Dio solo sa

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Dopo aver detto a Liam che partivo, me ne andai a casa piangendo.

Sarei partita tra meno di 36 ore, dovevo preparare le valigie.

Entrai in casa e mio padre mi venne incontro, abbracciandomi.

Piccola premessa. Io e mio padre eravamo si molto uniti, ma anche lui si tratteneva dal toccarmi. Quindi il fatto che mi abbracciasse era strano.

Ero talmente triste che continuai a piangere, tra le braccia di mio padre.

"Tesoro, so che non vuoi, ma dobbiamo andare in Italia"

"Perché? Perché è così importante?"

"Purtroppo da quando siamo qui sono successe talmente tante cose in Italia che non immagini. Dobbiamo tornare la e aiutare tutti coloro che ne hanno bisogno."

"Ok.. andiamo a fare le valigie"

Mio padre aveva ragione. Il nostro lavoro era aiutare le persone con poteri a controllarsi e a guarire.

Si lo so. Noi aiutavamo le persone a controllarsi e io non lo sapevo fare. Suona strano ma è così.

Andai in camera e presi i vestiti, li piegai e li misi in valigia.

Amavo la mia valigia. Era viola con una punta di azzurro sul manico. Non so perché ma mi dava fiducia.

Forse perché, prima di trasferirmi qui, l'unico modo di scappare dalla mia vita era viaggiare.

Cazzo. Tornando in Italia, rivedrò tutti coloro che mi odiavano.

Non me ne fregava più di tanto.

Quella non era più la mia casa.

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- 10 ore al volo.

"Andrea, svegliati! Se vuoi salutare i tuoi amici devi farlo questa mattina!"

"Siiiii"

Ero ancora a letto. Mi alzai, mi guardai allo specchio e mi misi a ridere.

"Ah, un troll" mi dissi da sola.

Mi preparai, mangiai qualcosa al volo e uscii.

Sarei passata casa per casa a salutarli tutti.
Come precauzione non mi truccai, altrimenti avrei finito col diventar metà troll e metà pagliaccio.

E non ne avevo voglia.

Andai prima di tutti da Liam. Bussai, aprì sua madre.

"Salve signora. C'è Liam in casa?"
"Sono desolata ma Liam è uscito circa due ore fa e deve ancora tornare"
"Grazie lo stesso"

Due ore fa?! Erano solo le 10 e lui era già uscito.

Andai da Malia, ma successe la stessa cosa, e così con tutti gli altri.

Ma cosa aveva il mondo quel giorno?

Sconsolata, andai alla panchina sul dirupo.

Nel momento in cui mi sedetti mi arrivò un messaggio. Era Kira.

"Ehi, facciamo un gioco! Vieni nel posto in cui ci hai incontrati per la prima volta."

Era strano ma lo feci. Andai a scuola.

Non c'era nessuno.
In quel momento mi arrivò un nuovo messaggio. Questa volta era Lydia.

"Ehi. Se vuoi scoprire la verità vieni dove hai aiutato Kira e Scott ad amarsi."

Il campo da lacrosse.

Andai sul retro della scuola, su cui c'era un cartellone enorme al centro del campo.

"Se ci vuoi trovare, devi andare nel posto in cui hai aiutato un'amica a tornare con il suo ragazzo."

Era firmato Stiles.
Parlava della casa di Malia.
Ma ci ero già stata.
Non avevo scelta, ci tornai.

Dopo credo mezz'ora di gioco, forse ero arrivata alla fine.

La porta era... aperta?
Entrai.

Delle frecce di cartone mi indicavano di salire.
Salii le scale e le frecce portavano a un armadio.

A un armadio. Perché?!

Non avevo altra scelta che entrare. Notai con sorpresa che l'armadio non era un vero e proprio armadio.

Mi spiego. Era come se l'armadio collegasse due stanze e al centro dell'armadio c'era un pezzo di cartone.

Sfondai il pezzo di cartone e, come pensavo, un'altra stanza era collegata.

Uscii dall'armadio e...

"Benvenuta nel fantastico mondo di Narnia!"

Scott, Kira, Lydia, Malia e Stiles. Liam non c'era.

"Cosa sta succedendo qua?" scoppiai a ridere.

"Non è ovvio? Sei a Narnia! Li c'è pure Aslan, il leone!"

Aslan era un peluche di un leone, era morbidoso. Me ne impossessai.

"È la giornata più bella di tutta la mia vita"
"No. Prima devi scartare i regali." Disse Scott
"Regali?"
"Non pensavi mica di andartene senza qualche regalo vero?" disse Malia.

Scartai tutto e mi ritrovai sommersa di braccialetti con nomi sopra.
Il più bel regalo era una foto di gruppo.

C'era qualcosa che tuttavia mi tormentava.
Perché Liam non era lì?

"Ok ok. È giunta l'ora dell'ultimo regalo." Malia richiamò l'attenzione di tutti.

"Pensavo avessimo finito" risposi.
"No, c'è l'ultimo"

"Devi bendarti però" disse Stiles.
"Ok"

Una volta bendata mi portarono al piano di sotto. Non capivo dove mi stessero portando.

"Ok, ora rimani ferma qui e non muoverti per nessuna ragione"

Rimasi ferma e in silenzio per non so quanto tempo, finché sentii delle labbra sopra le mie. Erano quelle di Liam.

Non mi sottrassi a quel paradiso.
Mi tolsi la benda.

"Pensavi veramente che ti avrei lasciata andare senza prima salutarti?"

"Ovvio che no."

Mi baciò, io lo baciai ancora e ancora.

"Promettetemi che ci vedremo su Skype"
"No, passiamo l'estate senza vederti. Ovvio che ci chiameremo su Skype!"

Ridemmo tutti e ci abbracciammo.

"Solo Dio sa quanto vi voglio bene"

Una completa estraneaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora