XVIII. Il borgomastro di Amsterdam

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Amsterdam aveva retto meglio di Londra all'impatto del Crollo: i suoi abitanti erano riusciti ad arginare con tempestività la piena dei canali, drenando l'acqua in altre direzioni e costruendo nuovi piani sugli edifici che rischiavano di venire so...

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Amsterdam aveva retto meglio di Londra all'impatto del Crollo: i suoi abitanti erano riusciti ad arginare con tempestività la piena dei canali, drenando l'acqua in altre direzioni e costruendo nuovi piani sugli edifici che rischiavano di venire sommersi. Il risultato era una città colorata dove case altissime e molto strette si affacciavano su corsi d'acqua dalle forti correnti, su cui si innalzavano graziosi ponticelli di legno o di pietra. 
Messalina non poté fare a meno di guardarsi intorno affascinata mentre insieme a Lyon si dirigeva a casa del borgomastro a bordo di una chiatta presa a noleggio; Eelke Van Leeuwen era l'unica persona che potesse gettare un po' di luce sui cadaveri rinvenuti ad Amsterdam qualche mese prima. L'Argon era attraccata la sera prima e da lontano Mess aveva potuto ammirare lo spettacolo di centinaia di luci tremolanti che si riflettevano sui canali; ora, alla luce del giorno, era affascinata dalla vivacità dei quartieri che stavano attraversando. Gli olandesi vestivano in maniera severa, con abiti scuri e rigidi e cappelli a punta che a Londra sarebbero stati giudicati fuori moda, ma dal chiacchiericcio che si levava dalle strade e dalle finestre spalancate sembravano un popolo ameno.

Era ancora stanca, dato che era arrivata a bordo nel cuore della notte e il giorno prima aveva avuto ben poco tempo per riposarsi: Lyon era stato di parola e dopo un veloce giro di saluti l'aveva messa subito al lavoro, prima nella sua cabina per riordinare le carte nautiche e poi in cucina, per dare una mano a Old Tom per la cena. Il vecchio cuoco era parso stranamente turbato dalla sua presenza, nonostante il suo solito sorriso e i modi gentili con cui l'aveva accolta; tra tutti i membri dell'equipaggio, Trix era stata la più felice del suo ritorno.
«Sono tutti bravi ragazzi, lo so, ma mi sentivo un po' sola: senza Smokey e te ero l'unica donna!» le aveva confidato a cena.
Il reverendo, come al solito, non era uscito dalla sua cabina e Mess ne era stata sollevata. Mastro Bell l'aveva osservata con occhio critico da sopra l'orlo della sua fiaschetta, forse chiedendosi il motivo per cui il capitano l'aveva ripresa con sé; Sin, dopo aver visto la cortesia che Lyon le usava, le aveva scoccato un'occhiata strana, quasi di gelosia, e non le aveva rivolto la parola. Bart, Joey e Wes invece avevano fatto a gara per guadagnarsi la sua attenzione e farla divertire.
Nonostante tutto, quella mattina la ragazza si era svegliata di buonumore, pronta ad accompagnare Blackraven nei suoi giri.

«Vi piace la città?»

Messalina sussultò e con la coda dell'occhio vide che il sorriso del corsaro si era fatto più largo.

«Ho visitato più luoghi nelle ultime settimane che nella mia intera vita» commentò lei. «Credo che non mi abituerò mai a queste meraviglie!»

«Fidatevi di me, dopo un po' anche viaggiare viene a noia. Per fortuna ci sono cittadine come questa, in cui è sempre piacevole soggiornare! L'Olanda è un Paese neutrale e, anzi, fa affari con le nostre guerre, prestando denaro ora all'una, ora all'altra fazione. Non posso dire di approvare i metodi con cui riempiono le casse reali, ma bisogna ammettere che funziona: Amsterdam è cresciuta molto negli ultimi cinquant'anni. Non per niente la chiamano la Venezia del Nord!»

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