Demone

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Mi svegliai dolorante.
Ero in una stanza di ospedale.

Liam si era addormentato sulla poltrona a fianco del mio letto.

Mi misi a sedere con una difficoltà lancinante. Credo che Liam avesse sentito i miei gemiti perché si svegliò.

"Ehi... come ti senti?" si avvicinò al letto.
"Distrutta... Per quanto ho dormito?"

Liam non rispose. Perché non rispose?

"Tuo padre è qua fuori... te lo chiamo."
"Liam perché non mi hai risposto?"

Lui mi ignorò. Mio padre entrò nella stanza.

"Ehi tesoro, sei sveglia!" mi disse.
"Ciao papi"
"Eravamo tutti preoccupati per te..."
"Ma perché?"

"Sembravi in coma... hai dormito per quasi due settimane. La dose di polvere che hai ingerito era troppa. Andrea, hai alterato le dosi... Perché?"

Gli raccontai tutto ciò che era successo. Gli dissi di Matt e del veleno.

"Ho capito" mi disse. "Ti lascio un po' sola con Liam, ciao"
Ed uscì... Liam rientrò.

"Ero disperato... tu non ti svegliavi. E non sapevo se l'avresti mai fatto. Tuo padre mi diceva che avevi assunto troppa polvere."
"Liam, tranquillo. Mi dispiace di averti fatto stare in ansia. Almeno le tracce del veleno sono sparite"

"A proposito di quello. Matt è venuto a trovarti circa tre giorni fa. L'ho mandato via subito"
"Prima mi avvelena e poi viene a trovarmi... a che gioco sta giocando?"

Liam si mise sulla sedia vicino al letto e mi prese la mano.
"Sono felice che tu ti sia svegliata. Non avrei resistito ad un altro giorno senza di te"

Mi baciò. Anche a me era mancata la sua voce rassicurante.

Sentii all'improvviso un fracasso provenire dall'esterno. Erano quegli scemi dei miei amici.

Entrarono con i palloncini. Quanto erano stupidi. Cominciai a ridere come una cretina.
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Dopo due giorni mi dimisero dall'ospedale.
Tornai a casa e mi misi subito sui libri.
Dovevo recuperare quattro test, quindi cominciai a studiare.

Morivo di caldo perciò aprii la finestra. Ma mi sentivo osservata.

Mi affacciai e vidi Matt. Lo volevo ammazzare, ma non sarei stata in grado di farlo.

Chiusi la finestra. Preferivo di gran lunga il caldo a quella orribile faccia.

"Andrea, non dimenticarti che hai riabilitazione questa sera! Ti accompagno?"
Mi disse mio padre
"No, vado da sola. Tanto l'ospedale è in fondo alla strada"

Tornai a studiare e 3 ore passarono.
Dovevo avviarmi.

Uscii di casa e mi incamminai.

So a cosa state pensando. "Andrea, sei una stupida! Cosa esci da sola dopo che ti hanno quasi uccisa?"

E avete ragione. Ero una stupida. Ma ormai ero quasi arrivata.

Sentii una porta chiudersi e mi girai.
Matt stava uscendo di casa.

Affrettai il passo, ma ero appena stata dimessa dall'ospedale, non andavo molto veloce.

E, con un colpo di scena che va dell'incredibile, Matt mi raggiunse.

"O te ne vai o comincio ad urlare" lo minacciai.

"Voglio solo parlare" mi rispose.
"Ah si?! Parlare con la ragazza che hai quasi ucciso?! Vattene"
"Era nel mio intento"

Voleva uccidermi... bene.

"E allora spiegami che cazzo c'entrava il ti amo che mi hai detto"
"Verità. Ti amo ma devo ucciderti"

"Senti. È vero che sto andando a
riabilitazione, ma con il mio corpo da umana. Ci metto mezzo secondo a trasformarmi e farti il culo."

"Molto divertente, ma guarda che non solo tu puoi trasformarti."
Mi disse.

A quel punto ero terrorizzata. Sapevo che Malia mi aspettava a riabilitazione per aiutarmi. Dovevo solo arrivare all'ospedale.

Ma non feci in tempo.
Matt si trasformò.

Credevo fosse un angelo, o uno stregone.
Era molto di più.

Era un demone. Una persona che vende la propria anima per qualcosa.

Ero fottuta.

Una completa estraneaWhere stories live. Discover now