-Epilogo-

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—se non fosse mai finita.

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Magari, un giorno, lontano probabilmente, ci rincontreremo e sarà come se non fosse mai finita.

Cinque anni dopo...

Chiudo a chiave la porta del ristorante in cui lavoro, tentando di far presto.
Il freddo pungente colpisce l'unica mano che ho fuori dalle tasche e prendo un respiro profondo per non far uscire dalla mia bocca una serie indistinta di insulti contro tutto e tutti.

Una volta che estraggo la dannata chiave dalla porta, infilo immediatamente la mia mano all'interno del cappotto e sorrido internamente, percependo finalmente il caldo tanto agognato.

Incomincio a camminare verso casa mia, consapevole di dover camminare per almeno venti minuti a piedi e dover prendere due autobus.

Sospiro, frustato ma non oso lamentarmi, dopotutto, ora come ora, amo la mia vita.

Il mio sorriso s'intristisce un po' non appena la mia mente viene avvolta dai soliti ricordi di qualche anno fa.

Da quella sera, tutto era cambiato. Lui era ripartito il giorno dopo e passammo due giorni di pura ansia e terrore, non avendo notizie da parte dei due.

Poi, come un fulmine, la Danger-Zone venne invasa da delle persone— in quei tempi, non sapevo che quelle figure fossero detective, avvocati e persino poliziotti che non avevo mai visto con i miei occhi. Controllarono minuziosamente tutta la città, da cima a fondo, e fecero molteplici domande anche a noi, ma soprattutto a me.

Non saprei dire cosa mi chiesero precisamente, ho ricordi sfocati di quei momenti, come se il mio cervello volesse rimuovere quel pezzo di storia per arrivare direttamente alla parte in cui tutto si risolve.

E fu così. Proprio come ci avevano promessi, quelle persone contattarono il presidente e in tre settimane presero la decisione di trasferire tutti coloro che vivevano alla Danger-Zone a Seoul, assolvendoli da tutti i crimini che erano legali da noi. I Park vennero messi in galera — così anche i loro aiutanti — e tutti i loro soldi vennero donati per aiutare noi della Danger-Zone.

Oltre ciò, ci fecero ripetere l'anno in una scuola speciale, controllando le nostre capacità intellettive. In quel campo andai molto bene e potei accedere all'ultimo anno senza problemi.

Mi sembrava un sogno quello di vivere in un appartamento alto circa dieci piani e costruito in meno di un mese solo per noi della Danger-Zone. Questo edificio venne costruito grazie ai soldi che offrirono i signori Min per non far parlare Yoongi.

Frequentammo uno psicologo per tre anni e fu perlopiù per sfogarmi su tutta questa sensazione che per altro. Quell'uomo riuscì anche a farmi capire che la morte di quella guardia non era assolutamente colpa mia e che nessuno mi riteneva un assassino.

Danger-Zone  |KookTae|Where stories live. Discover now