XXII. Un'ospite indesiderata

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Sylvia Bouyer incassò con grazia l'occhiata omicida che Messalina, ansante e col viso rosso per la rabbia, le lanciò

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Sylvia Bouyer incassò con grazia l'occhiata omicida che Messalina, ansante e col viso rosso per la rabbia, le lanciò.

«Il tuo equipaggio ti è molto fedele, Lyon. Ho dovuto oltrepassare un paio di giovanotti piuttosto animosi per arrivare fin qui: non credevano che volessi veramente ricevermi!» mormorò, sbattendo le ali per farle scivolare oltre le apposite aperture del mantello di pelliccia, che poi appoggiò con gesti misurati sulla sedia del capitano.

Sembrava del tutto a suo agio nella cabina di Blackraven e la rabbia di Mess aumentò:
"C'è qualcosa in lei che sia meno che aggraziato?"

«Non posso dar loro torto: anch'io faccio fatica a credere di aver accettato questo incontro!» borbottò Lyon, ricomponendosi e passandosi una mano tra le ciocche scarmigliate.

La donna sorrise senza allegria e per un istante sembrò sinceramente imbarazzata.
"Sa fare bene il suo lavoro" pensò Mess. "Nessuno sarebbe in grado di dire con sicurezza se ciò che traspare dal suo viso sia la realtà o una messinscena!"

«Di cosa volevi parlarmi?» chiese poi Blackraven per spezzare la tensione che aleggiava sulla stanza, tornando a sedersi alla sua scrivania.
Gli occhi scuri della Bouyer saettarono rapidissimi verso Mess; fu solo un attimo, ma il corsaro afferrò al volo il significato di quel gesto.
«Miss Seymour, ci fareste la cortesia di lasciarci soli?»

Messalina spalancò la bocca a quella richiesta e il suo primo istinto fu quello di piantare i piedi come un mulo e pretendere di assistere a quel colloquio.
"Le cose finiranno male se li lascio da soli in questa cabina! Potrebbe tentare di ucciderlo – o peggio, sedurlo! E lui la lascerebbe fare!"
Blackraven, però, evitò accuratamente i suoi occhi accusatori e la ragazza non ebbe altra scelta che obbedire, lasciando la stanza con un moto di stizza.
"Va bene, fa' ciò che vuoi... Dannato pirata! Vede un paio d'occhi bruni e un sorriso ammiccante e il suo buonsenso vola giù dal ponte!"
Mentre sbatteva le palpebre per abituarsi di nuovo alla luce del giorno, con la coda dell'occhio colse un movimento sulle scale che portavano alla plancia della nave, situata proprio sopra la cabina del capitano. Gli spazi sull'Argon erano piuttosto stretti e non erano molti i membri dell'equipaggio in grado di acquattarsi nei dintorni del timone senza essere scorti.

«Avanti, Sin, vieni fuori di lì!»

Con uno sbuffo seccato, la testa ricciuta del mozzo apparve oltre la balaustra e i suoi occhi blu la fissarono bellicosi; ma oltre alla solita diffidenza, Mess percepì in quello sguardo la stessa, profonda preoccupazione per Blackraven.
«Ci stavi spiando?» chiese, abbassando la voce e sporgendosi verso di lui.

«No!» rispose subito il ragazzino. «Io stavo... Stavo, ecco...»

La ragazza dovette sforzarsi per trattenersi dal ridere:
«Come è possibile che lavori su una nave di spie e non sai inventarti una bugia al bisogno? E di' un po', come fai a sentire cosa si dice in quella stanza?»

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