Capitolo 7 - É ora di partire

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LEYLA

È domenica e domani è il grande giorno, per così dire.
Da programmatrice accanita come sono posso dire di aver già preparato le valigie, due per la precisione, e tutto ciò di cui ho bisogno molto in anticipo.
Non si sa mai.

Mi fermo per qualche secondo facendo mente locale per verificare che non abbia dimenticato nulla e sistemo i bagagli un un angolino della camera.
Guardo l'orologio che ho sul polso regalatomi da mia madre per questa grande occasione, come dice lei.
É un DW dal cinturino metallico color oro che si addice alla mia carnagione olivastra, segna le 18.57 perciò decido di farmi una doccia veloce giusto per rilassare i muscoli tesi a causa della partenza.
Speriamo non si trasformi tutto in un disastro.

Terminato il momento relax, che si è prolungato abbastanza, decido di scendere al piano inferiore per cenare qualcosa ma mamma non c'è quindi passo volentieri la serata con Nelly che mi racconta della sua famiglia.
Mi parla dei suoi due figli piccoli di quattro e cinque anni, George e Julien che ogni giorno combinano qualcosa di buffo.
Oggi, per esempio, hanno deciso di preparare i biscotti ma, a quanto pare, non deve essere andata molto bene perché Nelly ha trovato la cucina ricoperta di farina, uova e acqua e ha dovuto pulirla da cima a fondo.
Rido a crepapelle mentre continua a raccontare la storia con disperazione ma anche divertimento. Il suo sorriso la tradisce.
Tutto sommato sono davvero una bella famiglia però, vivono a pochi passi dalla nostra casa insieme alla loro nonna, Susanne, una donna davvero carina e premurosa che di tanto in tanto prepara dei dolci deliziosi.
Il padre di George e Julien è morto mentre lavorava in un quartiere navale a causa di una perdita che ha provocato un'esplosione dalla quale non è sopravvissuto quando loro erano ancora piccoli quindi non si ricordano di lui, sfortunatamente.

Mi riprendo dai miei pensieri, saluto Nelly che sta terminando di fare gli ultimi mestieri in cucina e mi sposto in camera decidendo di andare a letto prima rispetto alle altre sere visto che ho un aereo da prendere.
Dopo essermi rigirata nel letto centinaia di volte in cerca di una posizione che mi permetta di dormire sonni tranquilli, mi sdraio a pancia in su osservando il soffitto nero alla ricerca di qualcosa che abbia lo stesso effetto di un sonnifero, ma anche questo sembra inutile.
Sarà per l'ansia o per l'emozione del viaggio ma sembra che il mio corpo sia attraversato da scosse elettriche che mi impediscano di abbandonarmi alle braccia di Morfeo.
Controllo l'ora, le 21.34.
Sbuffo sonoramente e decido di prendere il telefono per cercare qualcosa con cui passare il tempo in attesa del sonno.
Navigo su Instagram, nella sezione scopri, ed inizio a guardare i diversi post che compaiono; video divertenti di gatti, meme sulle celebrità, video di ricette altamente disgustose, foto di modelle superfiche ed outfit mozzafiato fino a che non vedo un'immagine che cattura la mia attenzione.
Una Ferrari rosso fuoco in pista con il numero 16 stampato davanti, il mio numero fortunato.
Clicco sull'immagine cercando di capire chi sia il pilota a cui appartiene questa vettura ed il tag pop-up che compare non mi piace per nulla. @CharlesLeClerc.
Sembra che qualcuno li sopra o dovunque sia, si diverta a prendersi gioco di me.
È sicuramente una coincidenza Leyla, non farti idee strane.

La curiosità prende il sopravvento e, dopo qualche attimo passato a decidere se stalkerare Charles oppure no, clicco sul tag che apre il suo profilo.
Diverse foto attirano la mia attenzione perciò inizio a farle scorrere sotto le mie dita analizzandone una ad una.
Nel giro di pochi minuti le ho viste praticamente tutte fino a che, una in particolare mi colpisce nel profondo facendo riemergere non pochi pensieri.
Si tratta di Charles che poggia un braccio sulle spalle di Martin ad una gara di kart, la didascalia è <<come due fratelli>>.
È datata 2015 ma so che la foto è stata scattata molti anni prima, quando mio fratello ancora gareggiava in pista.

"Forza Martin, puoi vincere!" Urlo a squarciagola dalle tribune del circuito di Monaco cercando di incoraggiare mio fratello.
Manca un ultimo giro per terminare la gara ed al primo posto c'è Charles in netto vantaggio sugli altri mentre al sesto mio fratello che però riesce pian piano a recuperare posizioni fino a raggiungere il terzo posto.
La gara sta per terminare quando, ad un tratto, Charles sbaglia la curva e si schianta contro il muro.
Dal kart inizia ad uscire una fumata grigia che sale verso l'alto.
Intorno a me sento dei versi di preoccupazione provenire dai tifosi che sono in completa frenesia.
Charles non riesce ad uscire dalla vettura, sembra abbia una gamba incastrata nel kart che improvvisamente ha iniziato a prendere fuoco.
La folla è in delirio.
Dove diamine è l'ambulanza?
Mio fratello rallenta e va ad aiutarlo, rinunciando al secondo posto, e, finalmente, dopo attimi interminabili arrivano anche i soccorsi che spengono l'incendio e soccorrono Charles che fortunatamente non si è fatto un graffio.
I due si abbracciano per un lungo istante rendendo il momento magico e poi scattano una foto insieme, come due fratelli.

Spengo il telefono dopo essermi resa conto di aver passato troppo tempo su internet e cerco di ripensare ai momenti felici della mia infanzia con le lacrime agli occhi.
Quanto vorrei che tutto tornasse come prima.

Il suono della sveglia mi distoglie dal mondo dei sogni e mi convince ad alzarmi per poter prendere il volo in tempo.
Indosso i vestiti che mi ero preparata la sera prima; dei jeans a vita alta, una maglietta verde acqua ed un maglioncino legato alla vita dato che in aereo sicuramente morirò di freddo.
Mi sposto malavoglia verso il bagno per poter rendere la mia faccia almeno accettabile per cui la risciacquo con acqua fresca, la spalmo di crema alla vaniglia ed infine passo un velo di blush color pesca per colorarla leggermente.
Mi pettino i capelli e completo il mio make up con un filo di mascara ed un po' di lucida labbra.
Può andare bene.

Inizio a portare le valigie al piano inferiore quando Nelly accorre in mio aiuto quindi, in men che non si dica, tutto è stato spostato dalla camera al salotto.
"Buongiorno Leyla" Dice mia madre scendendo dalle scale vestita elegante come sempre.
Deve essersi svegliata a causa del rumore.

"Buongiorno mamma, mi dispiace di averti svegliata"
"Non c'è problema cara, almeno posso fare colazione insieme a te e poi portarti in aeroporto" Mi sorride, io le sorrido di rimando.
Sembra si stia impegnando per davvero ad interessarsi a me.

Dopo aver terminato le brioches ed il cappuccino preparati da Nelly, carichiamo le valigie sul suv nero lucido e raggiungiamo l'aeroporto di Nizza dopo trenta minuti di viaggio passati, per la maggior parte, in silenzio.
Davanti a me si erge una struttura in vetro davvero imponente, quasi intimidatoria.
Entriamo e ci dirigiamo immediatamente verso lo sportello per caricare la valigia da stiva che fortunatamente rientra nel peso massimo. Successivamente arriviamo ai metal detector dove mia madre non può passare perciò ci salutiamo e ci promettiamo di sentirci tutte le sere per il prossimo mese.
Prendo un lungo respiro e trasportando con me il trolley mi dirigo verso il primo metal detector libero.
È giunta l'ora Leyla, ora sei sola.

...
E anche il settimo capitolo è stato pubblicato!✌️
Ho visto che le visualizzazioni crescono sempre più il che vuol dire che anche gli aggiornamenti saranno più frequenti😻
Spero vi sia piaciuto
Vi giuro che nel prossimo compare anche il nostro amato Charles.
Baci
L
❤️

Come primule nell'oceano // Charles LeClercWo Geschichten leben. Entdecke jetzt