61-Illusi, codardi ed egoisti

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Continuo a fissare il soffitto con delle macchie di muffa, steso sul mio letto. Agito un piede a tempo, mordicchiando il mio labbro inferiore.

Mi sono appena svegliato dopo esser svenuto dal troppo stress, non so dove siano i miei  hyung, se Jimin stia bene, se Yugyeom e il suo fratellino mi odino... Non so nulla e, sinceramente, vorrei rimanere in questa piccola bolla di serenità per qualche altro minuto — per non dire che vorrei rimanerci per sempre.

Ho sognato lei. Era da molto che non lo facevo, credevo di averla dimenticata; di aver dimenticato il suo volto, il suo corpo... il suo cadavere immerso nel sangue in quella schifosa e dannata cantina.

Invece, no. Era tutto limpido, come se mai fosse cambiato qualcosa, come se io fossi stato lì ancora una volta, ad assistere alla sua morte senza poter fare nulla per evitarlo.

Proprio come è accaduto nella realtà.

Un lieve bussare alla porta interrompe i miei pensieri. Sospiro rumorosamente, rimuginando per qualche istante di troppo se permettere a chissà chi di entrare e parlarmi. Non so se sono pronto ma, prima o poi, dovrò tornare a vivere.

Anche se sembra difficile come non mai farlo.

«Entra.» mormoro, la voce roca, sperando che mi senta.

La maniglia si abbassa e — producendo il solito cigolio — la figura di Yugyeom si rivela, in viso un'espressione calma e tranquilla, diversa da quella che avevo immaginato nei miei confronti.

«Dimmi.» pronuncio, senza mettermi seduto o rivolgergli nuovamente un'occhiata.

«Sono felice di sapere che stai bene, Kook. — inizia e odo i suoi passi avvicinarsi al mio letto, prima di bloccarsi e ricominciare a parlare — Ti conosco bene e so cosa stai pensando, in questo momento. — un lungo sospiro che fa tremare anche il mio corpo — Voglio solo dirti che non ce l'ho assolutamente con te. Anzi, devo ringraziarti, hai salvato mio fratello... seppur tu abbia dovuto violare una della tre regole della Danger-Zone. — ci sono dei secondi di assoluto silenzio e non mi azzardo ad aprir bocca — Quindi, ti sono infinitamente grato. Ho spiegato ai tuoi amici quello che è successo con la guardia e nessuno di loro sembrava schifato o spaventato. Non hanno detto nulla, sinceramente, ma non avevano brutti pensieri nei tuoi confronti, credimi.»

«Va bene. — emetto un risolino per nulla divertito, drizzando a sedere e sistemandomi i capelli con una mano — Adesso cosa dovrei fare? Ho pur sempre ammazzato una persona.»

I suoi occhi scuri cadono verso il pavimento e le labbra si stringono in una linea sottile. 

«Ma non me ne pento.» continuo, abbassando lo sguardo sulle tue mani.

«Sono in debito con te, Jungkook. Potrai chiedermi qualsiasi cosa, anche se, come già sai, non possiedo molto.» sbuffa una risata e annuisco semplicemente.

Danger-Zone  |KookTae|Where stories live. Discover now