II. Chi sale e chi scende

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Raymard la condusse fuori dal salone nell'indifferenza generale: tutti erano assorbiti dal silenzioso confronto tra il sindaco di Cloud Eden e il senza-ali

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Raymard la condusse fuori dal salone nell'indifferenza generale: tutti erano assorbiti dal silenzioso confronto tra il sindaco di Cloud Eden e il senza-ali.

"Ne parleranno per decenni!" pensò distrattamente Messalina, cercando di sottrarsi alla presa ferrea dell'uomo.
«Signore, vi state comportando in maniera indegna per la vostra posizione sociale!» squittì puntando i piedi, quando vide che si inoltravano sempre più a fondo nel palazzo, in corridoi in cui non passavano neanche i servi a quell'ora di notte.

Raymard si voltò con agilità sorprendente, afferrandola per la gola e spingendola contro una colonna, immobilizzandola poi con il proprio corpo:
«Parole ipocrite, se pronunciate dalla sgualdrina che mi ha appena messo in imbarazzo davanti a tutta Cloud Eden danzando con un senza-ali! Un pirata, per di più, sfuggito alla forca solo grazie alle intercessioni di suo padre!»

Messalina tentò inutilmente di forzare la presa che si stringeva attorno al suo collo, togliendole il respiro:
«Non capisco come ciò possa riguardarvi!» ribatté, con un bisbiglio arrabbiato. «Lasciatemi andare! Se vi scoprono sarete rovinato!»

«Poche ore fa tuo padre mi ha concesso la tua mano: ho tutto il diritto di punire la mia futura moglie se la vedo comportarsi come una comune puttana!»

La ragazza impiegò qualche secondo per comprendere appieno la portata di quella frase.
«Non è possibile! Nessuno mi ha detto nulla, voi state cercando di confondermi! Andate via!»

Il tocco dell'uomo si fece più leggero, ma non per questo meno pericoloso: le sfiorò il collo e il petto con le dita, abbassando il capo per inspirare il profumo della sua pelle.

«Sei solo una sciocca bambina» mormorò pigramente, mentre Messalina lo sentiva spingere con insistenza contro le sue gonne. «Perché mai tuo padre avrebbe dovuto avvertirti? O forse credevi che ti avrebbe chiesto di sposarmi? Ah, Messalina, temo che i tuoi genitori siano stati troppo indulgenti nella tua educazione, ma non temere: imparerai presto che queste graziose labbra possono essere impegnate in compiti più utili delle tue solite chiacchiere. Sarà un grande piacere, per me, insegnarti ad obbedirmi.»

Sottolineò le sue parole infilando le dita abili nel corsetto per strizzarle un seno e proprio quando la ragazza – ammutolita per l'orrore e la vergogna – si era ormai rassegnata al fatto che l'avrebbe violentata contro quel muro, Raymard si scostò con un sorriso bello e spietato.

«Le tue grazie mi tentano molto, ma non voglio prenderti ora, rischiando di piantarti un erede in grembo quando ancora non sei sotto il mio stesso tetto. Mi riserverò questo piacere per la nostra prima notte di nozze.»

La lasciò sola con le sue lacrime e i suoi dubbi, che la tormentarono al punto di farla vagare come uno spettro tra i corridoi bui della casa in attesa che il padre si ritirasse nel suo studio: sperava ancora che fosse una maligna bugia, o un malinteso, invece le fu confermata ogni cosa.
Suo padre era talmente furioso per il fatto che il famigerato Lyon Blackraven fosse riuscito a intrufolarsi al ricevimento in cui intendeva annunciare il fidanzamento della figlia che non fece caso alle sue proteste e alla paura che le deformava i lineamenti. A un tratto Robert la squadrò con sufficienza ed esasperazione, stringendo il bicchiere di cristallo che aveva in mano con così tanta forza da farlo scricchiolare.

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