VIII. L'aeronave francese

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Mess arrivò correndo nelle cucine, scuotendo il capo come un cane randagio per scrollarsi di dosso la pioggia:«Mi era mancato l'accogliente clima inglese!» commentò, ironica, afferrando al volo lo straccio che Old Tom le lanciò e iniziando a pulir...

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Mess arrivò correndo nelle cucine, scuotendo il capo come un cane randagio per scrollarsi di dosso la pioggia:
«Mi era mancato l'accogliente clima inglese!» commentò, ironica, afferrando al volo lo straccio che Old Tom le lanciò e iniziando a pulire i piatti sporchi della cena.

Una settimana prima erano partiti da Tortuga e la ragazza aveva osservato l'isola artificiale rimpicciolire fino a confondersi con l'orizzonte, riflettendo su quello che Blackraven le aveva rivelato: l'idea che Cloud Eden potesse essere coinvolta in un traffico di esseri umani la disgustava e fomentava la sua rabbia contro Raymard; avrebbe voluto discutere ancora di lui con il capitano, ma non ne aveva avuto la possibilità. Non aveva avuto il coraggio di bussare nuovamente alla sua cabina, non dopo averlo sorpreso in un momento così intimo e privato, mentre si stava prendendo cura della schiena massacrata; a volte il ricordo di quelle cicatrici profonde e del dolore che ancora dovevano causargli le faceva mancare il respiro e fremere le ali.
"Come si può sopravvivere a una cosa del genere?" aveva pensato, osservandolo mentre spiegava la nuova rotta a mastro Bell.

Avevano costeggiato le sponde soleggiate della penisola iberica prima di inoltrarsi nella Manica e tutto l'equipaggio aveva raddoppiato la vigilanza nel timore di incrociare qualche vedetta della Nuova Armada.
L'antica rivalità tra la corona inglese e quella spagnola era esplosa qualche anno prima in un conflitto che continuava a mettere a ferro e fuoco le colonie dei due Paesi in Africa e in Oriente, perciò la temibile flotta spagnola che pattugliava l'Atlantico aveva giurato guerra eterna a tutti i vascelli nemici; molti corsari inglesi erano caduti nelle loro mani e avevano terminato i loro giorni dondolando dalle forche di Granada – la città che i reali spagnoli avevano eletto a capitale e residenza dopo il terremoto che aveva devastato Madrid durante il Crollo.
Messalina rizzò il capo udendo un rombo cupo riecheggiare lungo la fiancata della nave.
«Era un tuono?» chiese speranzosa.

Ma Old Tom aveva già abbandonato il grembiule per afferrare il suo fidato moschetto, che di solito faceva bella mostra di sé su una parete della cucina:
«Che Dio mi fulmini se quella non era una palla di cannone!» borbottò il cuoco tra i denti. «E pure molto vicina, dannazione! No, non salire... Messalina! Torna indietro!»

La ragazza lo ignorò, arrampicandosi sulle scale che portavano sul ponte il più velocemente possibile, con il cuore che le batteva furiosamente contro la cassa toracica. Individuò subito Blackraven: era in piedi sul cassero e aveva puntato il cannocchiale contro il profilo scuro di una nave che si stagliava a circa venti miglia da loro.
Quando Mess lo raggiunse – evitando i marinai che correvano da una parte all'altra per obbedire agli ordini di Smokey che volteggiava sopra di loro – l'uomo piegò le labbra in una smorfia di disappunto:
«Non dovreste essere qui.»

«È un vascello spagnolo?»

Lyon le lanciò un'occhiata esasperata:
«No, ma batte la bandiera dell'Imperatore francese, il che li rende ugualmente nostri nemici, visto che nelle colonie si sono schierati con la Spagna. Ascoltatemi, ora: voglio che vi rinchiudiate in cabina insieme a padre Lloyd. Subito!»

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