X. La promessa di Mess

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Messalina era stata allo stesso tempo affascinata e intimorita dalla presenza frizzante di Smokey e ora che la donna se ne era andata senza dare spiegazioni a nessuno l'Argon sembrava in qualche modo vuota

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Messalina era stata allo stesso tempo affascinata e intimorita dalla presenza frizzante di Smokey e ora che la donna se ne era andata senza dare spiegazioni a nessuno l'Argon sembrava in qualche modo vuota. Trix era in ansia, i marinai inquieti, mastro Bell beveva più del solito e l'irritabilità di Old Tom cresceva in maniera esponenziale man mano che si avvicinavano a Londra, perciò spesso Mess sfuggiva all'aria soffocante della cambusa per rifugiarsi sul ponte, come in quel momento. Lasciò vagare lo sguardo verso il ponte di comando, deserto dato che Blackraven si era rinchiuso in cabina: anche il suo umore si era fatto cupo e teso, diretta conseguenza dell'assenza del suo braccio destro. Più volte la ragazza si era chiesta quale fosse l'esatta natura del loro rapporto, ma quando i suoi pensieri si attorcigliavano agitati attorno all'idea che i due fossero amanti, lei li allontanava prima di essere costretta ad ammettere che quello che provava era un'irrazionale invidia.

Sì, invidiava la complicità e il cameratismo che Lyon e Smokey condividevano, ma la ragione le sfuggiva. Nonostante lo spiccato gusto per il rischio e l'avventura non aveva mai desiderato essere come il primo ufficiale, che aveva sacrificato il proprio corpo sull'altare della guerra; Mess sapeva di non avere la forza fisica o morale per essere come lei e non se ne dispiaceva.
Blackraven, d'altro canto, non era il gentiluomo disinvolto e divertente che aveva popolato le sue fantasie da ragazzina: era un uomo testardo e arrogante, che si crogiolava nella sua condizione di fuorilegge e reietto della società perché aveva da tempo smesso di curarsi dell'opinione altrui. E soprattutto era stato ferito così profondamente, nel fisico e nell'animo, che Messalina dubitava che potesse ancora amare, o permettere a qualcuno di provare affetto per lui; aveva visto la felicità nei suoi occhi quando gli era andata incontro dopo lo scontro, subito nascosta come se fosse una colpa inconfessabile.
Non era un uomo facile e di certo non era l'uomo adatto a lei.

"Perciò io non mi sto invaghendo di lui!" si disse, decisa, mentre ripiegava le ali lungo la schiena e poi le riapriva, senza decidersi a spiccare il volo per andare ad appollaiarsi in cima alle sartie, uno dei suoi posti preferiti sull'Argon.
"Allora perché esito, in trepidante attesa che lui esca e venga a parlare con me?"

«Impaziente di vedere Londra?»

Mess si voltò di scatto e sorrise davanti al volto familiare di Bart. I lineamenti ruvidi e lentigginosi erano identici a quelli di Joey e i due condividevano la stessa stazza robusta e tarchiata; eppure Mess non aveva mai dubbi su quale gemello avesse davanti. Non era solo per i capelli ramati, che Joey portava tagliati cortissimi e Bart racchiusi in una lunga coda, o per il fatto che il primo vestisse sempre di blu e il secondo quasi esclusivamente in verde; semplicemente, Joey aveva le ali e Bart no.
Alla ragazza si era quasi spezzato il cuore quando una sera i due fratelli le avevano finalmente raccontato cosa ci fosse dietro. La loro nascita aveva portato scompiglio in una famiglia povera e già troppo numerosa: dato che i soldi messi da parte bastavano per un solo impianto, il lancio di una monetina aveva decretato chi tra i due sarebbe rimasto senza. E sebbene Bart adorasse il fratello e si fosse adattato bene a vivere nei cieli pur essendo un terrestre c'erano momenti in cui fissava l'orizzonte con uno sguardo vagabondo in cui Messalina intravedeva una profonda malinconia.

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