XXIII. Il giusto compenso

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Mess si chiuse la porta alle spalle, scrutando attentamente Blackraven che, visibilmente spossato, si era steso sul letto

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Mess si chiuse la porta alle spalle, scrutando attentamente Blackraven che, visibilmente spossato, si era steso sul letto.

«Perdonatemi» sussurrò lui con voce stanca, senza aprire gli occhi. «Per lo stato indecente in cui sono ora e... Per prima»

Mess si sedette sulla sua solita poltrona, ben decisa a rimanere in silenzio per timore di lasciarsi sfuggire qualcosa di ciò che aveva origliato.

«Siete davvero così arrabbiata?» chiese Lyon, le labbra piegate nella pallida imitazione di un sorriso.

«Questo dipende da come è andato il vostro incontro con quella donna»

Il corsaro spalancò gli occhi e scoppiò a ridere:
«Come se non aveste sentito ogni singola parola, acquattata sulla cima del cassero insieme a quel monello di Sin!»

La ragazza avvertì le guance imporporarsi e avrebbe voluto sprofondare; purtroppo, però, il pavimento dell'Argon non si aprì per inghiottirla e lei fu costretta ad affrontare Blackraven.
«Sapevate che eravamo lì?»

Lui le lanciò un'occhiata di sufficienza:
«Messalina, mia cara, su questa nave non cade uno spillo senza che io lo venga a sapere. Come avete potuto pensare che io non mi accorgessi di un buco nel pavimento proprio davanti al timone? O del trambusto che facevate spintonandovi per guardare meglio?»

«In effetti... Ma perché glielo lasciate fare?»

«Il ragazzo si diverte e a volte impara anche qualcosa» rispose Lyon stringendosi nelle spalle e incrociando le braccia dietro al capo. «Ora, fin dove avete sentito, prima che mastro Bell vi sorprendesse? A proposito, complimenti, sembravate del tutto sincera: sareste un'ottima spia!»

"E con questo le persone che mi propongono una mansione di spionaggio salgono a tre" realizzò Mess, indecisa se sentirsi lusingata o offesa da quel fatto. "Forse dovrei davvero prendere in considerazione la proposta del Re o della principessa..."

«Abbiamo ascoltato finché lei non vi ha chiesto un passaggio sull'Argon per salvarsi dagli schiavisti. Non avrete accettato, spero!»

«In realtà sì, l'ho fatto. Non per le ragioni che credete voi, però»

«Ah, quindi il fatto che vogliate... Insomma... Fare certe cose con lei non c'entra nulla!»

«Fare certe cose? Dio mio, parlate come una suora!» rise lui, con una punta di scherno.

«Blackraven, forse vi è passato di mente, ma io fino a qualche settimana fa io non ero andata oltre i confini dei quartieri superiori di Cloud Eden! Non sono abituata a trattare di... Certe cose!»

L'uomo si ricompose e la sua espressione si fece più gentile nel vedere quanto l'avesse messa in imbarazzo:
«Avete ragione, a volte dimentico che ho a che fare con una ragazza innocente. Le donne che frequentano l'Argon sono, come avete visto, di tutt'altro stampo. Voglio però rassicurarvi sul fatto che non ho intenzione, né ora né mai, di andare nuovamente a letto con Sylvia Bouyer!»

ArgonWhere stories live. Discover now