III. Una fuga prodigiosa

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Quella notte si stava rivelando essere la più disastrosa della sua giovane vita

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Quella notte si stava rivelando essere la più disastrosa della sua giovane vita.

Come se la festa e l'incontro con Raymard non l'avessero turbata abbastanza, infatti, il famigerato Lyon Blackraven era nuovamente emerso dall'oscurità per rovinarle la fuga. Solo che ora faceva onore alla sua reputazione di pirata: era vestito con abiti neri, larghi e comodi e alla cintura portava una spada corta e una pistola; i capelli, non più tenuti in ordine dalla cera, ricadevano in ciocche ribelli davanti alle iridi verdi che la scrutavano con rabbia e preoccupazione. Notò che portava addirittura un orecchino d'oro al lobo sinistro.

«Vi detesto!» sillabò Messalina, stringendo i denti per il dolore e massaggiandosi i polpacci doloranti, mentre le porte della terrazza si spalancavano e i servitori di suo padre accorrevano in suo aiuto.

«Il sentimento è ricambiato, statene pur certa!» borbottò il senza-ali prima di estrarre la pistola, caricarla con velocità incredibile e sparare verso gli uomini che li minacciavano con mazze e coltelli.

Messalina sussultò violentemente quando uno di essi si accasciò a terra senza più muoversi, mentre gli altri facevano d'istinto qualche passo indietro.
"Non ha neanche voltato la testa per prendere la mira! Oddio, ma l'avrà ucciso?Ah, no, sembra che si muova..."

Lyon si limitò a inarcare un sopracciglio nell'udire gli improperi del ferito, avvicinandosi al bordo della terrazza e guardando in giù: il trambusto aveva richiamato i gendarmi, che ora si stavano radunando diversi piedi più in basso.

Non poteva fuggire da lì, perciò sfilò il sacchetto della polvere dalla cintura e ricaricò la pistola, deciso anche ad ammazzarli tutti se fosse stato necessario, ma la ragazza gli si parò davanti e gli coprì la visuale con le sue ali luminose e svolazzanti. A quella vista il suo cuore si strinse in una dolorosa fitta di nostalgia, il che lo rese ancora più determinato a farsi strada con la violenza.

«Fermatevi! Così non farete altro che peggiorare la situazione!»

«La mia o la vostra?» ringhiò, cercando di aggirare quella ragazzina cocciuta.
Ma Messalina si muoveva veloce come una gazzella e dopo aver lanciato un'occhiata preoccupata a Robert Seymour – che era arrivato in quel momento, ancora intabarrato nella camicia da notte, sbraitando oscenità nei loro confronti – poggiò le dita sulla canna della pistola.

«Quella di entrambi, ovviamente.» mormorò, fissandolo dritto negli occhi. «Non so cosa siate venuto a cercare in questa casa, ma so che l'intercessione di vostro padre non arriverà in tempo per salvarvi dalla forca: non siamo a Londra, Blackraven, e come avete detto poco fa anche Cloud Eden può rivelarsi pericolosa a volte. Quanto a me, non ho intenzione di rinunciare alla fuga che voi avete così precipitosamente interrotto, quindi siamo nei guai insieme e insieme ne dovremo uscire.»

«Voi avete perso il senno! Non ho certo bisogno dell'aiuto di una donna per cavarmela!»

Gli occhi della ragazza si accesero di una luce sdegnata e quasi folle.
«Lo vedremo!»

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