La Danger-Zone è chiamata così per un motivo, se non sai sopravvivere non oltrepassare quella barriera, mai.
In tutte le città più illustri vi è una Danger-Zone. New York, Chicago, Berlino e Seoul non è da meno. Le Danger-Zone sono quei quartieri ma...
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Lunedì. Esiste giorno peggiore? Ne dubito fortemente, in sincerità. Soprattutto quando hai passato il sabato e la domenica per locali a bere fino a non ricordare più nemmeno i tuoi anni.
Avevo proprio bisogno di staccare e di non pensare a Kim Taehyung che, a quanto pare, da quando ho realizzato cosa provo, occupa un posto fin troppo grande fra i miei pensieri. E questo non va bene, affatto.
Stropiccio gli occhi, appoggiandomi al muretto. Osservando i miei amici che scherzano fra loro su una figuraccia fatta da Jimin ieri in discoteca.
Alzo gli occhi e vengo subito attirato da una figura. Accanto a lui, Park Bogum che lo guarda con una strana espressione in viso: sembra quasi annoiato, ma ciò non si può dire per l'altro. Taehyung ride e fa battute alla quale Park scrolla le spalle, facendogli perdere l'allegria.
Stringo i pugni e la mascella. È quasi una settimana che ogni giorno, alla stessa ora, percorrendo lo stesso percorso, quei due chiacchierano animatamente, attirando molti sguardi. Effettivamente, nessuno si è mai approcciato tanto a Bogum, tranne quei due o tre traditori della Danger-Zone che quel coglione chiama amici. Sono tutti scioccati, quando li vedono assieme. Forse erano abituati a vedere Taehyung con il quartetto di Jennie, che è eterna rivale di Park, oppure perché quest'ultimo non ha più attaccato briga con me. Non so proprio cosa si stiano immaginando gli altri studenti.
Sospirando leggermente, distolgo lo sguardo e noto Namjoon scrutarmi serio per diversi secondi, per poi spostare gli occhi su Taehyung e Bogum, un sopracciglio inarcato. Oh cazzo, fa che non abbia capito nulla.
«Ehi, ma!‒ esclama Hoseok, girandosi per guardare chissà cosa. ‒Park non ti rompe più?»
«Ho notato anche io questa cosa! Sta sempre appiccicato a Taehyung, o meglio, Taehyung sta appiccicato a lui.» borbotta Jimin, incrociando le braccia al petto.
«Non sembra che ciò gli dispiaccia, però.» Namjoon interviene, non togliendo gli occhi da quei due.
Seguo i suoi occhi, come attirati da non so quale forza e vedo proprio il biondo in questione che mi sorride e saluta, agitando una mano, prima di dire qualcosa all'orecchio di Park. Dopo di ché, si avvicina, il coglione dietro di lui che sogghigna.
Merda, no.
Cerco di placare il mio cuore, indossando una maschera di resistenza, pronto a qualsiasi attacco di Bogum.
«Ciao, ragazzi!» esclama Taehyung.
«Tae! Come va?» chiede Hoseok, abbracciandolo.
«Ehi, drogatello, potresti staccarti?» sento dire dall'idiota, alle spalle del biondo.
Hobi si stacca subito, guardandolo male, ma non replicando. Dopotutto, non è nel suo carattere, ma nel mio sì.
«Ehi, stronzello, non è mica fatto di merda.» ringhio, assottigliando lo sguardo.
