Capitolo 36 - These are the US!

1.3K 45 1
                                    

LEYLA

L'appuntamento con Charles è andato meravigliosamente ed io non potevo desiderare di meglio. Sono così felice che abbia appreso il mio concetto di non correre troppo e per questo gliene sono davvero grata. Era da tempo che non provavo più tali emozioni con qualcuno, ecco perché credo che non amerò mai nessuno come Charles.
Lui mi rende viva, lui è la mia linfa vitale.

Abbandono il materasso, malavoglia, per dirigermi verso le valigie e sistemare le ultime cose mancanti rabbrividendo non appena i mie piedi si scontrano con il freddo pavimento.
Non vedo l'ora di toccare il suolo americano.
Mi prendo qualche attimo di silenzio per imprimere nella mente gli ultimi particolari della casa che abbandonerò per sempre e sorrido, consapevole di essere riuscita a giungere al termine di questa esperienza. Respiro profondamente dopo essermi ripresa dai miei pensieri e recupero i bagagli vari, per poi scendere in cortile e salire sul taxi che ci porterà in aeroporto.
Al mio fianco, Charles mi tiene la mano con fare protettivo mentre osservo dal finestrino la città che in questo ultimo mese mi ha accolta ed amata.
"A che stai pensando?"
"Che mi mancherà."
"Chi?"
"Maranello. Sai, appena sono arrivata non vedevo l'ora di tornare a casa, da mia madre, da Michelle, ma, ora, dopo tutto ciò che ho passato, devo ammettere che mi mancherà. Un mio pezzo di cuore appartiene anche all'Italia."
Il sorriso rassicurante del monegasco dissolve tutte le sensazione negative lasciando spazio solamente a quelle più piacevoli che mi riempiono di gioia. Appoggio la mia testa alla sua spalla, inspirando il suo profumo paradisiaco che non dimenticherò mai.
"Ed io?" Rompe il silenzio qualche attimo dopo.
"Tu cosa?"
"Ti mancherò?"
"Ovvio che no!"
"Ok" Il suo tono si spegne alla mia risposta ironica facendomi ridacchiare per la sua buffa espressione.
"Ehi — accarezzo la sua guancia dove spunta una leggera barba che percepisco con i polpastrelli — certo che mi mancherai LeClerc."
"Anche tu, Emerson."

***

📍Austin, Stati Uniti

Il volo verso Austin si è rivelato piuttosto piacevole. Sebbene odi gli aerei, sono riuscita a dormire serenamente per la maggior parte del tempo, senza particolari disagi.
Charles è stato davvero carino perché, essendo a conoscenza della mia fobia, mi ha tenuto la mano per tutto il viaggio, trasmettendomi una maggiore tranquillità.
"Le?" Una voce maschile richiama la mia attenzione che fino a poco prima era concentrata sulle vetture che sfrecciavano sull'asfalto.
"Si?" Distolgo lo sguardo dal finestrino per puntarlo nei suoi occhi smeraldo.
"Siamo arrivati."
"Oh." Nemmeno mi ero accorta del nostro arrivo all'hotel dal tanto che ero immersa nei mie pensieri.
"Sempre con la testa tra le nuvole eh" Mi schernisce il monegasco ridacchiando.
Non avendo la risposta pronta, l'unica cosa che posso fare è mostragli la lingua. Cosa che lo fa ridere ancora di più.
Il sorriso più bello del mondo.

Dopo che la gentile receptionist ci consegna le chiavi, ci dirigiamo nelle rispettive camere con i propri bagagli, promettendoci di sentirci presto dato che ancora non so il programma della settimana.
Sistemo le mie cose sul pavimento non appena metto piede nella stanza, decidendo di riordinare successivamente, e mi lancio sul letto per testare la morbidezza del materasso.
Niente male.
Prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni ed inizio a scrollare i vari post di Instagram che mi saltano all'occhio, mettendo qualche mi piace qua e là. Navigo nella sezione scopri finché un'immagine non cattura il mio sguardo, facendomi aggrottare la fronte. Si tratta di una foto di me e Charles, della sera precedente, durante la nostra cena a Maranello.
L'autore del post è una fanpage di Charles che posta notizie sul pilota nel proprio profilo Instagram. La didascalia della foto è molto carina ma, purtroppo, non posso dire altrettanto di alcuni commenti che feriscono più di una lama.
Gente che si nasconde dietro dei profili fake, commenta la foto con parole davvero spregevoli, sia nei miei confronti sia in quelli di Charles. Parole, che non credevo la gente fosse in grado di sputare con tanta cattiveria, mi saltano all'occhio rendendomi la vista sempre più offuscata . Continuo a leggere le frasi, che mi colpiscono al cuore come spade, mentre, lungo le mie guance, scorrono lacrime salate che scorrono fino alla clavicola.
Perché le persone devono essere così cattive?

Come primule nell'oceano // Charles LeClercWhere stories live. Discover now