47-La mia storia

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allarme smut, faccio schifo a scrivere smut lo sapete benissimo :)

BUONA LETTURA

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«Dove mi porti?» chiedo, inclinando il capo lateralmente e studiando l'espressione impassibile di Jungkook.

«Seguimi e basta.» è la risposta che continua a darmi, senza rispondere seriamente.

Storco la bocca, alzando gli occhi al cielo e guardandolo male. Incrocio le braccia al petto, cercando di mostrarmi il più incazzato possibile, ma nulla, non mi considera minimamente.

Continuiamo questo "gioco del silenzio" per altri, interminabili, minuti di passeggiata, dove camminiamo e basta, senza che io sappia minimamente la meta.

«Eccoci.» esclama, facendomi sussultare, abituato al suo perenne silenzio.

Aggrotto la fronte, spostando lo sguardo da lui all'edificio di fronte ai nostri corpi, confuso. 

«È una casa.» ribatto, indicando l'abitazione con un gesto veloce della mano.

«Non è "una casa". — mi corregge lui, continuando a guardare davanti — È la mia casa...»

Schiudo le labbra, sorpreso e ancora più confuso di prima. «Che intendi? Non abiti con gli hyung?»

«Sì, ma questa è... — sospira rumorosamente, scuotendo il capo — ...È il luogo dove ho vissuto gli anni peggiori della mia vita.»

Trattengo bruscamente il fiato, sgranando le palpebre e fissando Jungkook sconcertato.

«C-Cosa?!» balbetto.

«Hai sentito bene.» replica, serio, camminando fino al portone per poi aprirlo ficcando il suo coltello nella toppa.

Entra e mi sbrigo a seguirlo, senza fare alcuna domanda. Sono agitato, molto agitato, non mi piace vedere Kook con quello sguardo apatico.

Quando chiudo la porta, vengo stordito dalla puzza di chiuso che si respira qui dentro: deve essere da anni che nessuno fa cambiare aria.

Sposto gli occhi per tutta la stanza. Sembra molto grande, per essere una casa della Danger-Zone. Da quello che posso vedere, ha un salotto abbastanza grandicello, una cucina in fondo al corridoio e le scale che portano — sicuramente — al piano superiore.

«Kook?» chiamo, un po' impaurito dal silenzio.

«Tae, sono qui.» mormora il nominato. La sua voce proviene dalla mia destra, dal salone.

Deglutendo, seguo il suono ed arrivo affianco al corvino, cercando di non emettere troppo casino con i miei passi non proprio leggiadri.

Sta guardando, insistentemente, una poltrona dall'aspetto vecchio ed usurato, uno strato di polvere sopra. La sua espressione non è affatto delle migliori. 

Danger-Zone  |KookTae|Where stories live. Discover now