Capitolo 43 - Non sarai mica geloso?

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LEYLA

"Hai preso tutto cara?" La voce soave di mia madre interrompe i miei pensieri per l'ennesima volta.
"Si mamma, me l'hai già chiesto"
"Lo so ma conosco i miei polli e sono sicura che quando arriverai a scuola ti sarai dimenticata di qualcosa"
La vibrazione del cellulare mi avvisa che Michelle mi sta aspettando fuori casa per andare all'istituto insieme. Saluto mia madre, lasciandole un leggero bacio sulla guancia, e recupero lo zaino appoggiato sul pavimento per poi uscire di casa, attraversando il giardino.
Vado incontro alla mia migliore amica, abbracciandola stretta a me, per poi incamminarmi insieme a lei verso la fermata del pullman che vedo arrivare in lontananza.
"Pronta per tornare?"
"Per sorbirmi gli sguardi interrogatori di tutti intendevi dire?"
"È la stessa cosa" Dice lei ridacchiando poco dopo.
La sua risata allegra mi contagia mentre saliamo sul mezzo arancione, mostrando il biglietto all'autista.
Ci sediamo in una coppia di sedili che troviamo libera e passiamo il resto del viaggio a parlare del più e del meno.
Dopo il mio incidente, lei e Cate sono state fondamentali per la mia ripresa. Ogni giorno, o quasi, trascorrevano la maggior parte del tempo al mio fianco, aiutandomi ad affrontare ciò che mi era successo.
Certo è che, ancora adesso, non sono al cento per cento della mia forma ma, nonostante tutto, grazie al loro supporto sono riuscita a farmi forza e fronteggiare il problema.
Fortunatamente, Michelle ha accolto Cate a braccia aperte, al contrario di ciò che pensavo.
Sono contenta che entrambe abbiano stretto una maggiore conoscenza.

"Leyla? — una mano sbatte davanti ai miei occhi, cercando di attirare la mia attenzione — Terra chiama Leyla!"
"Si?" Mi volto scombussolata verso la mia migliore amica che mi squadra con uno sguardo perplesso.
Mi sono persa tra i miei pensieri.
"Cosa ne pensi?"
"I-io penso che... Cosa?"
"Dio, sei incredibile! È possibile che hai sempre la testa fra le nuvole?" Mi canzona la mia migliore amica con uno sguardo misto tra la sorpresa ed il nervoso.
Non rispondo, dato che mi sono persa la sua domanda, ma lancio un'occhiata di scuse a Michelle che si ricompone poco dopo.
"Si può sapere a che cosa stavi pensando?"
"A quanto sono felice di averti" Sono consapevole di averla presa alla sprovvista dall'espressione che ricopre il suo volto.
Tendenzialmente non sono una ragazza molto aperta e, soprattutto dopo l'incidente di Martin, raramente ho espresso i miei sentimenti verso le persone.
Dal suo sguardo prima confuso e poi felice capisco quanto le facciano piacere le mie parole.
"Anche io sono felice di avere te."
"Quindi... Che stavi dicendo prima?"
"Che ne pensi di venire a casa mia uno di questi giorni? Che ne so, per un pigiama party o cose del genere."
"Penso che sia una fantastica idea."

Giunti a destinazione, scendiamo dal pullman per dirigerci verso l'istituto scolastico dove passerò il resto dei prossimi mesi. Attraversiamo il cortile principale per raggiungere la porta d'ingresso dalla quale parte il lungo corridoio che si snoda poi nelle diverse aule. Ai lati di questo, lungo le pareti, i vari armadietti si estendono per tutta la sua lunghezza.
Apro il mio e prelevo i libri di cui ho necessità per le prossime ore, cercando di fare mente locale sulle lezioni che mi aspettano. Seguo Michelle lungo il percorso verso la nostra classe mentre mi guardo intorno, notando qualcosa di strano.
"Michelle?"
"Si?" La bionda mi da le spalle, continuando a camminare imperterrita.
"Non noti anche tu qualcosa di strano?"
"Io? No, perché?"
"Perché nessuno mi sta squadrando?"
La mia migliore amica si ferma di scatto, esaminando la scena intorno a lei. Tutti gli studenti sono intenti a farsi gli affari propri, senza puntare i loro occhi indagatori su di me.
Questa cosa è davvero strana.
"Ciao Leyla!" Aisha, la ragazza che tanto ho odiato durante la mia carriera scolastica, mi saluta, seguita dalle sue scagnozze. Il gruppetto mi sorride amichevolmente per poi entrare in classe come nulla fosse.
Resto imbambolata per qualche secondo, cercando di rielaborare ciò che è appena successo.
Michelle è nella mia stessa identica situazione e dal suo sguardo intuisco la sua sorpresa.
Che diamine è preso alla gente?

Come primule nell'oceano // Charles LeClercDove le storie prendono vita. Scoprilo ora