La Danger-Zone è chiamata così per un motivo, se non sai sopravvivere non oltrepassare quella barriera, mai.
In tutte le città più illustri vi è una Danger-Zone. New York, Chicago, Berlino e Seoul non è da meno. Le Danger-Zone sono quei quartieri ma...
Non avrei mai pensato di scriverlo per davvero, però... Questo capitolo contine parti smut- ALLY NON LEGGERLO.
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Siamo nella sua stanza, più precisamente nel suo letto, ‒ultra comodo, aggiungerei‒ e ci stiamo baciando già da diversi minuti, eppure non ne posso più. Voglio andare oltre.
Mi stacco dalla sua meravigliosa bocca e lo guardo dritto negli occhi. Lecca il suo labbro inferiore e io ghigno portando le mani sotto la sua felpa, sfilandogliela. Mi posiziono a cavalcioni sopra di lui, ammirandolo per bene.
Ci guardiamo negli occhi, riflettendo attentamente su cosa fare.
Alza la mano, toccando appena la mia guancia e procurandomi un piccolo scatto all'indietro. Non me l'aspettavo.
Lo guardo confuso e lui ridacchia semplicemente, come se non fosse accaduto nulla.
Sospiro divertito, continuando a guardarlo dall'alto e incrociando i nostri occhi di tanto in tanto. I suoi vagano per la stanza come se potesse attraversarne le pareti con una sola occhiata.
Gli lascio un bacio sulla guancia, procedendo verso l'orecchio dove gli sussurro una breve, concisa e diretta frase.
Lo sento sussultare, probabilmente sorpreso, prima di annuire in modo lento come risposta.
Sorrido, facendogli l'occhiolino.
Non ti farò pentire, Taehyung.
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«Allora, Tigrotto, ti convince il nostro patto?»
«Eccome.‒ ridacchia, mettendosi a sedere ma facendo poi una smorfia di dolore. ‒Aish... Potevi andarci più piano... Ma che ore sono?!» scatta, alzandosi velocemente e guardando l'orario sulla sveglia.
«Cazzo, fra mezz'ora dovrebbe tornare mia madre.» si lamenta, mettendosi i suo i boxer dopo essersi pulito.
Seguo anche io le sue azioni, rivestendomi e gettando il fazzoletto sporco nel cestello.
«Bhe, vorrei restare, ma sono qui da un bel po'. I miei coinquilini potrebbero preoccuparsi.» dico, divertito, mentre lo vedo intento a risistemare la sua camera.
«Vai vai, mia mamma non ti deve vedere.» concorda, voltandosi verso me.
«Bene, allora, a domani.» lo saluto.
«A domani.» ricambia.
Scendo le scale ed esco, andando a passo svelto verso casa mia.
E chi diamine si sarebbe aspettato un risvolto del genere, proprio adesso e cosí presto?! Tutti, a dir la verità.
Potrei quasi dire che è andato tutto troppo di fretta ma... La verità è che è andata come sarebbe dovuta andare. Aspettare avrebbe aumentato il desiderio ma sprecare tempo è inutile.
«Si può sapere dove sei stato?!» quasi urla Jin, quando mi vede rientrare.
«Da nessuna parte, non ho fatto nulla di illegale, tranquillo hyung.‒ rispondo, andando in cucina. ‒Che c'è per cena?» domando, sedendomi a tavola accanto a Jimin.
«Maledetto maknae...‒ borbotta il più grande, mentre gli altri mi salutano. ‒C'è il ramen.»
Mentre mangio, non posso far a meno di sorridere, ripensando agli avvenimenti di questo pomeriggio.
Eh no, Tigrotto, non ti pentirai affatto di aver accettato questo patto.
«Oh! Jungkook!‒ esclama Namjoon. ‒Ora che ricordo, ho una notizia non molto felice per te.»
«In che senso?» domando, inarcando un sopracciglio.
«Torna Park Bogum a scuola.» dice, inghiottendo il cibo.
Cazzo, solo questa ci mancava.
Spazio Me:
SCUSATE SE IL CAPITOLO E' CORTO, SE FA SCHIFO ED E' SCRITTO MALE MA- AIUTO.
Ok ok, mi calmo. Intanto, vi chiedo scusa se la Smut fa vomitare perché lo riconosco. E' in assoluto la prima volta che scrivo una scena del genere e-e sono ancora a disagio. Come farò a guardare i Bangtan dopo ciò... Va be' è andata. Via il dente via il dolore.
Vi giuro che il prossimo capitolo sarà meglio, anche perché entrerà in gioco un personaggio MOLTO e ripeto MOLTO importante per lo sviluppo della storia!
Ditemi cosa ne pensate, sono qui per questo.
Detto ciò, spero che il capitolo vi sia piaciuto, se è si, lasciate un like e commentate, ci rivediamo alla prossima parte!
