. Parecchi anni prima, direi. Probabilmente sette. L'ultima vacanza che ricordavo con tutta la famiglia era stata a Toronto, ma solo per pochi giorni. Marty avrà avuto almeno cinque anni.

"Oh. E come mai?"

"Nulla di importante. Impegni di lavoro da rispettare da parte dei miei genitori", risposi soltanto. Capivo tutto, ma non mi sembrava il caso di spifferare la mia vita privata ad una persona che conoscevo da così poco.

Annuí. "E Tyler?"

"Tyler cosa?", domandai scuotendo la testa, confusa.

"Insomma, da quanto lo conosci, come vi siete conosciuti".

"Oh, beh... Lo conosco da circa un anno e mezzo. Ci siamo conosciuti nella nostra scuola. Frequentiamo alcuni corsi insieme"

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