I. Il senza-ali

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L'ampio salone da ballo dei Seymour risplendeva della luce dei quasi duecento candelabri accesi per l'occasione

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L'ampio salone da ballo dei Seymour risplendeva della luce dei quasi duecento candelabri accesi per l'occasione. Gli invitati passeggiavano tra le alte colonne di marmo abbellite con ghirlande di fiori e nastri colorati, si rifocillavano intorno a una delle numerose tavole imbandite oppure uscivano sulla terrazza che si affacciava sul banco di nuvole cumuliformi che stavano sorvolando in quel momento; non c'era alcun dubbio sul fatto che i più maliziosi, una volta giunti in qualche angolo buio, avrebbero aperto le ali e si sarebbero lanciati giù per amoreggiare a mezz'aria.
Le labbra di Messalina Seymour fremettero per contenere un sorriso a quel pensiero: conosceva un paio di ragazze della sua stessa età che in quella maniera erano riuscite ad accalappiare un marito.
"Io non riuscirei mai a convincere un uomo a seguirmi sulla terrazza" pensò.

Nonostante il suo nome tentatore e il fatto che fosse la figlia del sindaco di Cloud Eden, infatti, a diciannove anni era la fanciulla meno corteggiata della città: i pretendenti erano stati scoraggiati dalla sua imprevedibilità, dal suo disprezzo per l'etichetta e dalla passione sfrenata e sconveniente che aveva per il volo libero ad alta quota. In una parola, erano tutti spaventati dal suo carattere.
A differenza di ciò che la buona società si aspettava da lei, Messalina non era particolarmente angustiata da quelle circostanze, perché rimanere nubile le garantiva una vita agiata nella gabbia dorata che suo padre aveva costruito per lei, senza il vincolo di dover sottostare a un marito per ogni decisione: era abbastanza intelligente e istruita da sapere che c'erano molte persone al mondo più sfortunate di lei.
Cloud Eden stessa era una città costruita su più livelli e ben pochi si potevano permettere una casa nelle zone più alte, quelle situate tra i palloni aerostatici, dove l'aria era pulita e si godeva una vista mozzafiato sui territori che venivano sorvolati: la maggior parte della popolazione era confinata sottocoperta, tra il fumo delle macchine e la puzza di carbone, e potevano raramente permettersi di utilizzare le loro piccole ali rugginose. Poi c'erano quelli che erano rimasti a terra dopo il Crollo, quando gran parte del mondo conosciuto era stato spazzato via da una serie di catastrofi naturali: ora vagavano come spettri nelle lande desolate e paludose che un tempo erano state la gloriosa Inghilterra.

Istintivamente Messalina sfiorò con la punta delle dita le ali meccaniche saldate alle sue scapole: il corsetto che indossava la costringeva a mantenerle chiuse e accostate alla schiena, causandole un fastidioso prurito; stiracchiò quel prodigio della biomeccanica che era parte di lei sin dai suoi primissimi giorni di vita, desiderosa che quella festa finisse per poter compiere un breve e liberatorio volo notturno prima di andare a letto.
Stava proprio cercando un modo per sgattaiolare via non vista quando la voce petulante di sua madre la riscosse:
«Messalina, tesoro, vieni a salutare il signor Raymard!»

"Oddio!"

Tutti i gentiluomini di Cloud Eden erano noiosi e rigidi, ma Raymard era un'altra storia: era un uomo cattivo.
Messalina aveva avuto quella forte, istintiva e sgradevole impressione la prima volta che lo aveva incontrato, appena quindicenne, e le storie che aveva sentito in seguito sul suo conto l'avevano confermata. Si diceva che molestasse le serve, che sfruttasse i disperati che bussavano alla sua porta come bestie e che non avesse timore né di Dio né degli uomini – qualcuno si arrischiava anche a bisbigliare che avesse ucciso con le sue mani la prima moglie, la cui dote era stata il fondamento della sua fortuna.
Di certo c'era che suo padre lo temeva e questo spiegava perché sua madre fosse tanto ansiosa di compiacerlo. Negli ultimi quattro anni Raymard era riuscito a prendere il controllo di quasi tutti i mezzi di rifornimento necessari per la sopravvivenza della comunità: i viveri, il gas per i palloni, il carbone per le macchine... Passava tutto attraverso di lui.
Messalina si avvicinò senza sorridere e fece un inchino perfetto, sebbene evidentemente forzato.

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